sabato 15 dicembre 2012

PREVISIONI 2013

QUASI TUTTI NON VEDONO L'ORA CHE FINISCA QUESTO ANNO POICHE' SPERANO CHE IL PROSSIMO SIA MIGLIORE , MA PURTROPPO SARA' PEGGIORE DI QUESTO PERCHE' MOLTI NODI VERRANNO AL PETTINE E SARANNO DOLORI PER MOLTI .
PER QUANTO RIGUARDA UMBRIA MOBILITA' VA SPECIFICATO CHE PER QUESTO ANNO I LAVORATORI PRENDERANNO GIUSTAMENTE TUTTE LE SPETTANZE MENO LA RIMANENZA DELLA QUATTORDICESIMA , MENTRE PER LO STIPENDIO DI GENNAIO NON VEDO COME SARA' POSSIBILE PAGARLO SALVO MIRACOLO DELL'ULTIMA ORA . ALTRO FATTO IMPORTANTE SONO I SOLDI CHE AVANZANO I FORNITORI E DI CUI NESSUNO PARLA COME SE NON FOSSERO NIENTE DEBITI VERSO LORO PER OLTRE  36 MILIONI DI EURO  E PRECISAMENTE 36.761.935 . MOLTI DI QUESTI , VEDI IMPRESA DI PULIZIE EX FERROVIA CENTRALE UMBRA , HANNO ANTICIPATO NELL'ULTIMO ANNO E MAZZO GLI STIPENDI AI LAVORATORI ARRIVANDO AD UNA CIFRA MOLTO ALTA ORA NON LO POSSONO PIU' FARE , COSA SUCCEDERA' A QUESTI LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, QUANTI FORNITORI SI RIUFIUTANO E RIFIUTERANNO DI CONSEGNARE PEZZI DI RICAMBIO E FORNIRE MANO D'OPERA SE NON VERRANNO SALDATI I DEBITI ?
PROBABILMENTE CI VORREBBE UN INGRESSO CONSISTENTE DI PRIVATI PRONTI AD INVESTIRE FORTI CIFRE A FRONTE DI INGENTI TAGLI DEI SERVIZI ED AUMENTO CONSIDEREVOLE DEL COSTO A CHILOMETRO DA PAGARE DAGLI ENTI CHE VORRANNO I SERVIZI .

venerdì 30 novembre 2012

SOLDI AI PARTITI

Ma perché i partiti non vogliono rinunciare a quei soldi? Sergio Rizzo ce lo spiega oggi sul Corriere della Sera:


Nel solo triennio dal 2008 al 2010, secondo i dati pubblicati sulle Gazzette ufficiali e tenendo conto dell’inflazione, i tesorieri si sono visti recapitare più di 847 milioni: grazie anche a quella famigerata leggina che ha garantito loro razione doppia di contributi per Camera e Senato facendo correre i versamenti pure in caso di fine anticipata della legislatura. Il tutto a fronte di spese elettorali documentate, per le elezioni politiche del 2008, di 136 milioni.

Il fatto è che i partiti costano. E costano cari.

Ecco dov’è il problema, e perché a qualcuno i soldi, pur essendo troppi, non bastano mai. Al punto che, per consumare i rimborsi elettorali, non si aspettano nemmeno più le rate. Si può fare dal febbraio del 2006, grazie a una norma approvata alla vigilia delle elezioni, che recita testualmente: «Le somme erogate o da erogare… e ogni altro credito, presente o futuro, vantato dai partiti o movimenti politici possono costituire oggetto di operazioni di cartolarizzazione e sono comunque cedibili a terzi».

Eccolo, quindi, il motivo:

Niente di più facile, quindi, che qualche partito abbia già incassato la sua parte della famosa seconda tranche, e ora non sarebbe certo in condizioni di restituirla. Ecco dunque spiegata l’agitazione provocata dalla decisione di congelare quei cento milioni che dovrebbero essere pagati a luglio.

Insomma, il problema è che i partiti, se rinunciassero, sarebbero nei guai con le banche. Esattamente come imprenditori ed operai che si suicidano. Solo che i principi, i padroni, i potenti non possono mica rischiare qualcosa. A spararsi devono essere solo i poveracci.

lunedì 26 novembre 2012

QUANDO ARRIVERANNO I SOLDI DA ROMA

La situazione finanziaria del trasporto pubblico locale


Roma. Tpl: Unindustria a Regione "imprese a rischio chiusura, importante fare presto"

Battisti: “Il ritardo dei pagamenti regionali, che nel Lazio supera i 12 mesi, non colpisce più lo sviluppo delle aziende, ma minaccia la loro stessa sopravvivenza”
Malcotti: “Stiamo lavorando alacremente per consentire alle imprese di perfezionare la certificazione dei crediti nei prossimi giorni e garantire servizi e stipendi”
Il presidente della Sezione Trasporti di Unindustria Gianfranco Battisti ha incontrato, presso la sede di via Noale, l’assessore regionale alle Politiche per la Mobilità ed il traporto pubblico locale Luca Malcotti per affrontare la gravissima situazione finanziaria delle aziende di trasporto pubblico locale del Lazio.
“Il ritardo dei pagamenti regionali, che nel Lazio supera i 12 mesi, non colpisce più lo sviluppo delle aziende, ma minaccia la loro stessa sopravvivenza” - ha dichiarato il presidente Gianfranco Battisti nel corso dell’incontro, ricordando anche che a dicembre il debito accumulato dalla Regione nei confronti delle imprese del settore arriverà a 70 milioni.
“E’ importante – ha aggiunto Battisti - che diventi subito operativo lo strumento della certificazione e della cessione dei crediti che la Regione ha annunciato tempo fa”.
Unindustria non ha mancato di apprezzare l’impegno dell’Assessore Malcotti per risolvere alcune criticità che ritardano l’attivazione dello strumento della certificazione, ma ritiene non più procrastinabile attivare il concreto sostegno alle aziende di trasporto che rischiano di non essere più in grado di garantire il regolare svolgimento dei servizi.


