venerdì 24 giugno 2011

UTILE UMBRIA ACQUE

QUESTO E' L'UTILE FATTO DA UMBRIA ACQUE PER L'AMMO 2010  PER FORTUNA CHE SI VANNO A CHIEDERE SEMPRE PIU' SOLDI E SE L'AZIENDA ERA IN PERDITA QUANTO AVREMMO DOVUTO PAGARE ?


Anonimo (Zeta) ha detto...

allora diciamola tutta: il "caso Umbriacque" e modalità di gestione e spartizione utili in un paese normale si ravviserebbero subito "azioni di apologia di reato"..abuso d'ufficio e svariate "cosucce"...sicuramente contrario al "Diritto alla Buona Amministrazione Pubblica" valore di Legge in tutti gli Stati apparteneti all'EU oltre al diritto di uguaglianza di cittadinanza, qua è purtroppo percepita come "cosa e niente", al massimo entra nelle discussioni politiche e la si chiama sminuendo così di fatto il problema (come da pratica mafiosa), questione morale? (!) Oltre andare in netta contrapposizione al recente referendum che ha riconosciuto in sostanza l'acqua bene pubblico e quindi di gestione pubblica ma se poi proprio il "pubblico" adotta sistemi ben più pesanti disomogenei e indemocratici dei privati, di "cosa si tratta"?  diZeta

mercoledì 15 giugno 2011

LETTERA APERTA ALL'ASS CICCONE A PROPOSITO DELL'INCIDENTE MORTALE A SAN SISTO DEL RAGAZZO 18 ENNE (M Mancinelli resp FLG- SENTINELLE)

Egregio Ass. Ciccone,come già sinteticamente illustratole durante il nostro seminario/convegno tenutosi in Regione cui Lei gentilmente partecipò introducendoci quello che in sostanza và in più sedi divulgando (ANCI) quale grandioso progetto tecnologico, promuovendolo come soluzione miracolosa all'insicurezza stradale  della ns città e addirittura progetto sperimentale a livello nazionale (a ns.avviso dispendioso, tardivo nei riscontri e pertanto non rientrante nei parametri di scelta progetti del PNSS costi/benefici). Colgo l'occasione per ricordarLe quel che fù già detto al convegno stesso fra cui alcune nozioni di principio e modalità attuativa della sicurezza stradale e doveri degli enti e amministratori pubblici sinteticamente illustrate dal capo Tecnico della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale dr.Coppo: ricordando lo stesso che esiste un principio (di Legge) per la sicurezza stradale, che vale in modo particolare nell’ambito urbano che recita: "Metti in sicurezza lo spazio stradale per l’utente più vulnerabile: pedoni e due ruote e tutti gli altri viaggeranno più sicuri". Ora se pur concordando della realtà che ci pone di fronte ad una manovra finanziaria che penalizza fortemente gli enti locali, l’Amministrazione comunale è tenuta compatibilmente con le risorse di bilancio, a lavorare su una scala di priorità programmatiche, ormai imprescindibile proprio per la riduzione delle risorse, ma le scelte di spesa per quanto concerne gli interventi sulla messa in sicurezza sono già normate da modalità d'intervento conformi a quanto previsto per la messa in sicurezza delle strade urbane e periurbane quali: il realizzare marciapiedi e piste ciclabili, rafforzare gli attraversamenti pedonali e ciclabili, mettere in sicurezza le intersezioni con rotatorie e minirotatorie, migliorare l’illuminazione stradale, rafforzare la segnaletica stradale e tecnologie a supporto quali possano essere gli speed check, o semaforo attivo compreso,(ove già esistente), ma in sostanza se l'intervento è limitato ad uno solo di essi e peggio a quest'ultimi (speed check) ove mancano requisiti di base della sicurezza stradale ed in pratica insufficienti e nel caso di San Sisto un aggravio di spesa inutile visto il semaforo già preesistente. L'alternativa doverosa a questi quale la poposta dal comitato di quartiere (tenere in funzione il semaforo fino tarda notte) si rivela quindi non solo intelligente deduzione, ma giusta, in alternativa restava eseguire (da tempo) la minirotatoria.

