giovedì 12 dicembre 2013

NON ERA IL MINIMETRO' CHE DOVEVA ELIMINARE IL TRAFFICO E RISOLVERE IL PROBLEMA POLVERI SOTTILI ?

All’Ill.mo sig.Prefetto della Provincia di Perugia, Dott.Antonio Reppucci
PEC: protocollo.prefpg@pec.interno.it
per conoscenza: vincenzo.ferzoco@interno.it
All’Ill.mo sig.Prefetto della Provincia di Terni, Dott.Gianfelice Bellesini
PEC: protocollo.preftr@pec.interno.it
per conoscenza: rita.stentella@interno.it
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OGGETTO: Emergenza smog nei Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Magione, Gubbio, Narni, Torgiano. Inerzia dei Sindaci. Richiesta di intervento e di esercizio dei poteri sostitutivi.
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L’Associazione ITALIA NOSTRA ONLUS, Consiglio Regionale Umbro, in persone del suo Presidente regionale, Avv. Gianfranco Angeli, e del suo Vicepresidente regionale Avv.Urbano Barelli, elettivamente domiciliata presso quest’ultimo in Perugia alla Via Cesare Beccaria, n.11,
PREMESSO CHE
(A)
a) con deliberazione del Consiglio Regionale 9 Febbraio 2005, n° 466 è stato approvato il “Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria” in attuazione dell’allora D.Lgs. 4 Agosto 1999, n° 351 e D.M. 1° Ottobre 2002, n° 261;
b) la realizzazione di detto Piano è stata effettuata secondo le seguenti fasi:
- fase conoscitiva: definizione delle caratteristiche del territorio, inventario delle emissioni inquinanti dell’aria, analisi dei dati rilevati dalla rete di rilevanti, quantificazione della qualità dell’aria;
- fase valutativa: confronti del quadro della qualità dell’aria emerso dalla fase conoscitiva con gli standard di qualità dell’aria esistenti, suddivisione del territorio regionale in zone rispetto agli standard, confronto del quadro emissivo con le prescrizioni di Legge ed accordi nazionali ed internazionali;
- fase previsiva: analisi effetti futuri delle misure, previsioni delle emissioni di inquinanti dell’aria negli anni futuri (5-15 anni), valutazione della qualità dell’aria;
- fase propositiva: obiettivi da raggiungere, definizioni delle strategie per il raggiungimento degli obiettivi, previsioni delle emissioni inquinanti dell’aria negli anni futuri, individuazioni di priorità, responsabilità e tempistica per l’applicazione del piano nonché delle misure amministrative e relative alla diffusione del piano;
- fase attuativa: attuazioni delle differenti misure di piano, monitoraggio dei risultati relativi
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all’applicazione del piano, aggiornamento dell’inventario delle emissioni e monitoraggio;
- fase di verifica: verifica periodica dei risultati del piano, aggiornamento ed integrazione del piano;
c) per la gestione del Piano sono stati individuati tre livelli:
- il primo: denominato ‘struttura locale’ deputato alla gestione dell’informazione, identificato con le strutture dell’ARPA;
- il secondo: denominato ‘amministrazione di sistema’ deputato alla gestione del primo in termini di funzionalità del sistema stesso e di verifica dei flussi informativi, identificato con le strutture dell’ARPA,
- il terzo: ‘responsabile della pianificazione’ deputato al coordinamento di tutte le attività ai fini della pianificazione, identificato con le strutture della REGIONE UMBRIA (pag. 183 e segg. della Deliberazione)
d) con l’applicazione di dette misure si doveva raggiungere nell’arco di 10 anni la riduzione consistente delle emissioni inquinanti (pag. 166 e 168);
e) infine, si prevedeva una costante partecipazione del pubblico nel corso dell’applicazione del Piano e del suo monitoraggio;
(B)
a) in data 11 Giugno 2008 veniva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 Maggio 2008 relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa nell’ambito del sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, adottato con la decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 luglio 2002, che sancisce la necessità di ridurre l'inquinamento a livelli tali che limitino al minimo gli effetti nocivi per la salute umana, con particolare riferimento alle popolazioni sensibili, e per l'ambiente nel suo complesso, di migliorare le attività di monitoraggio e valutazione della qualità dell'aria, compresa la deposizione degli inquinanti, e di informare il pubblico;
b) scopo della Direttiva 2008/50/CE è di tutelare il diritto alla salute umana e dell'ambiente nel suo complesso, eliminando alla fonte l'emissione di inquinanti nonché individuando e attuando le più efficaci misure di riduzione delle emissioni a livello locale, nazionale e comunitario ammonendo sul rischio che l'inquinamento atmosferico rappresenta per l’uomo, per la natura e per gli ecosistemi naturali. con particolare attenzione al materiale particolato sottile (PM2,5) che ha impatto molto negativo sulla salute umana;
c) obiettivi della Direttiva sono quelli indicati all’art. 1 e in particolare:
1) definire e stabilire obiettivi di qualità dell'aria ambiente al fine di evitare, prevenire o
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ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso;
2) valutare la qualità dell'aria ambiente negli Stati membri sulla base di metodi e criteri comuni;
3) ottenere informazioni sulla qualità dell'aria ambiente per contribuire alla lotta contro l'inquinamento dell'aria e gli effetti nocivi e per monitorare le tendenze a lungo termine e i miglioramenti ottenuti con l'applicazione delle misure nazionali e comunitarie;
4) garantire che le informazioni sulla qualità dell'aria ambiente siano messe a disposizione del pubblico;
5) mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove sia buona, e migliorarla negli altri casi;
6) promuovere una maggiore cooperazione tra gli Stati membri nella lotta contro l'inquinamento atmosferico;
(C)
a) lo Stato Italiano con Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155, in Suppl. Ordinario n. 217 alla Gazz. Uff., 15 Settembre, n. 216, in vigore dal 1 Ottobre 2010, ha dato attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa;
b) detto Decreto Legislativo prevede che:
- le funzioni amministrative relative alla valutazione ed alla gestione della qualità dell'aria ambiente competono allo Stato, alle Regioni e alle Province autonome e agli Enti locali, nei modi e nei limiti previsti dal decreto stesso;
- le Regioni e le Province autonome adottino Piani e misure (art. 9, 10 e 13) previa valutazione della qualità dell’aria volti al perseguimento degli obiettivi con la predisposizione di Piani d’azione nei quali prevedere gli interventi da attuare nel breve termine diretti a ridurre il rischio o a limitare la durata del superamento prevedendo anche interventi finalizzati “a limitare oppure a sospendere le attività che contribuiscono all’insorgenza del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme” (cfr. art. 10);
- le modalità e procedure di attuazione dei Piani (art. 11):
o al comma 3 che “all'attuazione delle previsioni contenute nei piani in merito alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore, ai sensi del comma 1, lettera a), provvedono i sindaci o la diversa autorità individuata dalle regioni o dalle province autonome. In caso di inerzia, provvedono in via sostitutiva le regioni o le province autonome o la diversa autorità' individuata dalle regioni o dalle province autonome ai sensi della vigente normativa regionale. La normativa regionale stabilisce idonee forme di raccordo e coordinamento tra regioni o province
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autonome ed autorità competente ad adottare i provvedimenti di limitazione della circolazione. Le modalita' e la durata delle limitazioni devono essere funzionali alle finalita' dei diversi piani di cui agli articoli 9, 10 e 13. Le ordinanze di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, possono essere adottate dai sindaci per motivi connessi all'inquinamento atmosferico nei casi e con i criteri previsti dal presente comma. Resta fermo, in assenza dei piani di cui agli articoli 9, 10 e 13 o qualora i piani non individuino i casi ed i criteri di limitazione della circolazione dei veicoli a motore, il potere del sindaco di imporre tali limitazioni per motivi connessi all'inquinamento atmosferico attraverso le ordinanze previste dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I sindaci possono comunque vietare la circolazione nei centri abitati per tutti gli autoveicoli che non hanno effettuato il controllo almeno annuale delle emissioni secondo le procedure fissate dal decreto Ministro dei trasporti e della navigazione 5 febbraio 1996”;
o al comma 5 che “all'attuazione delle previsioni contenute nei piani, nei casi non previsti dai commi 3 e 4, procedono le regioni, le province autonome e gli enti locali mediante provvedimenti adottati sulla base dei poteri attribuiti dalla legislazione statale e regionale. Resta ferma, a tal fine, la ripartizione dei poteri previsti dalla vigente normativa”;
- i valori limite e i livelli critici devono rispettare l’allegato X richiamato dagli art. 7, 9, 10 e 16 del D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 indica tre “valori limiti” per il PM 10 ossia:
o quello giornaliero: 50 μg/m3 ;
o quello annuale: non superare più di 35 volte il valore giornaliero; b) quello annuale media: 40 μg/m3;
(D)
L’art. 7 del Decreto legislativo 30 Aprile 1992, n° 285 disciplina le ordinanze del Sindaco nell’ambito dei centri abitati potendo lo stesso “limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale” mentre per i tratti di strade non comunali che attraversano centri abitati, i provvedimenti indicati nell'art. 6, commi 1 e 2, sono di competenza del Prefetto e quelli indicati nello stesso articolo, comma 4, lettera a) , sono di competenza dell'ente proprietario della strada. Inoltre “I comuni, con deliberazione della giunta, provvedono a delimitare le aree pedonali e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull'ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul
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territorio. In caso di urgenza il provvedimento potrà essere adottato con ordinanza del sindaco, ancorché di modifica o integrazione della deliberazione della giunta. Analogamente i comuni provvedono a delimitare altre zone di rilevanza urbanistica nelle quali sussistono esigenze particolari di traffico, di cui al secondo periodo del comma 8. I comuni possono subordinare l'ingresso o la circolazione dei veicoli a motore, all'interno delle zone a traffico limitato, anche al pagamento di una somma.”
(E)
L’art. 6 del Decreto legislativo 30 Aprile 1992, n° 285 disciplina i provvedimenti del Prefetto nell’ambito della “Regolamentazione della circolazione fuori dei centri abitati” potendo per l’appunto il Prefetto “per motivi di sicurezza pubblica o inerenti alla sicurezza della circolazione, di tutela della salute, nonché per esigenze di carattere militare … sospendere temporaneamente la circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade o su tratti di esse”.
(F)
Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (in Suppl. ordinario n. 162, alla Gazz. Uff., 28 settembre, n. 227). – “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali” prevede: all’art. 50 che comma 4 e comma 5: “Il sindaco esercita altresì le altre funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge. In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”; all’art. 54 che“Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende: a) all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; b) allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria; c) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto…..”; e al comma 4 che “Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana.” ; nonché al comma 6 che “In casi di emergenza, connessi con il traffico o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessità dell'utenza o per motivi di sicurezza urbana, il sindaco puo' modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonche', d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di
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apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 4.”; e al comma 9, secondo paragrafo, che “ Nell'ambito delle funzioni di cui al presente articolo, il prefetto può altresì disporre ispezioni per accertare il regolare svolgimento dei compiti affidati, nonché per l'acquisizione di dati e notizie interessanti altri servizi di carattere generale”; ed infine al comma 11 che “Nelle fattispecie di cui ai commi 1, 3 e 4, nel caso di inerzia del sindaco o del suo delegato nell'esercizio delle funzioni previste dal comma 10, il prefetto puo' intervenire con proprio provvedimento”;
VISTO CHE
- la Regione dell’Umbria con Deliberazione del Consiglio Regionale 9 Febbraio 2005, n° 466 ha approvato il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria”;
- le misure individuate dal predetto Piano avevano lo scopo di conseguire entro il 2010 il risanamento ovvero il mantenimento della qualità dell’aria;
- il D.Lgs. 4 Agosto 1999, n° 351 è stato sostituto dal D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 che ha recepito la direttiva 2008/50/CE e ha individuato i valori limiti, tra l’altro, per il PM 10;
- ai fini dell’art. 1 del D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 la dizione “valori limiti” attiene alle “concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo e PM10”;
- l’art. 2 del D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 alla lett. h) ha attribuito la definizione di “valore limite” relativo alle polveri sottili ovvero PM10 e PM2,5 ossia: “livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecniche disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiunto entro un termine prestabilito e che non deve essere successivamente superato”;
- l’Allegato XI richiamato dagli art. 7, 9, 10 e 16 del D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 indica tre “valori limiti” per il PM 10 ossia:
- quello giornaliero: 50 μg/m3 ;
- quello annuale: non superare più di 35 volte il valore giornaliero;
- quello annuale media: 40 μg/m3 ;
- la Corte di Giustizia della UE ha già condannato una prima volta l’Italia perché l’Umbria, insieme ad altre regioni, ha violato i limiti imposti per la qualità dell’aria per gli anni 2005 e 2006 (sentenza 19 dicembre 2012, n. C-68/11);
CONSIDERATO CHE
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 nonostante l’approvazione nell’anno 2005 del Piano regionale le strategie e le misure ivi indicate non sono state attuate da parte dell’Ente pubblico;
 come risulta dal sito internet dell’ARPA Umbria, dal 1° Gennaio 2013 le stazioni di rilevamento di Terni – Le Grazie è arrivata a 47 superamenti, quella di Terni – Carrara a 36 superamenti e quella di Terni – Borgo Rivo a 35 superamenti giornalieri per le PM 10, mentre grave è la situazione anche delle altre città umbre;
 la scrivente associazione Italia Nostra onlus, Consiglio Regionale Umbro, ha inviato a mezzo PEC ai Sindaci di Perugia, Terni, Città di Castello, Foligno, Magione, Gubbio, Spoleto, Narni e Torgiano, una prima diffida il giorno 7 dicembre ed una seconda diffida ad intervenire il giorno 9 dicembre 2013 senza ottenere alcun riscontro dai suddetti Sindaci e senza che ci sia stato un qualche provvedimento dei medesimi;
 oggi, 11 dicembre 2013, le stazioni di rilevamento dell’ARPA Umbria registrano per il settimo giorno consecutivo il superamento dei limiti di legge a Terni, Città di Castello e Foligno, per il sesto giorno consecutivo a Perugia e Narni e per il quinto giorno consecutivo a Gubbio;
 il protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Umbria e i Comuni umbri prevede che dopo tre superamenti e con condizioni climatiche sfavorevoli i Sindaci adottano i provvedimenti di limitazione del traffico e gli altri provvedimenti utili a tutela della salute dei cittadini;
 con soli quattro giorni di superamento dei limiti il Comune di Roma ha disposto lo stop ai veicoli più inquinanti e, dal 10 dicembre, le targhe alterne; il Sindaco Marino ha dichiarato che “il ricorso alle targhe alterne è un intervento obbligato che tutela le persone più fragili: i bambini, le donne in gravidanza, le persone anziane, i cardiopatici e, più in generale, tutti coloro che hanno gravi patologie respiratorie“;  il 17 ottobre 2013 l’Agenzia di ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente lo smog agente cancerogeno e lo ha inserito tra le sostanze pericolose di classe 1 (la più elevata e pericolosa); secondo la stessa Agenzia, lo smog solo nel 2010 ha causato 220 mila morti;  secondo il recentissimo studio pubblicato lunedì scorso, 9 dicembre, sul sito dell’autorevole rivista Lancet, l’esposizione prolungata alle polveri prodotte dagli scarichi di veicoli, dalle industrie, e dagli impianti di riscaldamento, anche al di sotto delle attuali limiti permessi dalle leggi in vigore in Italia e nell’Unione Europea, può essere più nociva e mortale di quanto si pensava finora;
RICHIAMATO
il D.Lgs. 18 Agosto 2000, n° 267 e il D.Lgs. 30 Aprile 1992, n° 285 e la citata normativa nazionale ed europea.
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*****
Tutto ciò premesso, visto, considerato e richiamato, Italia Nostra onlus, Consiglio Regionale Umbro,
CHIEDE
all’Ill.mo Sig. Prefetto di Perugia, Dott.Antonio Reppucci, e all’Ill.mo Sig. Prefetto di Terni, Dott.Gianfelice Bellesini, di disporre, con la possibile urgenza dovuta all’emergenza sopra descritta, le ispezioni per accertare il regolare svolgimento dei compiti affidati al Comune di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Magione, Gubbio, Narni e Torgiano, nonché di adottare i dovuti poteri sostituitivi volti a garantire negli stessi Comuni l’applicazione della Deliberazione del Consiglio Regionale 9 Febbraio 2005, n° 466, del D.Lgs. 13 Agosto 2010, n° 155 e dalla Direttiva n° 2008/50/CE al fine di evitare, prevenire o ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso.
Con osservanza.
Perugia, 11 dicembre 2013
F.to Avv.Gianfranco Angeli, Presidente di Italia Nostra Umbria
F.to Avv.Urbano Barelli, Vicepresidente di Italia Nostra Umbria