“Siamo vicini alle imprese e ai lavoratori del tpl che garantiscono sul territorio il diritto alla mobilità dei pendolari, studenti e anziani – ha dichiarato l’assessore Regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Luca Malcotti – Stiamo lavorando alacremente per consentire alle imprese di perfezionare la certificazione dei crediti nei prossimi giorni e garantire, così, i servizi e gli stipendi. La sofferenza del settore – ha concluso Malcotti – viene da lontano e, superata l’emergenza, dovremo studiare insieme gli strumenti per non ritrovarsi di nuovo in queste condizioni”.


Unindustria, nel corso dell’incontro, ha poi sottolineato come la Regione Lazio, anche in questo momento di instabilità istituzionale e politica, non debba far mancare l’impegno per riprogrammare, di concerto con le aziende, il trasporto pubblico regionale alla luce dei possibili effetti della legge di stabilità 2012, così come proposta dal Governo.



venerdì 23 novembre 2012

PER DICEMBRE TUTTO A POSTO

PER FORTUNA I LAVORATORI DI UMBRIA MOBILITA' AVRANNO QUANTO DOVUTO ANCHE SE MANCHERA' IL RESTO DELLA QUATTORDICESIMA . IL PROBLEMA ARRIVARA' A GENNAIO POICHE' SE NON ENTRERA' QUALCHE D'UNO SARA' DIFFICILE LA SOPRAVVIVENZA DELL'AZIENDA , DI QUESTI TEMPI LE BANCHE NON SONO MOLTO PROPENSE AD ALLARGARE I CORDONI DELLA BORSA SENZA SICURE GARANZIE , NON PENSO CHE ANTICIINO I SOLDI PER UN AUMENTO DI CAPITALE CHE AVVERRA' A SETTEMBRE 2013 E DOVE MOLTI ENTI PROPRIETARI PUBBLICI NON SARANNO IN GRADO DI ADEMPIRE AGLI IMPEGNI PRESI . LA CHIUSURA DI UMBRIA MOBILITA' SAREBBE UNA SCONFITTA PER LA POLITICA ANCHE SE LA COLPA PIU' GRANDE E' LA LORO , NON E' FORSE VERO CHE NEGLI ANNI PASSATI HO SEMPRE DATO I BILANCI AI VARI ASSESSORI AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA SPIEGANDO CHE QUELLA SITUAZIONE NON POTEVA DURARE E PURTROPPO HO AVUTO RAGIONE , SENZA CONSIDERARE I FATTI SUCCESSI NEGLI ANNI CHE NON SI POSSONO RACCONTARE ALTRIMENTI VERREBBE GIU' TUTTO IL CASTELLO , MA PENSO CHE NEI PRIMI MESI DELL'ANNO NUOVO NE VEDREMO DELLE BELLE E SPERO SAPRETE INTERPRETARE I FATTI

lunedì 19 novembre 2012

NASCITA NUOVO COMITATO

E' INTENZIONE MIA E DI ALCUNI AMICI DI FONDARE UN COMITATO PER CERCARE DI MODIFICARE IL MODO DI FARE POLITICA A PERUGIA CERCANDO DI COINVOLGERE VERAMENTE I CITTADINI NEI VARI PROBLEMI DELLA CITTA' E ZONE LIMITROFE E CERCANDO QUINDI TUTTI INSIEME DI RISOLVERE ALMENO QUELLI PICCOLI NON FAREMO PROMESSE CHE NON POTREMMO MANTENERE E METTEREMO L'INFORMAZZIONE AI CITTADINI AL PRIMO POSTO , QUESTI DEVONO SAPERE COSA SUCCEDE E DOVE VENGONO SPESI I SOLDI , VISTO CHE SONO I LORO .
UNA PICCOLA PRECISAZIONE LO SAPEVATE CHE AL CIMITERO DI  ASSISSI IL PREZZO PAGATO DELLE LAMPADE VOTIVE E' INFERIORE A QUELLO DI PERUGIA ? ES. ASSISI PER UN ANNO SI PAGANO € 18,37 MENTRE PERUGIA € 25,20 PICCOLA DIFFERENZA MA SIGNIFICATIVA VISTO CHE L'APPALTO VIENE FATTO CON UNA GARA PUBBLICA




martedì 13 novembre 2012

UN SEGRETO DEI BILANCI DELLA MINIMETRO'