Evidenziando che molti dei requisiti/interventi sopra citati sono in sostanza ignorati quali "modalità" nella messa in sicurezza e prevenzione incidentalità nelle nostre strade, raccomandate e prioritarie invece proprio nelle zone urbane e periurbane in cui l'incidentalità e il disagio pedonale è più elevato come più volte da noi denunciato anche all'assessore Liberati (un es per tutti via S Girolamo), auspichiamo che preso atto della grave situazione e inspiegabili ritardi, gli interventi che verrano adottati nella città e zone limitrofe siano eseguiti tempestivamente ed efficacemente come le norme comandano, senza abusare dei spesso "inutili" o almeno insufficienti all'attuazione delle norme e alla vivibilità urbana (soprattutto dei pedoni ma non solo) quali gli "speed checK".

Per quanto concerne le "ZONE30" anche questa da Lei prospettata come soluzione alla messa in sicurezza (progetto tra l'altro da noi divulgato e richesto 4 anni fà) ricordiamo che il
criterio della sicurezza nelle "ZONE 30"può essere sinteticamente espresso nei seguenti termini: disegnare la strada in modo che il conducente di un veicolo motorizzato sia indotto a mantenere costantemente la velocità di sicurezza. Questo criterio si basa sulla constatazione che il comportamento di guida è fortemente condizionato dal disegno della strada1, per cui la progettazione della "zona 30" fa leva sul disegno stradale, tramite opportune misure di moderazione del traffico, per indurre il conducente a mantenere costantemente la velocità di sicurezza, la quale è variabile da luogo a luogo. Le misure di moderazione vengono dunque adottate solo là dove si valuti che la velocità di percorrenza supera quella di sicurezza.
Il progettista della "zona 30" deve essere un attento osservatore del comportamento di guida e come questo sia influenzato dal modo in cui la strada è disegnata
In proposito vi sono alcune correlazioni importanti che il progettista deve tenere sempre presenti:
longitudinalità della strada/velocità. La longitudinalità accentua il carattere di canale di traffico della strada ed invoglia alla velocità; pertanto bisogna interrompere le lunghe linee di convergenza orizzontale (quali i fili dei marciapiedi), riducendo la longitudinalità in modo tanto più accentuato quanto più si vuole ridurre la velocità: la moderazione del traffico predilige l’andamento sinuoso evitando il lungo rettifilo;

• ampiezza della sezione stradale/velocità. Le corsie veicolari ampie favoriscono la velocità; pertanto bisogna ridurre la larghezza della corsia al minimo strettamente necessario, tenendo conto dell’ingombro dinamico dei veicoli;

• orizzontalità del piano stradale/velocità. L’orizzontalità del piano stradale e l’assenza di ogni elemento che, emergendo in verticale, possa apparire come un potenziale ostacolo, favoriscono la velocità; pertanto, l’adozione di misure verticali contribuisce a moderare la velocità;
tipo di paesaggio stradale/velocità. Il paesaggio tipico della strada come canale di traffico induce alla velocità; un paesaggio dove prevalga l’aspetto del cortile-giardino per il gioco dei bambini o per la sosta e l’incontro delle persone induce ad adottare un regime di guida prudente; pertanto occorre, tutto dove ciò è possibile, trasformare il paesaggio stradale in modo da fargli assumere l’aspetto di un luogo poco adatto alla circolazione veicolare;
visibilità/velocità. La buona visibilità di pedoni e ciclisti nei punti di potenziale impatto, come sono le intersezioni, consente ai conducenti di regolare tempestivamente la velocità riportandola nei margini di sicurezza; pertanto occorre che i punti di potenziale impatto con gli utenti deboli siano dotati di alta visibilità.

Le migliori pratiche di disegno sono quelle che esercitano il giusto effetto di moderazione della velocità, senza rendere troppo disagevole la guida del veicolo: una buona progettazione induce a moderazione il traffico motorizzato, senza provocare disagi al percorso dei mezzi di emergenza, quali l’ambulanza o i vigili del fuoco. Nella progettazione delle misure di moderazione bisogna tener sempre presente il vincolo di non rendere disagevole il transito dei mezzi che svolgono servizi pubblici. (vedi dossi ).

A fronte di ciò appare ovvio anche ad un non esperto che non è certo "lo stradone" di San Sisto idoneo a divenire "ZONA30" e gradiremmo incontrare i tecnici che suggeriscono tali interventi per conoscere quali zone prevedono destinarli offrendo loro consulenza gratuita.!


