giovedì 5 gennaio 2012

ANCHE LA SEDICESIMA POVERETTI ........

Palazzo Madama, sede del Senato


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Ai dipendenti del Senato anche la "16^". Il Quirinale costa dieci volte più della presidenza tedesca

di Michael Pontrelli

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Dopo i dati diffusi ieri sulle pagine del Corriere della Sera da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella nuove “rivelazioni” sui privilegi dei dipendenti del Senato vengono portate alla luce oggi dal Sole 24 Ore. In un articolo di Mariolina Sesto i lettori del quotidiano vengono informati del fatto che ai dipendenti di Palazzo Madama viene riconosciuta addirittura una sedicesima mensilità.

“Il regolamento sul personale del Senato, all'articolo 17 comma 3 – scrive Mariolina Sesto - la chiama ‘indennità compensativa di produttività’ ma di fatto equivale a una mensilità aggiuntiva rispetto alle quindici di cui si compone lo stipendio dei dipendenti di entrambi i rami del Parlamento”. Oltre alle classiche tredicesima e quattordicesima riscosse a dicembre e a giugno “i lavoratori di Camera e Senato incassano infatti la quindicesima: una mensilità il cui importo viene spalmato nelle buste paga di aprile e settembre”. La giornalista del Sole 24 Ore fa poi notare che la sedicesima “è anche pensionabile ovvero vale anche nel calcolo dell’assegno pensionistico”.

Ma Palazzo Madama non è l’unico centro eccellente di sprechi e privilegi. Il quotidiano il Giornale, in un articolo di Mario Cervi, punta oggi i riflettori sul Quirinale “un elefante di 2mila dipendenti” che costa ai cittadini 200 milioni di euro l’anno. Di questa spesa la retribuzione del Capo dello Stato è solo una minima parte (poco più di 239.000 euro). La maggior parte dei costi serve per sostenere una pletora di “consiglieri” del Presidente che non si sono limitati “a informarlo sui fatti riguardanti la loro competenza ma hanno finito per guidare complessi e affollati uffici con impiegati, segretarie, uscieri e auto blu”. Il risultato è che la Presidenza della Repubblica italiana costa ai cittadini “dieci volte più di quella tedesca”.

Nel frattempo Enrico Giovannini, presidente della commissione incaricata di comparare le retribuzioni dei parlamentari italiani con quelle dei colleghi europei, ieri è stato ricevuto per due ore da Mario Monti. Una nota di Palazzo Chigi ha reso noto che “il presidente del Consiglio ha preso atto dei rilievi formulati di cui il governo terrà conto per le successive determinazioni di propria competenza”. La nota potrebbe essere interpretata positivamente ma la realtà dei fatti è che l’esecutivo ha pochi poteri in merito in quanto la decisione sui tagli spetta al Parlamento.

E purtroppo i segnali che arrivano dalla “casta” non promettono nulla di buono. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, “la relazione della commissione Giovannini dimostra l’infondatezza della campagna denigratoria contro i politici” e messaggi dello stesso tipo sono arrivati anche dal centro e da sinistra. La sensazione spiacevole è che, nonostante la crisi e nonostante i sacrifici richiesti ai comuni cittadini, i “privilegiati” ancora una volta potrebbero farcela.

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