OGNI DUE ANNI LA MINIMETRO' REDIGE UN PIANO ECONOMICO FINANZIARIO DI PREVISIONE DOVE FRA L'ALTRO PREVEDE I FUTURI INCASSI , NATURALMENTE QUESTI RICAVI DA TITOLI DA VIAGGIO SONO CIFRE ALTE RISPETTO AL VALORE VERO POI INCASSATO, SI PUO' SBAGLIARE UN ANNO MA SBAGLIARE SEMPRE VUOL DIRE PERSEVERARE NEGLI ERRORI , MA SE POI SI FA UN ACCORDO COMMERCIALE PER RIEQUILIBRARE IL PIU' POSSIBILE LO SBILANCIO DOVE E' IL PROBLEMA ? TANTO SONO SOLDI NOSTRI . ADESSO FACCIAMO DEGLI ESEMPI CON DATI PRESI DAI DOCUMENTI UFFICIALI DELLA MINIMETRO' NEI VARI ANNI .
NEL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO 2009 SI LEGGE " RICAVO TOTALE DA TITOLI DI VIAGGIO (puntuale) ANNO 2009 € 2.116.869 : ANNO 2010 € 2.377.520.
NEL BILANCIO 2009 SI LEGGE RICAVI BIGLIETTERIA  € 1.359.280 MENTRE, NELLO STESSO DOCUMENTO SI LEGGE , RIALLINEAMENTI TARIFFA UP  € 905.025 DI SEGUITO SI LEGGE " I RIALLINEAMENTI TARIFFARI UP FANNO RIFERIMENTO ALL'ACCORDO COMMERCIALE , PER L'ESERCIZIO 2009, STIPULATO IN DATA 8 SETTEMBRE 2009.
SE FATE IL CONTO FRA L'INCASSO PREVISTO 2009 € 2.116.869 E LA SOMMA FRA QUELLO REALMENTE INCASSATO NEL 2009 E LA SOMMA DEL RIALLINEAMENTO UP SI ARRIVA AD UN TOTALE ' DI € 2.264.305 ADDIRITTURA SUPERIORE ALLE PREVISIONI  SI CAPISCE QUANTO SIA FACILE FAR QUADRARE I CONTI .
ALTRO ESEMPIO NEL 2010 IL PIANO PREVEDEVA UN INCASSO PER € 2.377.520 ED INVECE SONO STATI INCASSATI € 1.567.641 IL RIALLINEAMENTO UP E' STATO DI
€ 809.595 PER UN TOTALE DI €  2.377.236 QUASI UGUALE ALLE PREVISIONI  ALLE PREVISIONI DA NOTARE CHE IL RIALLINEAMENTO SI RIFERISCE ALL'ACCORDO COMMERCIALE STIPULATO IN DATA 22\03\2011
NEL 2011  IL PIANO PREVEDEVA UN INCASSO DI € 2.981.338 , I RICAVI INVECE SONO STATI DI € 1.774.184 ED IL RIALLINEAMENTO UP DI € 1.313.441 PER UN TOTALE DI
€ 3.087.625 SUPERIORE ALLE PREVISIONI I RIALLINEAMENTI TARIFFARI UP FANNO SEMPRE RIFERIMENTO ALL'ACCORDO COMMERCIALE 2011
NEL 2012 SI PREVEDE UN INCASSO DI € 3.337.205 A QUANTO AMMONTERA' IL RIALLINEAMENTO  ?
TRANQUILLI COSI E' FACILE FARE UN UTILE ALLA MINIMETRO' E VANTARSI DI ESSERE UN VETTORE MOLTO EFFICIENTE MA IN TUTTO QUESTO E' STATO COMMESSO QUALCHE REATO OPPURE NO MA NON BISOGNA STARE ATTENTI COME VENGONO SPESI I SOLDI PUBBLICI?

lunedì 5 novembre 2012

COSA SUCCEDERA' L'ANNO NUOVO PER QUANTO RIGUARDA I SERVIZI

IL RPOSSIMO ANNO VERRANNO FATTE LE GARE PER EFFETTUARE IL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO IN UMBRIA SIA DELLA GOMMA CHE DEL FERRO ADESSO VI SPIEGHERO' COSA SUCCEDERA' PUNTO PER PUNTO .
1) IL SERVIZIO SVOLTO ATTUALMENTE IN UMBRIA HA IL COSTO PIU' BASSO A KILOMETRO D'ITALIA E QUINDI NEL NUOVO BANDO DI GARA IL COSTO A KILOMETRO SUBIRA' UN NOTEVOLE AUMENTO
2) A ROMA QUALCHE ANNO FA APM HA CHIESTO L'AUMENTO DEL PREZZO AL KILOMETRO GIUSTIFICANDOLO , GIUSTAMENTE, CON IL FATTO CHE AUMENTAVA DI CONTINUO IL GASOLIO IL PREZZO DIE PEZZI DI RICAMBRIO DEGLI AUTOBUS ECC.., PER QUESTO MOTIVO GLI E' STATO AUMENTATO IL CORRISPETTIVO PAGATO DAGLI ENTI CHE AVEVANO EFFETTUATO LA GARA   MENTRE IN UMBRIA NON E' STATO CHIESTO QUESTO AUMENTO DI CONSEGUENZA CON LA NUOVA GARA VI SARA' UN FORTE RIALZO . 3) MOLTO PROBABILMENTE LA MAGGIORANZA DELLE QUOTE DI UMBRIA MOBILITA' VERRA' PRESA DA UNA SOCIETA' PER COSI DIRE PUBBLICA LA QUALE NATURALMENTE VORRA' FARE UN UTILE NESSUNO PENSO SPENDE DEI SOLDI PER ACQUISTARE DELLE QUOTE DI UNA SOCIETA' PER POI DOVERCI RIMETTERE I SODLI.
QUESTI FATTORI SOPRA ESPOSTI PORTERANNO LA SITUAZIONE AD UN DRASTICO TAGLIO DEI SERVIZI ( AMMETTENDO CHE GLI ENTI PROPRIETARI METTANO GLI STESSI SOLDI MA AUMENTANDO NOTEVOLMENTE IL COSTO DEI SERVIZI SI FARANNO MENO KILOMETRI ) SPERIAMO CHE NON AUMENTI ANCORA IL COSTO DEI BIGLIETTI GIA' UNO DEI PIU' ALTI IN ITALIA, QUESTO PORTERA' QUINDI ANCHE AD UN ESUBERO DI PERSONALE IN UMBRIA MOBILITA' , FRA INPIEGATI E AUTISTI E PERSONALE VIAGGIANTE CHE SI POTREBBE AGGIRARE ALLE 200 PERSONE SPERIAMO NON SUPERIORE . TUTTO QUESTO SUCCEDE PERCHE' CHI DOVEVA VIGILARE E CONTROLLARE IL FUNZIONAMENTO DELLE SOCIETA' NON HA ADEMPITO AL SUO COMPITO E , COME SUCCEDE SPESSO , NON VI SARANNO COLPEVOLI ED A PAGARE SARANNO I CITTADINI ED I DIPENDENTI DI UMBRIA MOBILITA' SPERO DI ESSERE SMENTITO SUI TAGLI AL PERSONALE