Ricordando che in caso di infortunio stradale (alla pari degli incidenti sul lavoro) l’Ente è riconosciuto per legge come soggetto corresponsabile dell' incidente stradale con sentenza di Cassazione
14 marzo 2006, n. 5445. Cause in atto localmente stanno perseguendo la stessa linea poichè sussiste motivazione ingiustificata ma costituisce aggravante qualora venga richiesta dall'Ente per ricorso, qualsivoglia motivo alla mancanta manutenzione (e messa in sicurezza) stradale.
Pertanto è di fatto in obbligo l’attuazione delle stesse norme di messa in sicurezza stradale non solo come atto di buon governo nell’interesse generale della città e dagli indici dell’elevato numero di incidentalità (parametro determinante programmazione del Pnss) -per tanto gli enunciati provvedimenti sono a ns avviso inadeguati. Una vita è un costo sociale ed economico elevato, quindi di dovoresa attenzione da parte degli amministratori, ma auspichiamo in seno ad una nuova visione politica anche e soprattutto in coscienza.

Mary Mancinelli
resp FLG- Sentinelle Umbria
 

in calce  Art. da "Il Giornale dell'Umbria" del 8 giugno 2011 pag 8:
"Incidente a San Sisto, Ciccone: soluzioni in arrivo per tutte le criticità"
:...a San Sisto è ancora polemica sulla sicurezza di quell’incrocio (con semafori lampeggianti dalle 23) e degli altri per la cui sistemazione si sta battendo un comitato di cittadini. Roberto Ciccone, assessore alla mobilità del Comune di Perugia, ha voluto esprimere il suo "più sincero cordoglio alla famiglia della vittima. I fatti e le responsabilità verranno accertati dagli organi di polizia, ma sarà mia premura verificare la messa in sicurezza dell’incrocio in viale San Sisto e di altre strade che giornalmente ci vengono segnalate dai cittadini come pericolose"."Erano già stati fatti dei sopralluoghi da parte dell’ufficio segnaletica subito dopo la notifica della lettera firmata dal Coordinamento di San Sisto – prosegue Ciccone facendo riferimento alla richiesta consegnatagli lo scorso 3 marzo – ma non possiamo lasciare il semaforo acceso per tutta la notte. Si può fare solo In casi di incroci particolarmente brutti, con visualità ridotta, o molto transitati, in città grandi come Roma o Milano. Quello di San Sisto non rientra in queste casistiche e quindi dobbiamo trovare i giusti mezzi tecnici per cercare di metterlo in sicurezza. Probabilmente saranno installati dei speed check. Contiamo di effettuare a breve un sopralluogo finale per decidere come metterli". "Questo tipo di lavoro – con clude Ciccone – lo stiamo facendo anche in altre zone della città, non solo su quelle che ci sono state segnalate come pericolose. Stiamo predisponendo un piano per ridurre la velocità anche a 30 km orari, soprattutto per il centro, per migliorare la sicurezza delle strade".