mercoledì 11 dicembre 2013

ADDIZZIONALE REGIONALE IRPEF

Il Consiglio regionale ha approvato con 19 sì e 10 no (FI, Ncd, Udc, Lega nord) le “Disposizioni in materia di addizionale regionale Irpef” predisposte dalla Giunta di Palazzo Donini. Bocciato invece
l'emendamento presentato dalle opposizioni (primo firmatario Nevi), che chiedeva di rivedere l'addizionale regionale prevedendo la diminuzione
dell'aliquota tra 15 e 55mila, l'invarianza tra 55 e 75 mila e un piccolo aumento (0,35
per cento) oltre i 75 mila euro. (Acs) Perugia, 11 dicembre 2013 – Il Consiglio regionale ha approvato con 19 sì e 10 no (FI, Ncd, Udc, Lega Nord) le “Disposizioni in materia di addizionale regionale Irpef” predisposte dalla Giunta di Palazzo Donini. Bocciato invece l'emendamento presentato dalle opposizioni (primo
firmatario Nevi), che chiedeva di rivedere l'addizionale regionale prevedendo la diminuzione dell'aliquota tra 15 e 55mila, l'invarianza tra 55 e 75
mila e un piccolo aumento (0,35 per cento) oltre i 75 mila euro. L'atto predisposto dall'Esecutivo regionale si basa sui cinque
scaglioni di reddito previsti dalla normativa nazionale (il primo fino a 15 mila euro, il secondo  fino a 28 mila, il terzo fino a 55 mila, il quarto fino a 75 mila euro, il quinto oltre i 75 mila) per prevedere una rimodulazione delle aliquote dell'addizionale regionale che “mantenendo l'invarianza
fiscale riduce il carico sulle fasce reddituali più deboli, introduce incrementi progressivi per scaglioni di reddito”. GLI INTERVENTI DAMIANO STUFARA (Prc-FdS): “SODDISFATTI CHE SI ARRIVI A DECISIONE DI MODIFICARE IN SENSO PROGRESSIVO IL PRELIEVO FISCALE. Da due anni chiedevamo di ridiscutere il prelievo fiscale perché si sta modificando la composizione socioeconomica dell'Umbria e la platea contributiva, siamo perciò soddisfatti che, seppure in ritardo, ci si arrivi a questa decisione  di modificare in senso maggiormente progressivo il prelievo fiscale, perché c’è un problema di redditi, e c’è un problema di giustizia sociale in questa regione, c’è un problema di come si distribuisce o redistribuisce una ricchezza che fa sì che oggi i redditi e i ceti medio bassi vivano le maggiori difficoltà in questo contesto. Ora, ovviamente, io so bene che il cambiamento che questo provvedimento introdurrà non risolverà la gran parte dei problemi di queste famiglie, lo voglio dire in maniera esplicita perché i numeri li conosciamo e abbiamo bisogno di una discussione che sia fra noi intellettualmente onesta, però a me pare un segnale importante che va nella direzione, appunto, a differenza di quanto non sia accaduto in questi anni a livello nazionale, di un’inversione di tendenza che tenta di prendere un po’ di risorse nei redditi alti e redistribuirle verso la gran parte dei cittadini della nostra Regione che pagheranno un po’ meno tasse, cioè l’80 per cento degli umbri avrà un beneficio, chiedendo un sacrificio piccolo al 20 per cento che sta meglio, a me sembra un’operazione politicamente interessante, anche se non cambierà radicalmente la vita dei nostri concittadini. Avremmo però preferito più coraggio per arrivare ad un extra-gettito da destinare al sociale, a chi non ha la casa, ai non autosufficienti, e ci aspettiamo adesso che si trovino nel bilancio le risorse per chi vive questi gravi problemi. Poteva essere questa l'occasione”. OLIVIERO DOTTORINI (IdV): “IMPORTANTE CERCARE DI FARE LEVA SU SOGGETTI MENO ESPOSTI A RISCHIO PER TUTELARE LE FASCE PIÙ DEBOLI DELLA POPOLAZIONE. Non possiamo che essere d'accordo con quanto deciso dalla Regione in
materia di prelievo fiscale, ma continuiamo a ritenere che se da un lato è importante, pure in un momento di crisi, si persegua l’obiettivo dell’invarianza fiscale, è altrettanto importante cercare di fare leva su soggetti meno esposti a rischio per tutelare le fasce più deboli della popolazione che vedranno inevitabilmente diminuire la qualità e la quantità dei servizi offerti. Si tratta in definitiva della capacità di una società e di una comunità di offrire una risposta seria e equa a una situazione che vede la propria parte più debole in grande difficoltà, togliere qualcosa ai più facoltosi per darlo agli ultimi, a chi si trova a fare i conti con un
bambino in difficoltà, a chi deve accudire persone anziane, o non autosufficienti. Per esempio, non c’è cosa più ingiusta che fare parti uguali tra disuguali, avrebbe detto don Lorenzo Milani, non c’è cosa più rischiosa, aggiungiamo noi, che tentare di colmare la voragine finanziaria sui servizi sociali creata dal Governo Berlusconi attraverso operazioni di ingegneria finanziaria che impediranno ai cittadini di comprendere che cosa sta realmente accadendo nel nostro Paese riguardo al sistema di welfare e dei servizi. In concreto, il provvedimento oggi in esame produce una diminuzione o un’invarianza del peso fiscale sulla fascia di cittadini con un reddito inferiore archeologici 30mila euro, stiamo parlando dell'80 per cento
degli umbri. D’altra parte, anche per buona parte degli umbri, che invece vedono incrementare la pressione dell’addizionale Irpef regionale, l’aumento è talmente contenuto da apparire impercettibile, si tratta infatti di aumenti che, relativamente a quel 18 per cento di cittadini con redditi compresi tra 30 e 75mila euro annui, arrivano al massimo a 10 euro al mese, uno sforzo
che ci sembra, francamente, sopportabile. Da un lato la rimodulazione in senso progressivo delle aliquote appare sacrosanta, dall’altro lato la decisione di mantenere inalterato il gettito complessivo non ci permette di disporre
di un tesoretto che sarebbe risultato sicuramente utile nella prossima manovra di bilancio. Quella che ci aspetta infatti sarà una manovra con un raggio di azione assai limitato, con le risorse a libera destinazione che ammonteranno appena a 14 milioni di euro, lo 0,7 per cento del totale, da destinare in modo discrezionale a spese settoriali o alle coperture previste dalle varie leggi regionali”. RAFFAELE NEVI (FI): “L'AUMENTO DELLE TASSE PER I REDDITI MEDIO ALTI
DECISO DALLA SINISTRA RADICALE. TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA - Seppure le Regioni contribuiscono in minima parte alla contribuzione fiscale per imprese e famiglie, quella messa in atto dall'Umbria è una manovra finanziaria a
tutti gli effetti che noi intendiamo contestare e contrastare. Perché anche con questo intervento si dimostra che non è vero che la sinistra è a favore dei più deboli e che noi lo siamo dei ricchi. La decisione di aumentare l'addizionale Irpef per i redditi medio alti è stata presa ascoltando,
come sempre, la sinistra radicale, azionista decisiva di questa maggioranza, ma anche una parte del sindacato che non si ferma soltanto alla Cgil e che comprende pure una parte della Cisl. Quella di alzare le tasse, invece di intervenire sulla spesa pubblica improduttiva, è la classica impostazione della sinistra che, vista la difficoltà di tagliare preferisce chiaramente, perché è più facile, tassare i cittadini. Sarebbe stato meglio prevedere una invarianza fiscale per tutti, invece, se per 163mila umbri la tassazione rimarrà invariata, per 102mila aumenteranno le tasse. La nostra controproposta è molto chiara e si basa su quattro ambiti di intervento dai quali ricavare i 4,5 milioni di euro necessari a coprire la manovra di abbattimento delle aliquote sui redditi da 15 mila a 28 mila euro: 2,5 milioni di euro, su un totale di 23 milioni destinati ad enti ed associazioni; 500 mila euro dai 64 milioni di spesa annuale per il
personale; 1,5 milioni di euro, su 18 milioni di spesa annua che la Regione destina
alle ex comunità montane, alla agenzia forestale e alle funzioni associate. In questo modo ci sarebbero addirittura maggiori benefici per le fasce più deboli, salvaguardando al contempo il ceto medio. Aumentando le tasse, solitamente poi diminuisce il gettito. È necessario liberare risorse attraverso operazioni legate alla sussidiarietà orizzontale, costruire reti di collaborazione con Fondazioni bancarie, prevedere interventi attraverso project financing. Di fatto prevedere maggiore collaborazione tra pubblico e privati. Vorrei anche ricordare che questa amministrazione regionale, ad inizio legislatura dichiarò ed assicurò che non avrebbe mai aumentato le tasse. Ma così non è stato. È necessario mettere in campo ogni strumento necessario a contrastare l'evasione fiscale evitando di accanirsi sulle persone perbene che le tasse le hanno sempre pagate e continuano a farlo”. MASSIMO BUCONI (Psi): “QUESTA MANOVRA OPERAZIONE EQUA. SI GUARDA CON MAGGIORE ATTENZIONE ALLE FASCE PIÙ DEBOLI E AL CETO MEDIO - Questo provvedimento e le discussioni a cui ha dato seguito, dimostra  la diversità tra destra e sinistra. La crisi sta mettendo a nudo le mistificazioni culturali ed economiche messe in atto dalla destra a livello governativo. Il mio gruppo politico da tempo ha abbandonato l'idea che pubblico è bello e privato è brutto. Bisogna però capire fino in fondo, studiando attentamente la situazione, quale dei due settori è realmente più economico, facendoli chiaramente 'giocare' con le stesse regole. Il
Governo Monti e successivamente quello attuale presieduto da Letta hanno dovuto scoprire tutto quello che fino ad allora era stato nascosto dal Governo Berlusconi, scoprendo la cruda realtà del debito pubblico, del deficit eccessivo, di uno spread altissimo. Per anni il centrodestra non ha affrontato i problemi. Alcuni provvedimenti, se affrontati 10-15 anni prima sarebbero stati sicuramente più efficaci per il sistema paese. Come pure mistificazione si continua a fare sul debito pubblico che proprio con i governi Berlusconi è andato fuori controllo. Non è vero che noi, oggi, aumentiamo in Umbria le tasse. Stiamo invece predisponendo, ad entrata fiscale invariata, una razionale redistribuzione di tassazione su diverse fasce di reddito, guardando con maggiore attenzione a quelle più deboli e al ceto medio. Il problema oggettivo è che, in Italia, non esiste un sistema fiscale utile ad accertare realmente la vera condizione degli italiani. Con un sistema ben regolato dallo Stato, che dia indicazioni precise su patrimonialità e redditualità dei cittadini, i ricchi, che  rappresentano un grande valore, contribuirebbero a diminuire la povertà degli stessi  poveri. L'auspicio è quello di prevedere la detrazione dell'iva
anche per i privati. Sarebbe un contributo fortissimo all'evasione. Questa manovra rappresenta un'operazione equa a differenza dell'emendamento del
centrodestra che vorrebbe sostanzialmente intervenire sul taglio dei contributi ad Enti
ed associazioni; sulla riduzione di risorse destinati a progetti per la tutela ambientale; sui contributi destinati allo sviluppo dell'Umbria e al
sostegno dell'economia privata (attraverso Sviluppumbria); sul taglio dei fondi
per interventi relativi all'istruzione universitaria. Non dobbiamo infine dimenticare che, da tempo, la Regione sta portando avanti importanti riforme per l'abbassamento della spesa pubblica”. ORFEO GORACCI (Comunista umbro): “CONDIVIDO IL CRITERIO DI PROGRESSIVITÀ FISCALE CONTENUTO NEL PROVVEDIMENTO DELLA GIUNTA. Si vanno a prendere le risorse là dove sono, a fronte di un progressivo impoverimento sociale. Molte le famiglie di lavoratori che hanno perso l'impiego e che vivono