SCUSATE MA VI E' GENTE MALEDUCATA

Lascio il sito cosi poichè è partita una denuncia per verificare chi si diverte ad oscusare il sito vi farò sapere come andrà a finire

mercoledì 17 ottobre 2012


La legge di stabilità approvata dal governo cambierà nettamente la pressione fiscale sulle famiglie italiane. L'intento è quello di alleggerire le fasce di contribuenti più deboli con la riduzione delle aliquote Irpef per i primi due scaglioni di reddito. Ma allo tempo stesso le esigenze di bilancio obbligano a recuperare questa perdita di getto da altre parti. Rimanendo alla tassazione diretta, questo recupero avverrà con il taglio degli sgravi fiscali: un tetto massimo complessivo di 3mila euro a cui concorrono molte detrazioni e una franchigia di 250 euro che si applica anche ad alcune deduzioni.
Per avere un idea di quale sarà l'effetto combinato di tagli di segno opposto - alla tassazione e alle agevolazioni - facciamo alcune simulazioni con diversi scaglioni di reddito.

L'alleggerimento dell'Irpef
Prendiamo tre contribuenti con redditi imponibili annui diversi:
• famiglia A: 12.000 euro,
• famiglia B: 30.000 euro,
• famiglia C: 80.000 euro.
Ecco come cambierà la loro Irpef con le due nuove aliquote del 22%, fino a 15mila euro di reddito, e del 26% fino a 28mila euro (entrambe ridotte di un punto percentuale):

Reddito Irpef prima

Irpef dopo Differenza

A) € 12.000 € 2.760 € 2.640 - € 120 (- 4,35%)

B) € 30.000 € 7.720 € 7.440 - € 280 (- 3,63%)

C) € 80.000 € 27.570 € 27.290 - € 280 (- 1,01%)

La perdita delle agevolazioni
Ipotizziamo ora alcuni oneri detraibili di importo diverso in base ai diversi tenori di vita delle tre famiglie. Una delle principali voci di spesa per molti contribuenti è il mutuo sulla prima casa. La manovra stabilisce che gli interessi passivi possono essere detratti per un massimo di 3mila euro e con una franchigia di 250 euro. Le limitazioni valgono solo per le famiglie con redditi superiori ai 15mila euro. La percentuale detraibile è sempre del 19%.

Mutuo (interessi passivi) Detrazione prima Detrazione dopo Differenza

A) € 3.000 € 570 € 570 --

B) € 3.000 € 570 € 522,50 (*) - € 47,50

C) € 5.000 € 760 (**) € 570 (**) - € 190

(*) Per la famiglia B (reddito € 30.000) agisce la franchigia di 250 euro.

(**) Abbassamento del tetto massimo da € 4.000 a € 3.000. La franchigia qui è irrilevante perché l'importo è comunque superiore a 3.000 euro.
Supponiamo che le famiglie abbiano anche un'assicurazione sulla vita, di importo diverso, che può essere detratta sempre al 19% e per un importo massimo (riferito solo a questo onere), di 1.291,14 euro:

Polizza vita Detrazione prima Detrazione dopo Con la detrazione del mutuo

A) € 800 € 152 € 152 € 0

B) € 1.200 € 228 € 180,50 (*) € 0

C) € 2.000 € 245,31 € 245,31 (**) € 0


(*) Agisce la franchigia di 250 euro.

(**) La franchigia qui è irrilevante perché l'importo è comunque superiore a 1.291,14 euro.

Come si vede, in tutti e tre i casi il mutuo "si mangia" tutta la capacità di detrazione (tetto di 3mila euro già raggiunto) e le famiglie perdono l'intera detraibilità della polizza.

Limitandosi a questo esempio elementare, ecco il saldo delle tre famiglie tra minore Irpef e minori detrazioni:

A) 120 (risparmio Irpef) - 152 (perdita detraz. polizza) = - € 32

B) 280 (risparmio Irpef) - 47,50 (perdita detraz. mutuo) - 228 (perdita detraz. polizza) = + € 52

C) 280 (risparmio Irpef) - 190 (perdita detraz. mutuo) - 245,31 (perdita detraz. polizza) = - € 155,31.