mercoledì 8 giugno 2011

UN ALTRO INCIDENTE MORTALE A PERUGIA

http://www.agi.it/perugia/notizie/201106081028-cro-rpg1001-incidenti_stradali_muore_a_perugia_imprenditore_mecenate_boxe#
10:28 08 GIU 2011
(AGI) - Perugia, 8 giu. - Un imprenditore edile di 76 anni, Alvaro Chiabolotti, e' morto questa mattina in un incidente stradale tra Ellera di Corciano e Solomeo, in provincia di Perugia. L'uomo, alla guida di un furgone, e' finito contro il muro di un sottopasso. Sull'esatta dinamica sono al lavoro polizia stradale di Perugia e polizia municipale, intervenuti sul posto insieme al 118. Non e' escluso che l'imprenditore sia stato colto da malore. Chiabolotti era molto conosciuto a Perugia negli ambienti della boxe, sport che amava e di cui e' considerato un 'mecenate'. Tra i pugili che ha sponsorizzato l'ex campione del mondo Gianfranco Rosi. (AGI) Pg17Sep 
e ancora.....:
L’incidente ieri mattina sullo svincolo dell’uscita di Ferro di Cavallo del raccordo Perugia-Bettolle. Sbanda e vola contro il guardrail, grave 39enne
PERUGIA - Forse è stato tradito dall’asfalto bagnato che gli ha fatto perdere il controllo dell’auto. Forse una distrazione.
Ha centrato il guardrail che delimita lo svincolo dell’uscita di Ferro di Cavallo, di fatto scavalcandolo, per poi arrestare la sua corsa nell’aiuola interna. Ora si trova ricoverato in ospedale, in prognosi riservata, ma non risulterebbe in pericolo di vita. L’incidente si è verificato ieri mattina lungo il raccordo Perugia-Bettolle. La station wagon, guidata da un 39enne di origini pugliesi, residente a Corciano, intorno alle 9, in prossimità dell’uscita, ha centrato la barriera che definisce lo svincolo, Un impatto frontale, che ha fatto balzare l’auto oltre la barriera stessa. Come detto, il conducente ha perso il controllo, forse a causa dell’asfalto bagnato. In quel momento, nella zona, stava piovendo. Nel violento urto, l’auto è andata completamente distrutta. I vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme a polizia stradale e carabinieri, hanno dovuto lavorare a lungo per riuscire a recuperare l’a u t o m o b i l ista, rimasto incastrato tra le lamiere contorte. Completato il soccorso, l’immediato trasferimento al Santa Maria della Misericordia, dove il 39enne si trova ricoverato. I primi accertamenti sul posto hanno permesso di escludere il coinvolgimento di altri veicoli. Sul tratto di quattro corsie si sono registrati inevitabilmente dei rallentamenti considerando anche l’ora di “punta”, proseguiti per la durata delle operazioni di soccorso e di recupero del veicolo incidentato.
Il guardrail danneggiato è stato immediatamente sostituito dagli operai dell’Anas. Un altro incidente si era verficato nella tarda serata di lunedì a Fontignano, lungo la Pievaiola. Nel sinistro sono rimasti coinvolti due veicoli. Feriti,in maniera non grave, i conducenti delle autovetture e un passeggero. A originare lo scontro, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe stato il mancato rispetto di una precedenza in corrispondenza di un incrocio.. Ma l’esatta dinamica dell’incidente deve essere ancora definita (fonte: IlGiornale dell'Umbria)
Forse non sono questi i casi o forse che sì, una riflessione è comunque doverosa e senza  esser degli esperti basterebbe andare verificare  in pronto soccorso nel nostro ospedale di Perugia in giornate di pioggia, specialmente dopo un periodo di secca, per toccare con mano quanto aumentino i casi d'incidentalità più o meno gravi ed allora chiedersi (e verificare) quanto abbia concorso lo stato dell'asfalto, la mancanza di barriere adeguate, banchine, segnaletica..lunghezza della rampa o quanto adeguata sia l'angolo di curvatura (quest'ultimi rilevabili solo con tecnici onesti) al verificarsi di questa sistematica impennata anche se in corresponsabilità di comportamenti di guida errati (o meno) e nell'evidenziare poi che il ripetersi riguarda alcune tratte della città e dintorni  non può che determinare le priorità di intervento della messa in sicurezza degli stessi, e tuttosommato  è quanto leggi e norme già prevedono e quanto di responsabilità civile di Enti, tecnici, amministratori, e addetti al traffico. Noi lo sappiamo, e loro?
In prospettiva ci son faraonici costossimi progetti "tecnlogici" del comune che per rilevare ciò che da 10 anni non fà adeguatamente e sistematicamente (nonostante le Leggi) con i soggetti preposti alla tutela del bene comune e buona amministrazione. E visto che questa è possibile attuare a sistema solo con l'adottare con professionalità ed onestà morale ed intellettuale l'esercizio delle proprie funzioni, e adeguate capacità avulsa dal servilismo ai comitati d'affari dovremmo quindi dedurre che dal T-red alle gigantesche spropositate e spesso confuse rotatorie (o ben altro) vorrebbero ora spostarsi prontamente sulla tematica sicurezza stradale prima che questa, vista la rilevanza e modalità che innesca, se pur ignorate per anni a causa della innalzata odierna presa di coscienza collettiva e cambio di cultura nonostante la limitata strumentale distorta visione fino a qui imposta da poteri economici e politici (Ania, ACi ecc..) e grazie al supporto dei media servili,  privi loro di capacità di perseguire antichi vizzi puntando quindi sulle tecnologie "sperimentali" favorevoli a nuove/vecchie speculazioni e cricche, confermando così la capacità di gestire interventi, progetti, fondi e di "soggettiva" programmazione di sviluppo urbano rilevando quel che per questi "è rilevabilmente innocuo"? Eppure  a noi basta una telecamera e delle foto!