con seicento euro al mese, ben altra la situazione di chi ha redditi da settantamila euro lordi all'anno. Votando questo provvedimento dobbiamo pensare anche a chi fuori di qui guarda noi trentuno che percepiamo dai centomila euro in su. Certo è che il peso fiscale non è equamente ripartito a causa dell'evasione ed elusione fiscale che nessuno dei governi finora succedutesi ha saputo eliminare. Centrodestra dice no al provvedimento e propone tagli ulteriori alla spesa pubblica, già  pesantemente penalizzata  e di cui sentiamo il peso anche in Umbria: nella scuola, università, trasporti, servizi pubblici  etc. La nostra Regione ha dimostrato poi di saper spendere con rigore nella sanità, superando Regioni del Nord e diventando, insieme ad altre due, punto di riferimento di spesa. Non considero il ceto medio  un avversario, né un soggetto da spennare fiscalmente, anzi la piccola imprenditoria soprattutto giovanile, va incentivata. Considero avversari le politiche sbagliate e mi auguro che l'aumento della ricchezza sociale e individuale non sia raggiunta a
scapito delle fasce sociali più deboli come ancora accade oggi, anche in questa situazione di crisi”. MANLIO MARIOTTI (PD): “ DALLA CRISI NON SI ESCE CON MENO RISORSE PUBBLICHE. Pensare che il provvedimento che portiamo a votazione stamattina sia in qualche maniera antesignano di una svolta fiscale tale da far dire dire a qualcuno che riappare lo spettro del comunismo e del prelievo di stato è una grossolana caricatura. Un diffuso malessere sociale riguarda un numero
sempre maggiore di soggetti sociali, a noi spetta il compito di dare segnali di attenzione, ma anche di impegno per risposte sostanziali a domande e
bisogni. Molti interventi critici del provvedimento sono sparametrati rispetto ai
suoi contenuti reali. Questo atto è in adempimento alla modifica che il Governo ha fatto rispetto alla esenzione della fascia di 15mila euro di reddito per tutti i contribuenti; è stato adottato nella scelta fatta un metodo che condivido, si è chiesto cioè di più a chi può permettersi di versare. Forse avremmo potuto fare qualcosa di più nei confronti dei redditi più bassi, ma in questo senso non voglio accentuare la critica e invito pure l'opposizione a fare altrettanto e a non usare  argomenti polemici nei confronti di quello che è un piccolo aumento di prelievo a chi può reggerne il peso. Avremmo potuto, forse, fare altri sforzi, e possiamo ancora farlo, per limare ancora altre spese e renderle più rigorose. Anche se molto in questo senso è già stato fatto: nella sanità, nei costi della politica ad esempio siamo riferimento nazionale. Se il senso dell'emendamento dell'opposizione fosse stato quello di raggiungere un obiettivo di
maggiore rigore ed efficienza avremmo potuto lavorarci insieme. Ma si è scelto di proporre un atto le cui coperture sono individuate tagliando sui fondi dell'Università, diritto allo studio, cultura, ricerca per non far
pesare quei 30/40 euro in più all'anno sulle spalle di chi ha redditi più sostenibili. Dalla crisi non si esce con meno risorse pubbliche, non è così che faremo ripartire la macchina italiana e umbra”. SANDRA MONACELLI (Udc): “UNA RIGIDITÀ SCHEMATICA DELLE FASCE NON RAPPRESENTA IL NOSTRO PAESE. NON CONVINCE L'OPERAZIONE ROBIN HOOD. Oggi
è in atto una revisione del concetto stesso di ceto medio. Serve una analisi approfondita del rischio che le fasce di vulnerabilità hanno e delle modifiche sociali intercorse. Il reddito di 60 mila euro non rappresenta l'identificazione del ceto medio, anche perché bisognerebbe vedere quale famiglia gode di quel reddito: se un solo soggetto o una famiglia numerosa. Quindi una rigidità schematica sull'applicazione delle fasce non
rappresenta il nostro Paese. Non mi convince l'interpretazione dell'operazione
Robin Hood, non si capisce chi sono i ricchi e come si fa a determinare quale
siano gli aumenti di tassazione che possono essere ritenuti marginali. Non guardiamo solo ai tagli e agli sprechi degli altri, ma vediamo quelli di
casa nostra. Va allontanata l'idea del partito 'tassa e spendi',
contro cui si è mobilitato il movimento dei forconi. Mostrare attenzione ai redditi bassi ci trova d'accordo ma si vanno a prelevare risorse sempre sui soliti
soggetti, col rischio che il ceto medio finisca nella fascia di vulnerabilità e poi di povertà. Suggerisco la ricerca di soluzioni più complesse e difficili, più oculatezza nella spesa pubblica, riduzione dei costi energetici sulla scia
di quanto fatto dalla Provincia di Milano. Tutto questo per evitare di ricadere sempre sul filone della tassazione”. MASSIMO MANTOVANI (Ncd): “MOLTO RUMORE PER NULLA. QUESTA MANOVRA NON INCIDE IN MANIERA RILEVANTE SU PARTICOLARI CATEGORIE. Abbiamo firmato
l'emendamento presentato da Nevi perché intravediamo in questa operazione una linea di tendenza che non ci convince. Non certo perché vogliamo far impoverire i poveri e arricchire i ricchi. In Italia c'è il sistema  di tassazione
più oppressivo di tutta Europa. Questa è l'eredità della Prima Repubblica e
che la la Seconda non è stata in grado di invertire. Il debito pubblico italiano è decollato con l'istituzione delle Regioni. In quegli anni il debito pubblico è esploso e oggi è il terzo del mondo. Vige un contratto non scritto, in Italia, con alte tasse ai privati (nella consapevolezza
tollerata dell'evasione) e un reddito basso nel pubblico ai cui dipendenti si
chiede poco. Non si può certo dire che tutta la spesa pubblica si riferisce a sistemi che funzionano. È stata soprattutto la sinistra ad impedire il rientro del debito pubblico, illudendosi di difendere il proprio terreno e
il proprio terreno: qualsiasi tentativo di razionalizzazione della macchina pubblica veniva dipinto come un attacco alle istituzioni. In un momento come questo non vanno alzate le tasse ma prodotti risparmi e razionalizzazioni.
La politica ha il dovere di dare l'esempio: riprendendo una mia idea di 5
anni fa, proporremo una robusta riduzione dei costi della politica a partire dai consiglieri regionali. Potrò illustrare la proposta tra pochi giorni. Mi auguro che ci sarà la condivisione degli altri gruppi”. FABRIZIO BRACCO (assessore regionale): “LA DISCUSSIONE DI OGGI SI È INCENTRATA NEL RIPESCAGGIO DI TEOREMI ANTICHI SU DESTRA E SINISTRA PIUTTOSTO CHE SUI VERI CONTENUTI DEL PROVVEDIMENTO. L'unica legislatura che ha
portato ad una riduzione dell'imposizione fiscale è stata quella dal 1996 al
2001, che scelse di perseguire con determinazione l'evasione fiscale. Se
vediamo come sono applicate le aliquote nelle varie Regioni italiane, scopriremmo
che Campania e Calabria hanno una sola aliquota per tutti. Il Piemonte arriva fino all'1,1 per cento. La Lombardia ha lo 0,2 sotto i 15 mila e passa
allo 0,5 per tutti i redditi sopra i 28 mila euro. E queste sono tutte regioni governate dal centrodestra. Tolto il Veneto e le regioni a Statuto speciale, in tutti gli altri territori ci sono aliquote più alte dove governa il centrodestra. Questo smentisce i teoremi esposti fino ad ora. Giusto ieri il direttore dell'agenzia delle entrate ha parlato di 130 miliardi di euro
di evasione su un bilancio nazionale di 800. Il sistema fiscale italiano deve essere alleggerito, prendendo però i soldi dove ci sono e recuperando evasione. Non è vero che il debito italiano si è appesantito con le Regioni e con la riforma del titolo V della Costituzione. La spesa delle Regioni e degli enti locali è cresciuta per il trasferimento di funzioni che non è stato seguito dal trasferimento di personale e risorse. Le distorsioni sono prodotte da un sistema solo parzialmente riformato. La Regione Umbria ha ridotto molti dei suoi costi, dal personale alle consulenze, fino ai costi della politica (che dalla prossima legislatura regionale caleranno del 25
per cento mentre il Parlamento non ha fatto tagli). L'addizionale Irpef rappresenta solo il 10 per cento delle entrate
regionali, mentre il grosso viene dal bollo auto: il carico fiscale regionale è inalterato da anni, nonostante le difficoltà e i tagli successivi arrivati da Roma (il bilancio complessivo è diminuito di 200 milioni). Questa piccola manovra non grava sulla società regionale. Non riconosco la fotografia emersa durante i lavori: su 494 mila contribuenti umbri, 391 mila (il 79 per cento) non ricevono nessun aggravio. Molti anzi ricevono uno sgravio, seppur minimo. In Umbria abbiamo circa 20 mila contribuenti oltre i 55 mila euro, davvero questo è il ceto medio? Chi ha un reddito di 100mila euro dovrà pagare 17 euro in più al mese. Quanto alle proposte avanzate: che ci fosse un difficoltà del centrodestra verso cultura e ricerca era chiaro. Ma mi sorprende che si possano indicare per i tagli capitoli come l'Accademia
di Belle arti di Perugia alle manifestazioni culturali più significative fino alla fondazione 'Perugia Assisi 2019', fino al diritto allo studio e all'Adisu (nonostante il calo già in atto delle iscrizioni
all'Ateneo di Perugia). Ci impegniamo a razionalizzare la spesa, ma non certo intervenendo su quei capitoli. Sulla sanità: l'Umbria viene presa a riferimento nazionale. Si potranno fare ulteriori riforme ma non siamo nelle condizioni di dover ripianare deficit o introdurre tasse per sanare i bilanci. Ci sono problemi reali e gravi, come quelli ricordati da Dottorini e Stufara su anziani e emergenza abitativa: in sede di bilancio cercheremo di intervenire anche su questi argomenti”. SCHEDA. ADDIZIONALE IRPEF  Cinque sono gli scaglioni di reddito previsti dalla normativa nazionale: il primo fino a 15mila euro (nessuna maggiorazione), il secondo fino a 28mila (maggiorazione dello 0,40 per cento), il terzo fino a 55mila (+ 0,45 per cento), il quarto fino a 75mila (+ 0,50), il quinto oltre i 75mila euro (maggiorazione dello 0,60 per cento). A differenza di prima, quando l'addizionale Irpef quantificava una maggiorazione dello 0,2 per cento
da applicarsi sull'intero reddito, l'imposta verrà ora calcolata sulla
quota eccedente lo scaglione fino a 15mila euro, con consistenti sgravi per la seconda e terza classe di reddito (che rappresentano il grosso dei contribuenti) ed una lieve incidenza sul quarto.  L'84 per cento dei cittadini si trova dentro le “fasce protette “e la Regione Umbria, che poteva arrivare ad una maggiorazione dell'1,1 per cento, ha scelto lo
0,2. Se andiamo a vedere nel dettaglio, lo 0.4 per cento dovuto da chi percepisce un reddito annuale entro i 28mila euro (più di 400mila umbri), essendo calcolato solo sulla parte eccedente i 15mila di base, di fatto fa pagare lo 0,2 sull'intero ammontare. A 55mila euro l'anno, si pagano 63 euro,
ripartiti in dodici mesi. Chi si trova sopra i 100mila euro l'anno pagherà 180
euro al mese di addizionale. L'addizionale regionale Irpef fu disciplinata per la prima volta nel
2001 e la Regione Umbria la quantificò nello 0,2 per cento, da applicarsi all'intero reddito (con esclusione di quelli del primo scaglione).
L'imposta verrà ora calcolata sulla quota eccedente lo scaglione fino a 15 mila euro, “con sgravi per la seconda e terza classe di reddito (che rappresentano il grosso dei contribuenti, rispettivamente 163 mila e 228 mila) ed una lieve incidenza sul quarto”. PG/AS/TB/MP link alla not
izia:

martedì 3 dicembre 2013

PIANO PIANO VIENE FUORI LA VERITA'

E' DAL 1998 CHE , PRIMA APM E POI UMBRIA MOBILITA' HANNO USUFRUITO DI COPERTURE AD ALTI LIVELLI A DISCAPITO DEI LAVORATORI DEGLI UTENTI E NON ULTIMO DEI CITTADINI , ORA PIANO PIANO VIENE FUORI TUTTA LA VERITA' , UN MAGISTRATO UN GIORNO 2004 MI DISSE TESTUALI PAROLE " PER FERMARLI DEVONO FINIRE I SOLDI ED UN'ALTRA COSA CHE NON SI PUO' DIRE MA MOLTO GRAVE, SONO FINITI I SOLDI ED ADESSO NESSUNO VI PUO' METTERE UNA PEZZA E SONO SICURO CHE PRIMA DI NATALE NE VEDREMO DELLE BELLE , PECCATO CHE NESSUNO SAPRA' QUANTI DANNI SONO STATI FATTI A PARTIRE DAL 1998 AL 2008


venerdì 22 novembre 2013

QUANDO LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

NELL'ARTICOLO CHE LEGGERETE QUI SOTTO L'AMMINISTRATORE UNICO DELLA MINIMETRO' DICHIARA CHE I VIAGGIATORI TRASPORTATI SONO CIRCA DUE MILIONI E MEZZO NELL'ANNO 2012 E CHE AL GIORNO LA MEDIA SI ASSESTA A CIRCA DIECIMILA E OTTOCENTO PASSEGGERI AL GIORNO SE PERO' ANDATE A FARE I CONTI PRECISI ESCE FUORI CHE , DATI BILANCIO CAMERA DI COMMERCIO MINIMETRO' 2012 , I VIAGGIATORI TRASPORTATI SONO STATI DUE MILIONI CINQUECENTO QUARANTASEI MILA E DUECENTO TRENTANOVE DIVISO 350 GIORNI DI EFFETTIVO SERVIZIO FANNO SOLO SETTEMILADUECENTO SETTANTAQUATTRO VIAGGIATORI AL GIORNO , QUINDI SOLO TREMILA IN MENO AL GIORNO , SERVE UNA CALCOLATRICE ?



giovedì 7 novembre 2013

LA LEGGE E' EGUALE PER TUTTI

SE NON SI CAMBIANO LE LEGGI E NON SI ACCELERANO I PROCESSI SUCCEDE CHE PROBABILI REATI COMPIUTI DA NUMEROSE PERSONE NON VENGANO PUNITI CON LA CONSEGUENZA CHE POI SAREMMO NOI CITTADINI A PAGARE LE CONSEGUENZE , COME E' SUCCESSO FINO AD OGGI . VI SONO NUMEROSI PROCESSI A PERUGIA DI CUI NESSUNO SA NIENTE MA CHE SE FOSSERO ANDATI AVREBBERO CAUSATO UN GRAN TRAMBUSTO E A PAGARE SAREBBERO STATI , IN PARTE, COLORO CHE AVEVANO COMMESSO DEI REATI CAUSANDO DANNI ECONOMICI INGENTI E CHE COSTRINGERANNO I CITTADINI HA SUBIRNE LE CONSEGUENZE PER I PROSSIMI 30 ANNI , E' VERO CHE POI AL PROCESSO POTREBBERO ESSERE ASSOLTI MA INTANTO SI SAREBBE FATTA CHIAREZZA . UN ESEMPIO SU TUTTI IL BUCO DI BILANCIO DEL COMUNE DI PERUGIA DOVE QUESTO E' STATO CREATO, DI SVARIATI MILIONI DI EURO ,  POI SANATO MA SENZA CHE NESSUNO NE AVESSE COLPA , COME SE SI FOSSE CREATO DA SOLO , MA I CITTADINI , ANCHE IN QUEL CASO, HANNO CONTRIBUITO AL RISANAMENTO DEL BUCO DI BILANCIO E TUTTI ZITTI E CONTENTI . IN SEGUITO CON UN RACCONTO DETTAGLIATO CHE SPERO DI PUBBLICARE ,  VI NARRERO' TUTTE LE VICENDE SUCCESSE IN QUESTI ULTIMI 12 ANNI SENZA CHE I CITTADINI NE FOSSERO INFORMATI  

domenica 27 ottobre 2013

QUANTE TASSE E PER QUANTI ANNI DOVREMMO PAGARE PER UMBRIA MOBILITA' NOI CITTADINI UMBRI

A PARTIRE DAL 2014 CI RICADRANNO SULLE SPALLE TASSE DA PAGARE PER POTER AZZERARE TUTTI I DEBITI FATTI DALLA SCELLERATE SCELTE FATTE DAI VARI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DELLE AZIENDE PUBBLICHE APM SSIT FERROVIA CENTRALE UMBRA ,SIA DA QUELLE DELLA POLITICA CHE NULLA HA FATTO PER VERIFICARE IL CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLE AZIENDE , MA ADDIRITTURA I VARI ASSESSORI AI TRASPORTI CHE APPROVAVANO I BILANCI ELOGIAVANO L'OPERATO DEI VARI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE, COME MAI QUESTI ANCORA SONO IN CARICA E PER CORRETTEZZA NON SI DIMETTONO ? I BILANCI DI APM , SPECIALMENTE A PARTIRE DAL 2005 , DIMOSTRAVNO DELLE INCONGRUENZE CON FORTI AUMENTI DEI MUTUI SENZA UNA SPIEGAZIONE PLAUSIBILE E NONOSTANTE PRESENTASSI I BILANCI CON DENUNCE ALLA CORTE EI CONTI ED AGLI ASSESSORI PREPOSTI FACENDO EVIDENZIARE QUANTO SUCCEDEVA IO ERO UN POVERO ILLUSO. PARTENDO DAL FATTO CHE LA GARA SIA STATA REGOLARE PER L'ACQUISIZIONE DEL 70% DI UMBRIA SERVIZI , ANCHE CONTRO IL PARERE NEGATICO DEI REVISORI DEI CONTI E DEL REVISORE CONTABILE , COSA SI LASCERA' DIETRO LA NUOVA SOCIETA' CHE NATURALMENTE NASCERA' NEL 2014 SENZA DEBITI ?. LA RESTANTE UMBRIA MOBILITA' SI RITROERA' A PAGARE QUESTO PICCOLO CONTO
1) OLTRE 100 MILIONI DI EURO DI MUTUI 2) OLTRE 200 MILIONI DI GARANZIE PRESTATE 3) 37 MILIONI DI EURO DA PAGARE AI FORNITORI 4) I 17 MILIONI DA RESTITUIRE ALLA REGIONE DA PARTE DI UMBRIA MOBILITA' IN CONTRAPPOSIZIONE CI SARANNO DA RISCUOTERE I CREDITI CHE COMUNQUE NON SARANNO NEANCHE LA META' DELL'AMMONTARE DEI DEBITI DA PAGARE SENZA CONSIDERARE CHE ANCORA A TUTTO OGGI NON E' DISPONIBILE IL BILANCIO CONSOLIDATO DI UMBRIA MOBILITA' POICHE' LA CAMERA DI COMMERCIO HA GROSSE DIFFICOLTA' A METTERLO IN RETE CHE STRANEZZA LA VITA MA LA CONCLUSIONE E' UNA SIAMO IN PROFONDO ROSSO MA TRANQUILLI LA COLPA E' SOLO LA NOSTRA CHE ABBIAMO O NON ABBIAMO VOTATO  CHI CI COMANDA E CHE DOVREBBE FARE OPPOSIZIONE

UMBRIA MOBILITA' SALVA MA A CHE PREZZO

ININ QUESTI GIORNI AVETE LETTO DEL SALVATAGGIO DI UMBRIA MOBILITA' GRAZIE ALLA PRESENTAZZIONE DELL'OFFERTA DI ACQUISTO DEL 70% DELLE QUOTE DELLA NEONATA UMBRIA ESERCIZIO, DA PARTE DI BUSITALIA, ORA VI SPIEGHERO' COSA SUCCEDERA' DA GENNAIO 2014 , E CIOE' DA QUANDO ENTRERA' IN FUNZIONE LA NUOVA SOCIETA'. PER POTER PRESENTARE L'OFFERTA , CHI L'HA PRESENTATA , DEVE ESSERE SICURA DI DUE FATTORI BASILARI PER POTER GESTIRE LA SOCIETA' RICAVANDONE UN UTILE . IL PRIMO FATTORE E' QUELLO DEL PREZZO A CHILOMETRO DEI MEZZI  CHE DOVRANNO PAGARE GLI ENTI , COMUNE REGIONE E PROVINCE, PER POTER EFFETTUARE IL SERVIZIO. FINO AD OGGI IL PREZZO A CHILOMETRO E' UNO DEI PIU' BASSI D'ITALIA EURO 2,02 IL PREZZO PROSSIMO DA PAGARE SARA' SUPERIORE AD € 3.03 , SE CONSIDERATA QUANTI CHILOMETRI FANNO IN UMBRIA I MEZZI PUBBLICI CAPIRETE QUANTI CHILOMETRI SARANNO TAGLIATI , TUTTO QUESTO NATURALMENTE NELLA NORMA , A ROMA IL PREZZO A CHILOMETRO FATTO DA ROMA TPL E' DI € 3,30 .
IL SECONDO PUNTO E' CHE SE SI TAGLIERANNO I SERVIZI CHE FINE FARANNO I LAVORATORI ? QUANTI ESUBERI VI SARANNO E COME VERRANNO GESTITI ? E' PUR VERO CHE I SINDACATI HANNO FIRMATO DEI PROTOCOLLI PER LA SALVAGUARDIA DELL'OCCUPAZIONE MA VEDREMO COSA SUCCE DERA'  

lunedì 21 ottobre 2013

CHE FINE FAREMO NOI CITTADINI VISTO IL PROFONDO ROSSO CHE VI E' IN UMBRIA ?