LA POLTRONA NON SI LASCIA FACILMENTE


- Avvocato ex goliarda, istrionico attore di teatro nella sua Spoleto, prima tessera con il Msi
e poi uomo da 20 per cento nell'Umbria rossa con Alleanza Nazionale sponda destra sociale nel 1 996. Queste sono soltanto alcune caratteristiche del senatore, ora del Pdl, Domenica Benedetti Valentini, classe 1946. E dal 2013, con la chirusura della XVI legislatura" sara i1politico uscente umbro con 1a maggi ore esperienza nelle istituzioni romane. Che oggi,in ternpi di rottamazio.11e, non è proprio un titolo di merito: ben 19 anni passati  ù:ir Camera e Senato. La sua prìma elezione risale al 1994 nella XII legislatura.poi rieletto nel 1996,2001,2006.2008. E'lui il recordman deila longevità politica della Seconda Repribblica
umbra. E di Valentini si può dire tutto tranne che sia stato un fannullone o una comparsa in Parlarnento vicepresidente della Commissione giustizia, presidente della Commissione lavoro, vice presidente commissione Affari costituzionali e attualmente vice presidente Commissioae affari costituzionale del Senato. Nessun ruolo di govemo nei vari esecutivi di centrodestra firrrnati dal premier Siivio Berlusconi.
ll futuro del senatore spoletino? Chi gli sta vicino non esclude una nuova ricandidatura Insomma la pensione definitiva o il ritorno alla professione non è scontato.
Al secondo posto della classifica dei poiitici più longevi spicca invece Mauro Agostini senatore del Pd, che si attesta intorno ai 17 anni con la fine di questo mandato elettorale. Per lui soltanto una breve pausa tra il 2006 e il 2008. In realta la prima elezione risale addirittura al 1994. Agostini ha ricoperto :mche importanti incarichi nei Ds e nel Pd fino ad arrivare ad essere tesoriere. Ma è stato anche sottosegretario del Govemo Prodi nel 2006 (anni non conteggiati in questa analisi del Corriere) e attualmente è capoguppo del Pd in commissione bilancio del Senato Diciassette anni in senato anche Franco Asciutti, senatore Pdl, quattro mandati al suo attivo dal1a sua prima elezione ne1 1996 con l'allora Forza ltalia. Ricopre anche l'incarico di capogruppo in provincia di Peruga qui non percespisce indennita). come per il senatore Valentini. Asciutti non ha mai ricoperto incarichi di Gorverno "So1o dodici anni di parlamento sig. Luciano Rossi   Pdl e Marina Sereni del  Pd: entrambi eletti nel 2001 ma per la Sereni ci sono anche eserienze da consiglie e assessore in Giunta regionale dell'Umbria. Entrambi sono in predicato  per una nuova potenziale can0didatura per aprile. Tutti gti altri attuali parlamentari eletti in Umbria hanno  di sette anni tra Camera e Senato Giampiero Bocci, Pietro Laffranco,, Carlo Emanuele Triappolino, Rocco Girlanda, Valter Verini, Anna Rita  Fioroni . Ada Spadoni Urbani
dal Corriere dell'umbria di oggi
.

venerdì 12 ottobre 2012

UMBRIA MOBILITA'

NEL FEBBRAIO 2012 E' STATO PRESENTATO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DETTO PIANO FINO AD OGGI E' UN OGGETTO MISTERIOSO PER I PIU' E COSA PREOCCUPANTE CHE DETTO PIANO E' RIMASTO NASCOSTO NEI CASSETTI , NON E' A DISPOSIZIONE DEI SINDACATI E NON SI SA BENE CHI NE DISCUTE E COSA ANCORA PIU' PREOCCUPANTE E' CHE CHI A GENERATO QUESTA SITUAZIONE FALLIMENTARE PER L'AZIENDA UMBRIA MOBILITA' SIA ANCORA AL COMANDO E NON SIA STATA SOSTITUITA TUTTA LA DIRIGENZA , IL BELLO CHE QUANDO SI APPROVONO I BILANCI SONO PRESENTI ANCHE I SOCI PUBBLICI REGIONE PROVINCIA ECC. QUESTI COSA LEGGEVANO DEL BILANCIO ? APPROVAVANO A SCATOLA CHIUSA PROBABILMENTE IN CHE MANI SIAMO ED ORA PUBBLICHIAMO QUANTO DICHIARATO IN DATA 7 SETTEMBRE 2012
PUNTO.1 AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE PER UN MASSIMO DI EURO 25.000.000 , QUINDI DAGLI ATTUALI EURO 49.000.000 FINO AD UN MASSIMO DI EURO 74.000.000.

PUNTO 2 ASSEGNAZZIONE AGLI AZIONISTI DI MESI OTTO DI TERMINE PER ESERCITARE I LORO DIRITTI DI SOTTOSCRIZIONE DECORRENTI DAL GIORNO DI PUBBLICAZIONE DELL'OFFERTA...

PUNTO 3 ASSEGNAZIONE AGLI AZIONISTI DI MESI OTTO DI TERMINE PER ESERCITARE I LORO DIRITTI DI SOTTOSCRIZIONE , DECORRENTI DAL GIORNO DI PUBBLICAZIONE DELL'OFFERTA ....

PUNTO 4 FACOLTA' AL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI COLLOCARE PRESSO TERZI LE AZIONI CHE DOVESSERO RISULTARE NON SOTTOSCRITTE DAGLI ATTUALI AZIONISTI ENTRO IL TERMINE SOPRA ASSEGNATO , MA CON L'OBBLIGO INTALE IPOTESI + DI ESPERIRE LE PROCEDURE DI EVIDENZIA PUBBLICA RICHIESTE DALLA LEGGE .
QUESTO è UN SUNTO DI QUANTO SCRITTO DAGLI ENTI PROPRIETARI DI UMBRIA MOBILITA'   

BILANCIO GESENU 2011

SORPRESA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI PERUGIA IL BILANCIO GESENU 2011 HA GROSSI PROBLEMI BUROCRATICI E QUINDI ANCORA NON E' DISPONIBILE PER CHI LO RICHIEDE , QUESTO VUOL DIRE CHE QUALCHE COSA NON HA FUNZIONATO COME AVREBBE DOVUTO E SPERIAMO CHE NON SIA NIENTE DI GRAVE ALTRIMENTI SAREMMO SEMPRE NOI A FARNE LE SPESE

giovedì 11 ottobre 2012

NOTIZIE VARIE

DOMANI SPERO DI AVERE IL BILANCIO DELLA GESENU POICHE' FINO AD UNA SETTIMANA FA ERA FERMO PER ERRORI ALLA CAMERA DI COMMERCIO , SPERO CHE SIA RESO DISPONIBILE.

SPERO DI SVELARE ANCHE ALTRE NOTIZIE E DOCUMENTI IN MERITO AD UMBRIA MOBILITA' SOCIETA' VICINO ALLA CHIUSURA E CHE SOLO UN MIRACOLO PUO' SALVARE , SPERIAMO CHE QUESTO AVVENGA PER LE 1.600 PERSONE CHE VI LAVORANO E PER I CITTADINI STESSI CHE COMUNQUE NE SUBIREBBERO LE CONSEGUENZE .