ps: partecipo al dolore di amici e parenti per la scomparsa di Alvaro Chiabolotti, migrò all'estero insieme a mio padre ove io nacqui.
Mary Mancinelli
FISICO (Fondazione Sicurezza Circolazione Onlus)
SentilleUmbre-FLG

martedì 7 giugno 2011

INDIRIZZI GENERALI SICUREZZA STRADALE

Caro Direttore.
la prego giustificarmi se con il seguente articolo mi dilungherò un pò, ma ritengo doveroso meglio esplicitare la nota di ieri in risposta al comunicato stampa dell'Assesore Vinti a proposito della "covenzione" al Piano Sicurezza Nazionale e far chiarezza su alcuni elementi fondamentali riguardanti gli schemi dell'iter procedurali del Piano Nazionale Sicurezza Stradale esistente dal 99 La non conoscienza diffusa di tali norme e azioni doverose da attuare per la tutela della sicurezza, l'innalzamento della qualità di vita, l'abbattimento di costi sociali, l'ottimizzazione della spesa pubblica a salvaguardia della vita, rende strumentalizzabili le stesse soprattutto da una facile politica propagandistica e strumentale. La tematica attraversa l'intera società e pone al disopra di tutto la qualità della vita leva fondamentale e oppurtinità di revisione dei concetti e comportamenti non solo del singolo ma di tutti soggetti coinvolti ivi compresa la Politica che determinerebbe uno sviluppo sostenibile innalzando culturalmente un senso civico assai latente, il tutto purtroppo ostato da chiara inadeguatezza e inadempienze.

Gli indirizzi generali e le linee guida di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale

Obiettivi Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale fu istituito dalla legge del 17 luglio 1999, numero 144, che ne definisce anche gli obiettivi e le caratteristiche di base. La norma recepisce una esigenza segnalata nella Prima relazione al Parlamento sullo Stato della Sicurezza Stradale del 1998, che evidenziava ",,,l'opportunità di predisporre un piano nazionale per la sicurezza stradale consistente in un sistema articolato di indirizzi, di misure per la promozione e l'incentivazione di piani e strumenti per migliorare i livelli di sicurezza da parte degli enti proprietari e gestori di reti stradali, di interventi (infrastrutturali, di prevenzione e controllo, normativi e organizzativi), di strumenti per migliorare la conoscenza dello stato della sicurezza stradale e della sua evoluzione.

Il Piano fu finalizzato a creare le condizioni per una mobilità sicura e sostenibile, riducendo il drammatico tributo di vittime imposto quotidianamente dagli incidenti stradali e gli ingenti costi sostenuti dallo Stato, dal sistema delle imprese e dalle famiglie a causa degli stessi.

L'obiettivo di riferimento recepiva le indicazioni del secondo programma per la sicurezza stradale elaborato dalla Commissione europea: riduzione del 50% del numero dei morti e feriti entro il 2010- obiettivo non solo disatteso, ma ben lontano come possiamo constare dai dati che mettono oggi l'Umbria terza regione nella classifica nazionale.

I dati nazionali di oggi non discostano molto da quelli allarmanti del 97: oltre 6.500 morti-290.000 feriti-costi sociali stimati 42.000 miliardi determinarono l'impegno alla riduzione prevista con l'applicazione dei programmi di 12.000 miliardi/anno rispetto alle condizioni attuali e di 24.000 miliardi/anno rispetto ai livelli raggiunti se perseguisse la tendenze Si ribadiva già allora che: "il conseguimento di questi obiettivi consentirebbe di recuperare il pesante ritardo che il nostro paese ha accumulato rispetto alla evoluzione media europea a causa di tale ritardo l'Italia registra ogni anno circa 2.800 vittime "in più" rispetto alla media dei paesi europei più "attenti" (civili) alle problematiche sulla sicurezza stradale.

I contenuti di tali indicazioni si basano sui risultati delle Relazioni al Parlamento. La Relazione al Parlamento sullo Stato Stradale è prevista dal Art 1 del Codice della Strada che come dallo stesso previsto viene presentata al CNEL per acquisirne il parere.Passando successivamente al Consiglio dei Ministri delegando in genere il Ministro dei Lavori Pubblici alla trasmissione in Parlamento.

Tra i caratteri peculiari dei Principi Generali e Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, tre assumono particolare rilievo.

