TRASPORTO
PUBBLICO LOCALE: “LA REGIONE FA COME PONZIO PILATO E LASCIA IL FUTURO DI UMBRIA
MOBILITA' NELLE MANI DEL CDA” - ROSI (PDL): “QUESTE SCELTE POLITICHE DEBBONO
PASSARE IN AULA”
La presidente del Comitato di monitoraggio sull'amministrazione regionale,
Maria Rosi (Pdl), critica le affermazioni dell'assessore regionale ai
trasporti, Silvano Rometti, che rimette in capo al Cda di Umbria mobilità le
decisioni da prendere sul futuro dell'azienda. Per Rosi è indispensabile che la
vicenda approdi nell'Aula di Palazzo Cesaroni, dove una specifica mozione da
lei presentata, firmata anche dal consigliere Mantovani, attende di essere
discussa.
(Acs) Perugia, 11 luglio 2013 – “Il problema Umbria Mobilità va affrontato,
non basta uscirsene con la constatazione che la Regione detiene solo il 27 per
cento della società e le decisioni sul futuro dell'azienda le deve prendere il
Cda, perché si tratta di un servizio pubblico importante, quello del trasporto
dei cittadini che pagano il biglietto e si vedono continuamente ridurre le
corse degli autobus. C'è da dare una risposta alla comunità e ci sono i mutui e
gli stipendi da pagare, con oltre 1300 famiglie che aspettano”. Lo dice il
presidente del Comitato di monitoraggio Maria Rosi (Pdl), dopo
che l'organo di controllo ha ricevuto dall'audizione con l'assessore Rometti le
ultime informazioni sull'azienda unica del Tpl.
Secondo la Rosi, sulla vicenda di Umbria mobilità la Regione “sta facendo
come Ponzio Pilato, evidenziando che le scelte le dovrà fare il Cda, ma una
questione importante come quella del futuro dell'azienda unica del trasporto
pubblico locale non può non passare al vaglio del Consiglio regionale, dove la
sottoscritta attende ancora di discutere una mozione presentata qualche tempo
fa insieme al collega Mantovani, così come non si può passare sopra la testa
dei cittadini che fino ad oggi hanno pagato di tasca loro gli errori commessi
dal Cda dell'azienda. Abbiamo un impegno morale nei loro confronti. È vero che,
come ha sostenuto l'assessore, la Regione deve fare la programmazione del
servizio ma deve farsi anche garante e controllore della efficacia, efficienza
ed economicità della gestione”.
“Perché – insiste – proporre condizioni migliori ad un ipotetico nuovo
acquirente del ramo fruttifero dell'azienda, quello dei servizi, con un
corrispettivo chilometrico più alto e facilitazioni per invogliare
all'acquisto, e non prendere in considerazione la possibilità che il servizio
stesso possa essere gestito da forze umbre? Si potrebbe dare la chance alle
aziende private locali che si occupano di trasporto pubblico, che fino ad oggi
sono sopravvissute con corrispettivi esigui e certamente accetterebbero di
poter gestire spazi più ampi a condizioni economiche migliori. In ultima
analisi – aggiunge Rosi – ci sia il fallimento e si riparta da zero: mi
spaventa di più una cessione incauta ad un soggetto completamente estraneo alla
nostra comunità che l'ipotesi di un fallimento, quantomai vicina, alla luce di
scelte politiche mai fatte e che sarebbe ora di cominciare a fare”.
Infine Maria Rosi sottolinea la “sensibilità” del Prefetto, il quale “ha
promosso un incontro con le maestranze e l'azienda, che purtroppo non ha dato
esiti positivi”. PG/pg