COME PROMESSO APPENA SI SBLOCCHERA' LA SITUAZIONE DI UMBRIA MOBILITA' SPERIAMO NEL BENE , VI SPIEGHERO' CHI L'HA PROTETTA IN TUTTI QUESTI ANNI E I FATTI CHE SONO SUCCESSI. E' DAL 2004 CHE CHI DOVEVA E POTEVA INTERVENIRE HA GIRATO LA FACCIA DALL'ALTRA PARTE E PER QUESTO MOTIVO SI E' VENUTA A CREARE QUESTA SITUAZIONE . BISOGNA PRECISARE CHE IL SOTTOSCRITTO INSIEME AD ALTRI HA FATTO PRESENTE I FATTI A TUTTE LE FORSE POLITICHE , SEMPRE DAL 2004 IN POI , CONSEGNANDO LETTERE E COPIE DI TUTTI I BILANCI ED ADDIRITTURA DICHIARANDOLO IN CONFERENZA STAMPA A TRUTTE LE TV PRIVATE E RAI 3 ED ALLA CARTA STAMPATA , SMENTITO NATURALMENTE NEL GIRO DI POCHI GIORNI DALL'ALLORA PRESIDENTE DI APM MA MAI QUERELATO ( CHE STRANO ) . 

lunedì 1 ottobre 2012

MUTUI ATTIVATI ANNO PER ANNO

DAL 2005 AL 2006 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 68.103.674

DAL 2006 AL 2007 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 45.299.957

DAL 2007 AL 2008 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 28.850.076

DAL 2008 AL 2009 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 49.204.582

DAL 2009 AL 2010 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 79.666.119

DAL 2010 AL 2011 SONO STATI ATTIVATI MUTUI PER € 69.443.118

LA DOMANDA CHE SORGE SPONTANEA E' A CHE COSA SONO SERVITI QUESTI MUTUI ?

RIUSCIREMO A SAPERE MAI LA VERITA' ? PENSO DI NO VISTO QUELLO CHE SUCCEDE A

 PERUGIA IN QUESTI ULTIMI ANNI E CHE FINE HANNO FATTO TUTTE LE INCHIESTE

 AVVIATE E MAI ARRIVATE AD UNA FINE PROSSIMAMENTE VI SPIEGHERO' QUELLE

CHE NON SONO ARRIVATE AD UNA FINE E QUELLE CHE INVECE CI SONO ARRIVATE

MA SENZA OTTENERE NESSUN EFFETTO  , IN PAROLE POVERE NON VI E' STATO MAI UN

GIUDIZIO DI ASSOLUZIONE O DI CONDANNA PER NESSUNO .

sabato 29 settembre 2012

UTILE UMBRIA ACQUE 2011

L'UTILE RIPORTATO A BILANCIO 2011 AMMONTA AD € 1.141.081 MENTRE NEL BILANCIO 2010 L'UTILE AMMONTAVA AD € 2.335.070  COMUNQUE E' SEMPRE UN BEL UTILE CHE PERO' ALLA SOCIETA' NON BASTA INFATTI VOLEVA FAR PAGARE A TUTTI E ATTUALMENTE FA PAGARE AI SOLI MOROSI IL DEPOSITO CAUZIONALE 

venerdì 28 settembre 2012

MINIMETRO' E I SUOI MISTERI

Esiste un accordo commerciale firmato con la Regione Umbria da tutte le  imprese di trasporto pubbliche dell'Umbria che si chiama UP l'ultimo è stato stipulato in data 22\03\2011 sembrerebbe proprio per permettere i maggiori incrementi per lo stesso e dove il minimetrò ogni anno ha la fortuna di incassare per il 2008 il riallineamento UP era di € 568,846 , nel 2009 € 905,025  , nel 2010 € 809,595 mentre nel 2011   € 1.313.441. Sarebbe interessante sapere se anche UMBRIA MOBILITA' sia stata cosi fortunata in questi due ultimi anni con i contributi dell'accordo commerciale di UP. A bilancio non si leggono come invece si leggle nel bilancio Minimetro' .


   

martedì 25 settembre 2012

INDOVINELLO DOVE AVRANNO SPESO TUTTI QUESTI MILIONI ?

LEGGETE BENE E NON VI SPAURATE E' TUTTO VERO E VIENE DAI BILANCI CONSOLIDATI , PRIMA DI APM ED ORA DI UMBRIA MOBILITA' , IL PROBLEMA SAPERE PER CHE COSA SONO SERVITI TUTTI QUESTI SOLDI PUBBLICI , RIUSCIREMO MAI A SAPERE LA VERITA' . LEGGETE ATTENTAMENTE IL TOTALE DELLE RATE ( CHE SONO STATE PAGATE  )  E LA SOMMA CHE NE DERIVA , ALTRO FATTO IMPORTANTE E' LA CIFRA CHE SI LEGGE A FINE ANNO DEI MUTUI CHE RESTANO DA PAGARE E L TOTALE DA PAGARE L'ANNO SUCCESSIVO CAPIRETE CHE OGNI ANNO SONO STATI ATTIVATI DEI MUTUI . QUESTO ANNO SONO IN SCADENZA LA BELLEZZA DI €  66.459.521 CON QUALI BANCHE SONO STATI ATTIVATI I MUTUI ?