• Il primo riguarda la sistematicità dell'azione di contrasto ai fattori di rischio.
• Il secondo carattere peculiare del Piano è costituito dalla forte prevalenza di strumenti attuativi basati sulla concertazione, sul partenariato e sull'incentivazione.Tali strumenti mirano a creare una rete di interventi tra loro coordinati e convergenti. La Relazione al Parlamento evidenziò la forte influenza esercitata dalle condizioni infrastrutturali, urbanistiche e ambientali sui livelli di sicurezza stradale. Si configura quindi una condizione di responsabilità diffusa che riguarda non solo i conducenti indisciplinati ma anche le Amministrazioni locali, gli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto, il sistema delle imprese. Tutto ciò, recitano i Principi Generali, rende necessario costruire un Piano fortemente orientato a promuovere interventi per il miglioramento della sicurezza stradale da parte di tutti i soggetti sopra elencati.

• Il terzo Infine il piano tende a favorire lo sviluppo di una nuova cultura della sicurezza stradale sia per quanto riguarda i singoli cittadini, sia per quanto riguarda i tecnici che si occupano di reti e servizi di trasporto stradale (formazione professionale e rafforzamento delle strutture tecniche), sia per quanto riguarda i decisori.

LE LINEE DI AZIONE In relazione ai criteri sopra indicati-e ad altri che per brevità ho omesso- I Principi Generali e le Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale individuarono sette linee di azione.

1. Misure di indirizzo, coordinamento e incentivazione riguardanti progetti e interventi per migliorare la sicurezza stradale da parte dei Governi Regionali delle Amministrazioni locali degli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto.

2. Costruzione di una cultura della sicurezza stradale attraverso un'azione di informazione ed educazione dei cittadini e di sensibilizzazione e formazione dei tecnici e dei decisori.

3. Rafforzamento dell'azione di prevenzione, controllo e repressione,sia a livello centrale che a livello locale, prevedendo a tale fine un più stretto coordinamento tra le forze di polizia, l'evoluzione dei modelli operativi, una maggiore diffusione di nuove tecnologie.

4. Rafforzamento dell'azione sanitaria, sia per quanto riguarda la natura e la tempestività del primo e del pronto soccorso.

5. Miglioramento delle regole e dei controlli su veicoli, conducenti e servizi di trasporto sia attraverso accordi mirati a migliorare la sicurezza dei veicoli, sia attraverso il rafforzamento delle abilità di guida dei conducenti, sia attraverso un più capillare ed efficace controllo di veicoli e conducenti.

6. Miglioramento della organizzazione del traffico e della rete infrastrutture tramite predisposizione di nuovi strumenti di pianificazione del traffico, il miglioramento dei livelli di sicurezza della rete stradale, l'incentivazione di "Progetti per il miglioramento della sicurezza stradale". In questo quadro assume particolare rilievo l'azione mirata a creare condizioni di maggior equilibrio tra qualità urbana, condizioni ambientali, sicurezza dei pedoni, condizioni di vivibilità della città ed esigenze della circolazione dei veicoli.

7. Sviluppo dell'informazione agli utenti e delle campagne di sensibilizzazione.

I Principi Generali e le Linee Guida evidenziarono come per la definizione e l'attuazione del Piano Nazionale della Sicureza Stradale fosse opportuno costituire due strutture:
a) Il Comitato per la sicurezza strdale, quale sede di concertazione e coordinamento dei soggetti che contribuiscono direttamente alla definizione del Piano e alla sua attuazione (con particolare riferimento alla partecipazione dei Governi regionali e del sistema delle Amministrazioni locali) e come strumento di verifica della sua attuazione;
b) La Consulta della Sicurezza Stradale, come sede di confronto, proposta e valutazione sui contenuti, sui programmi attuativi e sui risultati del Piano, da parte delle associazioni di categoria, delle parti sociali, delle associazioni etc.