LA REGIONE E' DOVUTA INTERVENIRE CON SOLDI A FONDO PERDUTO PER UMBRIA MOBILITA' ULTIMAMENTE SI TROVANO IN GROSSE DIFFICOLTA' UMBRIA ACQUE , LA GESENU ED ULTIMA IN ORDINE DI TEMPO LE EX COMUNITA' MONTANE A CUI NON E' STATO PAGATO LO STIPENDIO VENERDI 18 E CHE FORSE VERRA' PAGATO LORO IL 25 CORRENTE MESE . TUTTA QUESTA SITUZIONE QUANTO POTRA' ANDARE AVANTI E QUANTO PESERA' SULLE TASCHE DEI LAVORATORI IN PRIMIS E POI SULLE TASCHE DEI CITTADINI A VOI LA RISPOSTA

GARANZIE PRESTATE DA UMBRIA MOBILITA'

FORSE DOPO IL 25 OTTOBRE RIUSCIREMO AD AVERE DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA IL BILANCIO CONSOLIDATI DI UMBRIA MOBILITA' POICHE' NONOSTANTE LE MIE EMAIL NON RIESCONO, PER VARI MOTIVI , HA METTERLO IN RETE.  INTANTO NON ENTRO DENTRO LE POLEMICHE FATTE PER LA LETTERA FATTA DAAL'ONOREVOLE ROCCO GHIRLANDA E LA PRESIDENTE CATIUSCIA MARINI IN MERITO ALLA GARA PERCHE' LA COSA ALLARMANTE E' CHE SECONDO IL REVISORE CONTABILE ED I REVISORI DEI CONTI LA GARA NON SI PUO' FARE SE NON VIENE PRIMA FATTO L'AUMENTO DI 25 MILIONI DI EURO DI CAPITALE , IN CONCLUSIONE SI AGGIRERA' LA LEGGE ? ADESSO VI SPIEGO COSA E' SUCCESSO PER QUANTO RIGUARDA GLI IMPEGNI DI UMBRIA MOBILITA' VERSO ROMA T.P.L. FATTI MOLTO GRAVI POICHE' SI DICHIARA PUBBLICAMENTE DI VOLER USCIRE DA ROMA T.P.L. ED INVECE SI IMPEGNA ANCORA DI PIU'
GLI IMPEGNI NEL 2011 AMMONTAVANO AD € 124.109.037 MENTRE NEL BILANCIO 2012 SI LEGGE IMPEGNI PER € 189.800.572 SOLO 65 MILIONI IN PIU' SENZA CONSIDERARE CHE UMBRIA MOBILITA' HA DOVUTO FARE L'AUMENTO DI CAPITALE PER 34 MILA EURO .

giovedì 17 ottobre 2013

PROSSIMAMENTE VI SVELERO' CON DOCUMENTI LA VERITA' SUGLI UTILI DICHIARATI A BILANCIO PER QUANTO RIGUARDA IL SERVIZIO SU ROMA DEGLI ANNI PASSATI FORSE QUALCHE D'UNO NON LEGGE BENE I BILANCI E UNA SPERANZA CHE LA CAMERA DI COMMERCIO PER IL 25 OTTOBRE RIUSCIRA' A RENDERE VISIBILE IL BILANCIO CONSOLIDATO DI UMBRIA MOBILITA' CHE STA INCONTRANDO , ATTUALMENTE, FORTI DIFFICOLTA' PER ESSERE MESSO IN RETE
SITUAZIONE ECONOMICA DI UMBRIA MOBILITÀ. L'assessore regionale Silvano Rometti e l'amministratore delegato Franco Viola hanno descritto la situazione di Umbria mobilità, mettendo in evidenza criticità e obiettivi da raggiungere. Rometti ha spiegato che “In questi mesi l'azienda ha lavorato per migliorare la propria efficienza e la Regione ha fatto molto: aumentato il capitale sociale (cosa che altri enti non hanno fatto), stanziato risorse aggiuntive, tagliato servizi senza modificare i corrispettivi, semplificato la procedura di finanziamento dell'azienda, appoggiato l'aumento dei biglietti in alcuni comuni per adeguare la
quota dei proventi che contribuisce alla copertura dei costi. Nel frattempo però il rimborso dei crediti da Roma, circa 20 milioni previsti entro il 31
dicembre, si è molto rallentato e ne mancano ancora 14. I Comuni pagano con lentezza le fatture per i servizi di trasporto, tanto che la società ha iniziato ad applicare interessi di mora. Abbiamo prorogato il contratto di servizio a
UM, ma i relativi atti da parte di alcuni Comuni sono arrivati con grande ritardo, bloccando alcuni pagamenti. Il 25 ottobre scade il termine per le offerte economiche dei due soggetti che hanno manifestato interesse per Umbria mobilità, il nostro obiettivo è arrivare al 31 dicembre, ulteriori eventuali interventi riguarderanno il prossimo bilancio”. Massimo Monni ha sollecitato chiarimenti sulle quote di capitale detenute dalla Regione, sulle retribuzioni dei dirigenti e sulla costituzione di
parte civile dell'ente contro i vecchi amministratori per la situazione in cui hanno lasciato la società, “anche se credo che la Giunta, per motivi che non capisco, non avrà il coraggio di farlo”. L'assessore ha anche
chiarito che dopo l'aumento di capitale la Regione è passata dal 22 al 27 per
cento del capitale, dato che altri enti non hanno versato quanto promesso. Il blocco degli stipendi è stato applicato a tutti, anche ai dirigenti, ai quali non possono essere ridotti gli stipendi perché la società non è della Regione ed esistono contratti in essere che dunque non si possono modificare. Il compenso dell'amministratore attuale è più basso di
quello del suo predecessore e la presidente ha sollecitato gli enti locali a pagare quanto dovuto, anche se si trovano di fronte a rilevanti problemi di bilancio. In questo momento la priorità è recuperare crediti e garantire liquidità all'azienda, in seguito valuteremo se promuovere azioni
contro i vecchi amministratori, decisione che però spetta all'assemblea dei
soci”. Franco Viola ha infine osservato che “nell'ultimo anno ci sono stati costanti ritardi nei pagamenti da parte degli enti locali, non però da parte delle Province. Un ritardo che a volte è diventato blocco, impedendoci anche di poter scontare fatture con le banche. L'irregolarità dei flussi di pagamento potrebbe impedirci di arrivare al 31 dicembre pagando stipendi, assicurazioni e carburanti. Restando comunque indietro nei pagamenti verso i fornitori, verso i quali potremmo invece indirizzare liquidità se arrivassero i 14 milioni di euro che Roma dovrebbe versarci entro fine anno. La scelta di svolgere servizi su Roma ha consentito all'Umbria, in una
prima fase, di ottenere degli utili importanti. Ma la seconda volta che si è scelto di partecipare a quella partita è stata una scelta troppo ottimistica, che ha finito con l'aggravare la situazione umbra. Questo dimostra che i problemi regionali sul trasporto pubblico vanno risolti all'interno e non cercando soluzioni esterne. Ad esempio l'introito
relativo alla bigliettazione è bassissimo rispetto ai chilometri coperti, anche rispetto ad aree analoghe. Il sistema così non può reggersi, nonostante il taglio dei costi. Stiamo infatti avviando una nuova campagna contro l'evasione, per accertarne i contorni e recuperare gettito”. Infine, su sollecitazione di Andrea Lignani Marchesani, Viola ha riconosciuto che
esiste un problema dell'evasione sui treni della ex Fcu, escluso che si possa procedere a una dismissione della linea Terni – Rieti l'Aquila e
previsto la necessità, entro 10 anni, di rinnovare il materiale rotabile della ferrovia regionale, procedendo all'elettrificazione delle attuali
motrici diesel. PIANO DI SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA. Dopo l'illustrazione da parte dell'assessore Bracco nella scorsa seduta (http://goo.gl/nmtrpZ [1]), il documento è trasmesso all'Aula per il solo esame con 4 voti favorevoli
e 1 contrario (Monni). MP/ link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/42339 [2] [1] http://goo.gl/nmtrpZ [2]

mercoledì 16 ottobre 2013

NOTIZIE DAL CONSIGLIO REGIONALE

Nella riunione odierna del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, l'amministratore delegato di Umbria Mobilità, Franco Viola, ha fatto il punto sulla situazione: l'azienda va avanti con le difficoltà dovute ai mancati incassi, solo Regione e Provincia di Perugia hanno immesso risorse, e procede verso la data del 25 ottobre, quando saranno formulate le offerte per l'acquisto di un ramo aziendale.   (Acs) Perugia, 16 ottobre 2013 – Il Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, presieduto da Maria Rosi, ha convocato l'amministratore delegato di Umbria mobilità, Franco Viola,
per sapere come si muoverà l'azienda dopo l'ulteriore misura decisa
ieri dal Consiglio regionale di posticipare il rientro dei prestiti concessi dalla Regione da fine ottobre al 31 dicembre 2013 e in vista della gara per la cessione di un ramo aziendale, le cui offerte saranno presentate il 25 ottobre prossimo. “Umbria mobilità – ha spiegato l'ingegner Viola - persegue
l'obiettivo di andare avanti con il Piano aziendale stabilito dai soci senza farsi inghiottire dal buco che si è venuto a creare dopo la mancata ricapitalizzazione e soprattutto a causa dei mancati introiti, a partire da quelli per i servizi svolti su Roma, nonostante vi sia un piano di rientro dai debiti di Regione Lazio e Comune di Roma che farà confluire 20 milioni entro la fine dell'anno, anche  – ha detto - se il flusso si è bloccato
e ci sono difficoltà”. “Siamo in una fase di blocco degli incassi – ha spiegato
l'amministratore delegato – con i servizi che sono stati regolarmente assicurati nonostante i nostri clienti non abbiano pagato, debbano ancora sottoscrivere la convenzione, dare il necessario benestare sugli stessi servizi svolti e non ci siano nemmeno i Durc, documenti senza i quali non possiamo nemmeno riscuotere. Solo Regione e Provincia di Perugia hanno pagato, di tutti gli altri mancano le carte. Se si sbloccasse la situazione avremmo la cassa necessaria per arrivare alla fine dell'anno. Dalle tariffe, com'è
noto, arriva troppo poco, a causa del basso numero di utenti rispetto ai servizi
da coprire e della esiguità dei corrispettivi a chilometro, che è poi la ragione per cui chi mi ha preceduto ha cercato sbocchi sul mercato laziale, potenzialmente di ben altre prospettive. Ci auguriamo di arrivare al meglio al 25 ottobre, giorno in cui i due soggetti che hanno manifestato interesse ad acquistare parte dell'azienda formuleranno le loro offerte”. La presidente del Comitato di monitoraggio, Maria Rosi, ha detto che
l'organo di controllo del Consiglio regionale “continuerà a svolgere il suo ruolo di vigilanza sulle vicende che riguardano l'azienda partecipata dalla Regione, alla luce delle criticità rappresentate dall'amministratore delegato di Umbria mobilità”, il quale domani dovrà presentarsi anche davanti alla Prima commissione del Consiglio regionale, per una ulteriore audizione. PG/ link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/42316 [1] [1] http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/42316 -------------- parte successiva -------------- Un allegato HTML è stato rimosso... URL: http://liste.crumbria.it/pipermail/crumbria-news/attachments/20131016/a
94c7a41/attachment.htm