 
 CONTEGGI MUTUI

SCADENZA 12 MESI                                               SCADENZA OLTRE

 APM   Anno 2005 per un totale di € 40.252.096

  30.294.242                                                                   € 9.957.854


 APM   Anno 2006 per un totale di € 78.061.528

€ 29.436.999                                                                   € 48.624.539


APM   Anno 2007 per un totale di € 93.924.496

€ 40.555.224                                                                   € 53.259.272



APM   Anno 2008 per un totale di €82.109.348


€ 45.313.990                                                                 € 36.795.358


APM   Anno 2009 per un totale di € 85.999.940


€ 50.267.100                                                                    € 35.732.739



UMBRIA MOBILITA'  Anno 2010 per un totale di € 115.398.858


 € 68.019.094                                                                   € 47.379.764

 

 UMBRIA MOBILITA' Anno 2011 per un totale di € 116.822.882

 
 € 66.459.521                                                                   € 49.663.360

TOTALE


€ 330.346.170

CHE DOVREBBE ESSERE STATO PAGATO AL 31 DICEMBRE 2012 E SAREBBE IL TOTALE DELLE RATE DEI MUTUI DAL 2005 AL 2011

 
  

lunedì 24 settembre 2012

QUALE FUTURO PER I LAVORATORI DI UMBRIA MOBILITA ?

IL FUTURO DEI LAVORATORI DELL'AZIENDA UMBRIA MOBILITA' E' MOLTO NEBULOSO POICHE' CHI DEVE INTERVENIRE  NON SEMBRA CHE SI MUOVA, SPERIAMO DI ESSERE SMENTITI A BREVE,   E' EVIDENTE CHE SONO STATI USATI SOLDI PUBBLICI PER AIUTARE AZIENDE PRIVATE E UMBRIA MOBILITA' SI E'  IMPEGNATA VERSO LE BANCHE ANCHE PER LORO . PURTROPPO IL PROBLEMA E' MOLTO PIU' GRAVE POICHE' TUTTI HANNO FATTO FINTA DI NON VEDERE IN QUESTI ULTIMI ANNI E SE SI E'ARRIVATI A QUESTO LA COLPA E' DI CHI ERA STATO AVVISATO MA NON HA FATTO NIENTE NON SI SA BENE SPERANDO IN CHE COSA .

DOMANI PUBBLICHERO' LE LETTERE DOVE AVEVO FATTO PRESENTE QUANTO SUCCEDEVA ED UNA TABELLINA DEI MUTUI CHE VI LASCERA' SENZA PAROLE . HO INTENZIONE DI FAR STAMPARE 2.000 VOLANTINI CON LA SPIEGAZONE DI QUELLO CHE E' SUCCESSO E SPIEGARE PERCHE' SI SONO E SI DOVRANNO PAGARE PIU' TASSE E PERCHE' POI VERRANNO TAGLIATI I SERVIZI . I VOLANTINI VERRANNO DISTRIBUITI ALLE FAMIGLIE PERUGINE SPERANDO CHE QUESTI APRANO GLI OCCHI E DIANO UNA MANO LA POLITICA TUTTA DEVE RESTARE FUORI

venerdì 31 agosto 2012

I PENSIONATI PROCEDERANNO CONTRO UMBRIA MOBILITA' METTENDOLA IN MORA ?

AL 31 DICEMBRE 2011 SONO ANDATI IN PENSIONE AD UMBRIA MOBILITA' S.P.A. 38 AGENTI AI QUALI E' STATO CONCESSO UN BONUS DI BUONA USCITA . LA SOMMA CHE LA SOCIETA' DOVEVA PAGARE PER OGNI LAVORATORE ANDATO IN PENSIONE QUINDI ERA TFR ( TRATTAMENTO FINE RAPPORTO ) PIU' INCENTIVO PER UN TOTALE DI CIRCA 40 MILA EURO CADA UNO . FINO AD OGGI SEMBRA SIA STATA PAGATA LORO SOLO UNA PICCOLA PARTE ,RIUSCIRANNO HA PRENDERE TUTTI I SOLDI PRIMA DELLA FINE DELL'ANNO . PIOVE SUL BAGNATO CONSIDERANNO CHE OGGI AL TG 3 UMBRO L'ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI DEL LAZIO HA DICHIARATO CHE NON DEVE DARE SOLDI AD UMBRIA MOBILITA .

lunedì 27 agosto 2012

VERITA' SU UMBRIA MOBILITA' S.P.A.

DAL 1998 AD OGGI VI E' STATA UNA PROTEZIONE TOTALE DI ALCUNE AZIENDE PUBBLICHE DI TRASPORTO E PIU' PRECISAMENTE NEL PERUGINO.
LA PROTEZIONE E' STATA A TUTTI I LIVELLI E LE CONSEGUENZE ESCONO OGGI , DOVE UMBRIA MOBILITA' NON HA PAGATO LA QUATTORDICESIME AI LAVORATORI CON IL DIRE CHE ROMA NON PAGA E QUINDI CI SONO PROBLEMI DI LIQUIDITA'. DAL 1998 AD OGGI SONO STATE FATTE DENUNCE A TUTTI I LIVELLI , MA PURTROPPO NON E' SUCCESSO NIENTE , IN COMPENSO NON HO BECCATO NEANCHE UNA QUERELA . CHE COSA STRANA , CHISSA PERCHE' . SECONDO IL MIO MODESTO PARERE SE ENTRO DICEMBRE NON VERRANNO PAGATE LE RATE DEI MUTUI IN SCADENZA , CIFRA CHE ARRIVA QUASI AD €  64.459.521 , AVETE CAPITO BENE QUASI 65 MILIONI DI EURO, PROBABILMENTE I LAVORATORI NON PRENDERANNO NEANCHE LE TREDICESIME POICHE' NON PENSO CHE LE BANCHE DIANO CREDITO AD UNA SOCIETA' CHE NON RIESCE AD ONORARE LE SCADENZE DEI MUTUI , ANCHE SE DIETRO VI SONO AZIONISTI TUTTI PUBBLICI.
COMUNQUE MI AUGURO DI SBAGLIARE NEL DARE IL MIO GIUDIZIO E CHE NON SUCCEDA NIENTE NEANCHE L'AUMENTO DEL PREZZO DEL BIGLIETTO PREVISTO , SPERO CHE FINALMENTE CHI DI DOVERE FACCIA CHIAREZZA SU QUESTA BRUTTA SITUAZIONE CHE SI E' VENUTA A CREARE PERCHE' QUELLI CHE DOVEVANO FARE IL LORO HANNO GUARDATO DA UN'ALTRA PARTE .
ORA CITO PARTE DI UNA FRASE DEL BILANCIO CONSOLIDATO CHE CITA QUANTO SEGUE : Il Collegio Sindacale infine segnala che, a fronte di una attenta politica di contenimento dei costi, dal bilancio al 31 dicembre 2011 si evidenzia un risultato operativo netto negativo di 3.117.986 euro, oltre ad una sofferenza finanziaria. Il collegio prende atto delle problematiche, meglio evidenziate nella relazione sulla gestione, che hanno generato tali fattori di rischio, invitando, a porvi rimedio quanto prima. Tali incertezze, se reiterate nel tempo, potrebbero comportare dubbi sulla continuazione aziendale.
BASTERA' L'AUMENTO DI CAPITALE DI 20 MILIONI DI EURO PREVISTI DAGLI ENTI PROPRIETARI PER SCONGIURARE IL PEGGIO ?