Attraverso queste strutture vengono assicurate le condizioni organizzative e i supporti tecnici necessari per promuovere e gestire la concertazione e il partenariato. Il Piano è inoltre dotato di strumenti tecnici (rete degli archivi dati statistici)

a)Il Sistema di misure per il monitoraggio cioè parametri, standard e indicatori che consentono a tutte le amministrazioni e agli Enti che partecipano all'attuazione del piano di analizzare lo stato e l'evoluzione dlla sicurezza stradale e soprattutto di individuare i fattori di rischio presenti in una determinata area o in un determinato comparto della mobilità.

b)Il repertorio degli interventi sulla sicurezza stradale(internet) di soluzioni e interventi misure e progetti per il miglioramento della sicurezza stradale corredato di dati sui costi, sui risultati raggiunti, sulle procedure adottate a servizio dei tecnici e dei decisori delle Amministrazioni locali e degli Enti gestori di reti e servizi di trasporto stradale.

c)Il Rapporto annuale sullo stato di attuazione del Piano e cioè l'illustrazione di ciò che è stato realizzato nell'anno e di come siano evolute le condizioni di sicurezza stradale.

Pertanto in virtù di quanto sopra espresso,quale rsp territoriale FLG associazione facente parte della Consulta Nazionale essendomi prodigata già da qualche anno nel sollecitare Enti e Amministratori nel territorio le quali negate interazioni pongono dubbi sulla legalità sia delle procedure che dei progetti finanziati, nonchè responsabilità degli stessi sui risultati negativi cui l'Umbria vanta purtroppo una terza posizione nazionale, auspico si cambi direzione attivando nell'immediato le esatte e lecite procedure senza ulteriori speculazioni d'informazione e discutibili attività di autoreferenzialità politiche a cui spetterebbe invece il garantire il buon amministrare del bene pubblico.

Mancinelli Mary
resp FLG Umbria-sentinelle
presidente FISICO (Fondazione Italiana Sicurezza della Circolazione)
www.flg.it

FLG -Sicurezza stradale: si annunciano alcune azioni legali

Con la collaborazione tra il Centro di Iniziative per la legalità Democratica e FLG. Al via azioni legali su RCAuto, multe e passaggi pedonali
Nell’ambito delle azioni di programma organizzate dalla Fondazione Guccione sulla Sicurezza Stradale si comunica che grazie alla collaborazione con il Centro di Iniziative per la Legalità Democratica dell’IICA (Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente) l’avv. Giuseppe Lo Mastro, Presidente dell’IICA, ha preannunciato alcune azioni giudiziarie dirette a rendere effettiva la destinazione del 10,5% dei premi RC Auto alle terapie da prestare alle vittime della strada (con specifico riferimento alle cure riabilitative) e a vincolare i proventi delle contravvenzioni stradali alle finalità indicate dall’art. 208 CdS.
In particolare, per quanto riguarda il contributo del 10,5% pagato dagli assicurati in sede di stipula delle polizze Rc Auto e versato dalle Compagnie al SSN, l’IICA patrocinerà la richiesta di rimborso al SSN delle spese per cure di riabilitazione sostenute da un infortunato stradale e sempre nei confronti del SSN avanzerà richiesta di accesso per accertare quale sia stato l’effettivo utilizzo di detto contributo, ammontante a ben 2 miliardi circa di Euro l’anno.

Per quanto riguarda la garanzia che i proventi delle contravvenzioni stradali ricevano la destinazione prevista dalla legge, l’Istituto ritiene necessario accertare se le giunte regionali, comunali e provinciali abbiano, o meno, deliberato come previsto dall’art. 208 del CdS circa la destinazione di tali proventi. A tal fine procederà alla richiesta di accesso agli atti delle delibere suddette nei confronti di regioni, comuni e province. In caso di mancata adozione delle deliberazioni sarà inevitabile presentare presso le diverse Procure della Repubblica denunce per il reato di abuso di atti di ufficio, nonché denuncia alla Procura della Corte dei Conti nei confronti dei membri degli organi di governo degli enti suddetti e dei funzionari preposti ai dipartimenti di competenza.

Sulla base delle informazioni acquisite si potrà dar corso ad una class action, ovvero ad azioni individuali, per imporre, anche in via cautelare, che i proventi delle contravvenzioni stradali siano destinati soprattutto alla manutenzione e sicurezza delle strade.

Per quanto concerne infine il rispetto della norma (art. 191 CdS) che impone ai conducenti dei veicoli di dare sempre la precedenza ai pedoni che hanno iniziato l’attraversamento delle strisce pedonali, tenuto conto della sistematica violazione della norma suddetta anche in presenza di agenti della polizia locale, l’Istituto presenterà esposti per omissione di atti di ufficio nelle situazioni documentate attraverso filmati o altri strumenti probatori. Molta attenzione è rivolta anche all'Umbria fra le maglie nere a livello nazionale per quanto concerne incidentalità stradale.