martedì 15 ottobre 2013

ULTIME DAL PIANETA DI UMBRIA MOBILITA'

per i prossimi giorni ne vedremo delle belle e probabilmente si assisterà al salto di numerose corse e vi spiego il perchè ; gli autisti di Umbria Mobilità prenderanno lo stipendio fra 10 giorni verso fine mese ed alcuni di essi attualmente si trovano in grosse difficoltà economiche sia perchè il loro stipendio è di poco superiore alle mille euro sia perchè hanno avuto la scadenza della rata del mutuo , reddito unico con famiglia a carico e quindi non hanno i soldi per poter mettere il gasolio o la benzina , fortunati coloro che hanno i genitori che possono dare loro una mano. In qualsiasi altra parte del paese i lavoratori avrebbero agito diversamente , quindi bisogna fare un plauso a questi lavoratori che comunaque hanno seguitato a lavorare . Le domande che sorgono spontanee sono queste 
1) visto che lo stipendio verrà pagato con 20 giorni di ritardo con quali soldi verrà pagata la mensilità del 10 di novembre ? 
2) se , come scritto a bilancio dai revisori dei conti e dal revisore contabile non è possibile fare la gara per la vendita della società se non verrà rispettato il piano industriale , che fra l'altro prevede l'aumento di capitale di 25 milioni di euro che nessun ente pubblico è in grado di mettere come si risolvera' il problema?
3) verrà rispettata la legge o si aggirerà tanto non succede mai niente in questa regione ?
La Camera di Commercio di Perugia ha pubblicato , stranamente , il bilancio ordinario solo il giorno dopo aver ricevuto una mia email certificata promettendo al più presto di mettere in rete il bilancio consolidato , dopo 11 giorni il bilancio consolidato non è in rete a voi il giudizio 
QUESTA SERA ALLE ORE 21 TRASMISSIONE TELEVISIVA SU RETE SOLE DOVE SI PARLA DI UMBRIA MOBILITA'

giovedì 10 ottobre 2013

SOLDI FINITI

QUESTO MESE I LACORATORI DI UMBRIA MOBILITA' NON SANNO QUANDO PRENDERANNO LO STIPENDIO E SE LO PRENDERANNO , SPERO VIVAMENTE CHE COLORO CHE FINO AD OGGI HANNO COPERTO IL TUTTO E FATTO ARRIVARE LA SITUAZIONE A QUESTI LIVELLI SMETTANO DI COPRIRE E FACCIANO VENIRE A GALLA LA VERITA' SU QUANTO SUCCESSO IN QUESTI ULTIMI 13 ANNI DOVE A CERTI PERSONAGGI E' STATO PERMESSO DI TUTTO , POICHE' ERANO SICURI CHE COMUNQUE NON SAREBBERO STATI COLPEVOLIZZATI  E NON AVREBBERO MAI PAGATO .
LA NOTIZIA PIU' ECLATANTE E' QUELLA CHE UMBRIA MOBILITA' AVEVA DICHIARATO DI VOLER USCIRE DA ROMA T.P.L. ED INVECE IN DATA 30\/ 09 / 2013 DAL NOTAIO DI ROMA E' STATO FATTO L'AUMENTO DI CAPITALE DI 34 MILA EURO DA PARTE DEI SOCI DI ROMA T.P.L. , IN CONCLUSIONE NON HANNO I SOLDI PER GLI STIPENDI MA LI HANNO PER UN AUMENTO DI CAPITALE QUANDO INVECE NE VOLEVANO USCIRE , COMPLIMENTI, IN SEGUITO VI RACCONTERO' LA STORIA CHE MI E' SUCCESSA CON LA CAMERA DI COMMERCIO VERAMENTE SIGNIFICATIVA DI COME VA LA POLITICA IN ITALIA E COME FUNZIONA

venerdì 27 settembre 2013

AVVISO DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO ?

IN BASE AD UN DOCUMENTO UFFICIALE DI UMBRIA MOBILITA' IN MIO POSSESSO PENSO DI SI  MA SIAMO A PERUGIA E TUTTO PUO' SUCCEDERE





venerdì 30 agosto 2013

VIAGGIATORI TRASPORTATI ANNO 2012 DALLA MINIMETRO'

IN BASE ALL'ULTIMO BILANCIO 2012 PRESENTATO DALLA MINIMETRO' I VIAGGIATORI TRASPORTATI GIORNALMENTE SONO 7.073 UNA MEDIA MOLTO BASSA . NEL 2008 IL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO PER UN PAREGGIO DI BILANCIO NE PREVEDEVA 15.597 AL GIORNO QUINDI NEL 2012 HANNO USUFRUITO DEL MINIMETRO' MENO DELLA META' DI QUELLA PREVISTA MA GRAZIE AL COMUNE LA PERDITA DI ESERCIZIO E' STATA CONTENUTA IN CONCLUSIONE LA DIRIGENZA MINIMETRO' DOVREBBE RINGRAZZIARE I CITTADINI CHE , SE ANCHE NON USUFRUISCONO DI TALE MEZZO DI TRASPORTO , CON LE LORO TASSE AIUTANO AD ABBASSARE LE PERDITE DI ESERCIZIO .

venerdì 2 agosto 2013

BILANCIO PROFONDO ROSSO

DOPO ANNI CHE I BILANCI VENIVANO CHIUSI IN ATTIVO , CAMBIA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE , LE PROCURE VIGILANO E IL BILANCIO SI CHIUDE CON UN PASSIVO DI QUASI OTTO MILIONI DI EURO , TIRATE VOI LE CONCLUSIONI 






giovedì 11 luglio 2013

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: “LA REGIONE FA COME PONZIO PILATO E LASCIA IL FUTURO DI UMBRIA MOBILITA' NELLE MANI DEL CDA” - ROSI (PDL): “QUESTE SCELTE POLITICHE DEBBONO PASSARE IN AULA”
La presidente del Comitato di monitoraggio sull'amministrazione regionale, Maria Rosi (Pdl), critica le affermazioni dell'assessore regionale ai trasporti, Silvano Rometti, che rimette in capo al Cda di Umbria mobilità le decisioni da prendere sul futuro dell'azienda. Per Rosi è indispensabile che la vicenda approdi nell'Aula di Palazzo Cesaroni, dove una specifica mozione da lei presentata, firmata anche dal consigliere Mantovani, attende di essere discussa.
  
(Acs) Perugia, 11 luglio 2013 – “Il problema Umbria Mobilità va affrontato, non basta uscirsene con la constatazione che la Regione detiene solo il 27 per cento della società e le decisioni sul futuro dell'azienda le deve prendere il Cda, perché si tratta di un servizio pubblico importante, quello del trasporto dei cittadini che pagano il biglietto e si vedono continuamente ridurre le corse degli autobus. C'è da dare una risposta alla comunità e ci sono i mutui e gli stipendi da pagare, con oltre 1300 famiglie che aspettano”. Lo dice il presidente del Comitato di monitoraggio Maria Rosi (Pdl), dopo che l'organo di controllo ha ricevuto dall'audizione con l'assessore Rometti le ultime informazioni sull'azienda unica del Tpl.

Secondo la Rosi, sulla vicenda di Umbria mobilità la Regione “sta facendo come Ponzio Pilato, evidenziando che le scelte le dovrà fare il Cda, ma una questione importante come quella del futuro dell'azienda unica del trasporto pubblico locale non può non passare al vaglio del Consiglio regionale, dove la sottoscritta attende ancora di discutere una mozione presentata qualche tempo fa insieme al collega Mantovani, così come non si può passare sopra la testa dei cittadini che fino ad oggi hanno pagato di tasca loro gli errori commessi dal Cda dell'azienda. Abbiamo un impegno morale nei loro confronti. È vero che, come ha sostenuto l'assessore, la Regione deve fare la programmazione del servizio ma deve farsi anche garante e controllore della efficacia, efficienza ed economicità della gestione”.

“Perché – insiste – proporre condizioni migliori ad un ipotetico nuovo acquirente del ramo fruttifero dell'azienda, quello dei servizi, con un corrispettivo chilometrico più alto e facilitazioni per invogliare all'acquisto, e non prendere in considerazione la possibilità che il servizio stesso possa essere gestito da forze umbre? Si potrebbe dare la chance alle aziende private locali che si occupano di trasporto pubblico, che fino ad oggi sono sopravvissute con corrispettivi esigui e certamente accetterebbero di poter gestire spazi più ampi a condizioni economiche migliori. In ultima analisi – aggiunge Rosi – ci sia il fallimento e si riparta da zero: mi spaventa di più una cessione incauta ad un soggetto completamente estraneo alla nostra comunità che l'ipotesi di un fallimento, quantomai vicina, alla luce di scelte politiche mai fatte e che sarebbe ora di cominciare a fare”.
Infine Maria Rosi sottolinea la “sensibilità” del Prefetto, il quale “ha promosso un incontro con le maestranze e l'azienda, che purtroppo non ha dato esiti positivi”. PG/pg


martedì 9 luglio 2013

I CONTI IN TASCA ALLA REGIONE SU UMBRIA MOBILITA'

La governatrice Catiuscia Marini fa strame di alcune scelte industriali della passata gestione di Umbria Mobilità: “Ha fortemente compromesso la solidità dell’azienda”. Il riferimento diretto, emerso nel corso dell’incontro odierno con i sindacati, è stato ad “accordi e alleanze con altre società, come ad esempio Roma Tpl, che andavano oltre il core business della società”, rappresentato dal trasporto pubblico regionale. Senza mezzi termini, la presidente della Regione ha sostenuto che “le responsabilità di tali scelte stanno emergendo tutte”.
Altrettanto decisa la rivendicazione del contributo dato per evitare che la situazione precipitasse. “In questi ultimi sette mesi – ha detto la Marini - la Regione Umbria ha garantito un livello di attenzione assolutamente straordinario, impegnando dal proprio bilancio ben 25 milioni di euro a salvaguardia del servizio di trasporto pubblico, dei salari e del posto di lavoro dei dipendenti della società”.


“Vi assicuro – ha continuato - che non è stato e non è un compito semplice. Così come vorrei sottolineare che le persone che compongono oggi il consiglio di amministrazione nominato in sostituzione del precedente lavorano con serietà, sobrietà e rigore per perseguire l’obiettivo”. Messaggio per niente cifrato nei confronti dei tanti, anche tra i sindacati, che hanno messo nel mirino il nuovo management. 