Mary Mancinelli
resp FLG-Umbria Sentinelle
www.flg.it

venerdì 3 giugno 2011

RISPOSTA

Gentilissima redazione,

Vi chiedo cortesemnete pubblicare questa mia risposta in relazione
all'articolo uscito su Umbrialeft il 25 maggio scorso:
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.umbrialeft.it%2Fnotizie%2Fc
i-vuole-morto-rifare-strisce-pedonali-brunamonti&h=590bf
di cui riporto copia :Titolo "Ci vuole il morto per rifare le strisce pedonali in via Brunamonti?": PERUGIA – “In via Brunamonti, vicino alla scuola elementare Ciabatti dove tutte le mattine centinaia
di bambini attraversano la strada non ci sono più da tempo le strisce pedonali, sembra non interessare nessuno: ho scritto ai vigili, agli assessorati competenti, telefonato al comune ma niente, nessun
risultato, finché non ci sarà una brutta storia da raccontare non interesserà nessuno”.
“Stessa cosa per l'attraversamento della rotonda della galleria Kenndy che ha l'attraversamento pedonale quasi all'imbocco della galleria per salire al minimetrò: le strisce sono cancellate! il degrado di questa
città si fa ogni giorno più evidente ma qui stiamo giocando con la sicurezza dei pedoni: non credo che nulla verrà ripristinato prima della fine della scuola ormai........”.
Riportiamo testualmente quanto ci ha scritto una nostra lettrice, condividendone totalmente preoccupazioni e considerazioni, aggiungendo da parte nostra che la cosiddetta “segnaletica orizzontale” è da tempo
fortemente carente in tutta la città. Comprendiamo, certo, le difficoltà di bilancio delle amministrazioni comunali, ma qui non si tratta di grandi spese, basta qualche barattolo di vernice: si intervenga, almeno, nelle situazioni più delicate.
Questa la mia risposta: "Non riuscendo rispondere tramite sito
(problemi di registazione ad Umbrialeft.it) Ricordo e riporto all'attenzione della cittadinanza e degli addetti all'informazione locale i quali insieme alle amministrazioni hanno sempre ricevuto tempestivi comunicati
stampa dello svolgere e procedere dei lavori cui gli stessi partecipano per ruolo istituzionale per tanto è a loro noto che queste sono le denunce da noi (FLG-FISICO) portate all'attenzione nazionale e locale fatte
quindi per Perugia (quale mia città), ma non solo, in sede Istituzionale nazionale: Camera Deputati, ANCI, Upi, e localmente.Purtroppo certi media non amano riportare i nostri comunicati stampa,
nè le attività da noi intrapprese in tal senso, pur a titolo facenti  noi parte della consulta nazionale, e dopo
aver sollecitato ed ottenuto quella Regionale che partirà, come promesso dall'assessore Vinti proprio a giugno, ove sarà obbligo affrontare tutte le criticità e opportunità inerenti la sicurezza stradale. Intanto ricordiamo che come già divulgato e ricordato nonchè azioni intrapprese per adire legalmente, la responsabilità in tali casi è di tutti i responsabili:
Vigili ed Enti compresi qundi poichè non vi è giustifcazione per omessa manutenzione stradale, in quanto ci sono priorità d'intervento per la messa in sicurezza e tra l'altro gli stessi proventi delle multe (ma non solo) DEBBONO esser rinvestiti per questo preciso scopo e non possono esser utilizzati per altri fini...e fintanto si vedranno inaugurazioni e proventi elargite a "bocciofile" (con tutto il rispetto per costoro, ma non è solo una metafora purtropo la mia se pur non di bocce si parla ) diviene atto di reato imputabile all'ente locale non giustificato dal grave e reale taglio che il Governo ha fatto....Inoltre i Vigili HANNO il dovere oltre che di regolare il  traffico, multe ecc...segnalare tempestivamente e preventivamente agli incidenti (quale causa di
rischio incidentalità) buche, mancanza o errata manutenzione e segnaletica verticale ed orizzontale nonchè ogni altra mancanza sulla regolarità delle infrastrutture (illuminazione, marciapiedi ecc)
Mary Mancinelli presidente FISICO
resp FLG Umbria www.flg.it
consulta nazionale -
UmbriaSentinelle