Al convegno i sindacati hanno ribadito la bocciatura della soluzione che prevede “una nuova società, in cui confluiranno dipendenti, autobus, treni e motonavi, depurata dai debiti e da mettere sul mercato”, con i debiti che “rimarranno a carico dei cittadini umbri”. Una soluzione “subìta” dal sindacato, che avrebbe preferito “la ricapitalizzazione degli attuali soci e, in alternativa, da parte della Regione”. Non cambiano il “no” alla vendita totale (“bisogna fermarsi al 70 per cento, le istituzioni devono avere voce in capitolo”) così come la richiesta di garanzie da inserire nel bando di gara per il mantenimento dei livelli occupazionali e retributivi e dell’integrità dell’attività aziendale.  


i 25 milioni di euro dati fino ad oggi ad Umbria Mobilità dovranno essere resi entro la fine dell'anno altrimenti chi si troverà in difficoltà sarà la regione stessa , siamo di fronte al cane che si morde la coda , prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e al 31 dicembre vedremo come ci si arriverà considerando che ancora dovranno trovare ulteriori fonti di guadagno per poter seguitare a pagare gli stipendi fino a che non entrerà in ballo la nuova società , in conclusione 25 milioni dati in futuro altre 5 milioni per ogni mese a venire per poi trovare altre risorse per pagare le rate dei mutui in scadenza , ma chi di dovere quando farà finalmente chiarezza su questa situazione che dire ingarbugliata è dire poco ?

lunedì 8 luglio 2013

LA VERITA' SU UMBRIA MOBILITA' SARA' QUESTA ?

IL VERO PROBLEMA E' CHE LA SOCIETA' E' NATA MALE E FINIRA' PEGGIO I PROBLEMI CON LE BANCHE SONO INIZIATI NEL LONTANO 2006 BILANCIO CONSOLIDATO APM 2006 E SUCCESSIVAMENTE LA SITUAZIONE SI E' AGGRAVATA QUINDI NON E' SOLO GLI INCASSI DA ROMA IL VERO PROBLEMA 

TRASPORTI: SITUAZIONE E PROSPETTIVE DI UMBRIA MOBILITÀ – AUDIZIONE CON L'ASSESSORE ROMETTI AL COMITATO PER IL MONITORAGGIO E LA VIGILANZA
L'assessore regionale ai trasporti Silvano Rometti è intervenuto ai lavori del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, facendo il punto sulla situazione di Umbria mobilità. Rometti ha spiegato che il futuro dell'azienda verrà deciso dal consiglio di amministrazione, a cui spetta la decisione di quale quota mettere in vendita oltre a quella già stabilita del 70 per cento.


(Acs) Perugia, 8 luglio 2013 – Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni l'audizione con l'assessore regionale Silvano Rometti, convocato dalla presidente del Comitato di vigilanza e monitoraggio, Maria Rosi, per fare il punto sulla situazione della società regionale di trasporto Umbria mobilità.
Aggiornando i commissari sulle ultime vicende societarie, Rometti ha spiegato che “la Regione detiene solo il 27 per cento delle quote di UM, non risultando dunque un socio di maggioranza. A livello nazionale è emerso che altre società di trasporto pubblico si sono trovate in difficoltà e in crisi di liquidità per i servizi prestati fuori regione e non regolarmente pagati. I tagli nazionali ai trasferimenti per il trasporto pubblico locale, dell'ordine del 20 – 30 per cento, hanno inferto un colpo molto duro al settore. Nonostante i fondi aggiuntivi stanziati dalla regione Umbria mobilità rimane in difficoltà, anche perché da Roma non arrivano i fondi previsti a pagamento dei servizi svolti. Abbiamo dato seguito a quanto previsto dal Consiglio regionale, velocizzando i pagamenti verso le aziende di trasporto: un miglioramento che sicuramente avrà degli effetti. Abbiamo poi ridotto del 7 per cento i chilometri coperti e portato a 2 euro il corrispettivo per ogni chilometro. A questa cifra poco però si aggiunge dalla vendita dei biglietti. Sarà nostro interesse coinvolgere quanto più possibile i privati anche se le indicazioni dell'ex Governo Monti sul taglio dei servizi a 'domanda debole' ridurrebbe in modo drastico il servizio di trasporto umbro”.
A seguito delle sollecitazioni dei consiglieri Cirignoni, Bottini, Brutti, l'assessore Rometti ha ulteriormente articolato che “la gara per la vendita del 70 per cento della società viene seguita dal Consiglio di amministrazione e non dalla Regione Umbria e saranno i soci a decidere quali ulteriori quote mettere in vendita in seguito. Domani ci sarà un incontro tra Regione e sindacati e sarà incentrato sui diritti dei lavoratori e sulle prospettive per i dipendenti in vista della vendita. Sarà importante capire se il Governo stanzierà dei fondi per il rinnovo dei mezzi di trasporto pubblico, cosa che renderebbe più facile l'arrivo di compratori. La bozza del Piano regionale dei trasporti è pronta per quanto riguarda la parte dei servizi, sulle infrastrutture invece dobbiamo ancora lavorare: ma questo non ha nulla a che fare con il futuro di Umbria mobilità. Quando Umbria mobilità è stata creata il suo bilancio, grazie ai 5,2 milioni di euro della Regione, era in pareggio. Ci sono stati 100 pensionamenti e l'impegno a non assumere per 4 anni. Poi nel febbraio 2012 l'Assemblea dei soci ha iniziato a delineare un quadro di criticità, sottovalutando però i ritardi nei 'pagamenti romani' e la stretta nei finanziamenti da parte delle banche”. MP/

giovedì 4 luglio 2013

NOVITA' SU STIPENDI DI UMBRIA MOBILITA'

IL 16 LUGLIO VERRANNO PAGATI GLI STIPENDI E UNA TANTUM DEL CONTRATTO NAZIONALE MENTRE LA QUATTORDICESIMA VERRA' PAGATA DA AGOSTO IN SETTE RATE , LE DOMANDE DA FARE SONO DUE
1) DA DOVE PROVENGONO QUESTI SOLDI PER PAGARE ?
2) A FINE ANNO QUANTI MILIONI UMBRIA MOBILITA' DOVRA' RESTITUIRE E DOVE LI     TROVERA'  CON QUALE SOLDI SALDERA' LE RATE DEI MUTUI
DI BUONO VI E' CHE I LAVORATORI , ANCHE SE NEL TEMPO , AVRANNO QUANTO DOVUTO MENTRE DI BRUTTO VI E' IL TAGLIO DEI SERVIZI L'AUMENTO DEL BIGLIETTO E QUANTI DEBITI I CITTADINI SI TROVERANNO A PAGARE NEI PROSSIMI 20 ANNI

E I CITTADINI UMBRI PAGANO


martedì 2 luglio 2013

A QUANDO LA VERITA' SU UMBRIA MOBILITA'

RIUSCIRA' LA DIRIGENZA DI UMBRIA MOBILITA' A NON FAR FERMARE I TRENI E GLI AUTOBUS PER MANCANZA DI GASOLIO O DI PEZZI DI RICAMBI ? SEMBRA CHE LA SITUAZIONE SIA DRAMMATICA IN TAL SENSO E CONSIDERANDO CHE SI VA INCONTRO AL MESE CRITICO DI LUGLIO , PENSO NE VEDREMO DELLE BELLE, SETTE MILIONI DI EURO SERVONO PER GLI STIPENDI E QUATTORDICESIMA DEI LAVORATORI PIU' L'UNA TANTUM DEL CONTRATTO NAZIONALE , PIU' SVARIATI MILIONI PER PAGARE LE RATE DEI MUTUI CHE SONO MOLTO ALTE , PIU' ACCONTENTARE I FORNITORI .
DOVE SI TROVERANNO TUTTI QUESTI SOLDI ? VEDREMO COSA SUCCEDERA' A LUGLIO NEL MESE DI AGOSTO POI SI SCOPRIRANNO TUTTI I DATI DEI BILANCI DI UMBRIA MOBILITA' E USCIRA' UNA VERITA' DIVERSA DA QUELLA DECANTATA DA TUTTI POICHE' SECONDO ME SARA' PEGGIORE DI QUELLA DEI BILANCI 2011

venerdì 21 giugno 2013

QUANTO SUCCESSO A BOLOGNA E PERUGIA ?

LAVORI IN CORSO NON REGOLARI, CAUSA DI INCIDENTI A BOLOGNA CONDANNATI IL COMUNE E LA DITTA ESECUTRICE AD UN RISARCIMENTO DI 9.MILIONI DI EURO IL DANNEGGIATO. E' cosa nota a tutti gli utenti della strada (amanti delle due ruote prima degli altri) che il sistema viario italiano non sia proprio l'esempio da seguire in fatto a manutenzione: tra normale usura, "rattoppi" fatti con troppa superficialità e periodici lavori in corso, spesso ci troviamo a dover improvvisare pericolosi "slalom" tra buche e profondi avvallamenti. Le insidie, però, si annidano anche quando vengono (finalmente) svolte le opere di manutenzione del fondo stradale: è sufficiente, infatti, che i lavori in corso non siano segnalati in maniera opportuna per causare incidenti, anche con gravi conseguenze. E' proprio questo il caso di un grave sinistro, avvenuto nel 2001 sulla strada San Lorenzo – Fiordinano nel territorio del comune di Meldola (FC), che provocò l'invalidità permanente di uno sfortunato automobilista, Gabriele Petrungaro; a causa della ghiaia sparsa sull'asfalto in seguito a dei lavori, infatti, la sua vettura sbandò e uscì fuori strada, cappottandosi. La battaglia legale che ha seguito il drammatico evento ha visto recentemente il pronunciamento della Corte di Appello civile di Bologna, che ha condannato il comune di Meldola e la ditta esecutrice dei lavori a risarcire il danno subito dall'automobilista: grazie a questa sentenza, che conferma quella di primo grado ma triplica la somma da liquidare, Petrungaro riceverà quindi un'indennità di oltre nove milioni di Euro. Nonostante sia ancora appellabile presso la Corte di Cassazione, questa decisione conferma quindi la duplice responsabilità in caso di lavori di manutenzione stradale: secondo i giudici, infatti, il pietrisco che causò lo sbandamento della vettura di Petrungaro non era stato segnalato in maniera corretta, risultando "non distinguibile dal resto della carreggiata". Che questa sentenza sia d'esempio per una maggiore attenzione in futuro? .