mercoledì 27 giugno 2012

SECONDA PARTE

DUNQUE SIAMO ALLA REALIZAZZIONE DI DUE PROGETTI E L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE SCIEGLIE COME PRIORITARIO LA REALIZAZZIONE DEL MINIMETRO' , PER NON PERDERE IL FINANZIAMENTO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA I SOGGETTI INTERESSATI FIRMANO UN ACCORDO DI PROGRAMMA DOVE DAL COLLEGAMENTO FERROVIARIO FRA LA STAZIONE DI PERUGIA S. ANNA CON LA STAZIONE FS DI FONTIVEGGE SI PASSA AL RADDOPPIO DELLA LINEA PERUGIA S. ANNA -- PONTE SAN GIOVANNI CON IL VINCOLO CHE SE NON BASTANO I SOLDI NON SARA' POSSIBILE COMPERARE I TRENI MINUETTO . DETTI TRENI VENGONO COMUNQUE COMPERATI E PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI SI INIZIANO I LAVORI PER IL RADDOPPIO E VIENE REALIZZATO IL PRIMO TRATTO PERUGIA S. ANNA -- PALLOTTA. QUI VIENE IL BELLO POICHE' VIENE APPROVATO SIA IL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI SIA IL PIANO URBANO DELLA MOBILITA' DEL COMUNE DI PERUGIA , OGNUNO DI QUESTI DUE DICHIARA CHE IL RADDOPPIO DELLA LINEA FERROVIARIA PERUGIA S. ANNA -- PONTE SAN GIOVANNI SI REALIZZA PER EFFETTUARE UN TRENO OGNI DIECI MINUTI PER OGNI SENSO DI MARCIA , PECCATO CHE QUESTE DICHIARAZIONI FIRMATE VENGANO SMENTITE TUTTI GLI ANNI A PARTIRE DAL 2002 FINO A DOGGI LEGGERE IL VOLANTINO SOTTO FATTO APPOSITAMENTE PER LA MANIFESTAZIONE CHE SI SVOLGE TUTTI GLI ANNI

NATURALMENTE NESSUNO E' INTERVENUTO NONOSTANTE SIA EVIDENTE UNO SPERPERO DI DENARO PUBBLICO CON FALSE DICHIARAZIONI . MA PURTROPPO NON FINISCE QUI POICHE' IN QUEL TRATTO CHE SI VEDE NEL VIDEO NON PASSERA' MAI NESSUN TRENO ED IL RADDOPPIO, NONOSTANTE CHE OGNI ANNO ESCA UN ARTICOLO DI GIORNALE DOVE SI DICHIARA DI VOLERE REALIZZARE IL PROGETTO DEL RADDOPPIO QUESTO NON AVVIENE E NON AVERRA' MAI MA IN CHE MONDO VIVIAMO ? E NON FINISCE QUI PERCHE' QUESTE SCELTE POLITICHE POI NEL TEMPO HANNO INFLUITO SUI CITTADINI COME AGGRAVIO DI TASSE E SUI LAVORATORI DELL'AZIENDA CHE GESTISCE IL MINIMETRO' MA QUESTO E' UN ALTRO CAPITOLO CHE A SETTEMBRE SPIEGHEREMO

                                                         

martedì 26 giugno 2012

POVERI CITTADINI E LAVORATORI

QUELLO CHE E' SUCCESSO DAL 1998 AD OGGI E' VERAMENTE UNA COSA VERGOGNOSA POICHE' HA FATTO SI CHE TUTTO FINISSE NEL DIMENTICATOIO A DISCAPITO DEGLI INTERESSI DEI CITTADINI E DEI LAVORATORI . IL TUTTO E' INIZIATO DA QUANDO SI E' INIZIATO A PARLARE DI DUE PROGETTI DA REALIZZARE UNO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA IL COLLEGAMENTO FERROVIARIO PERUGIA S. ANNA -- STAZIONE FS FONTIVEGGE ED UNO IL MINIMETRO' . IL PRIMO PROGETTO INTERAMENTE FINANZIATO DALLO STATO ED A COSTO ZERO PER I CITTADINI , MENTRE L'ALTRO DOVEVA ESSERE , INIZIALMENTE , UN PROJECT FINACING E CIOE' FINANZIATO PARTE DALLO STATO E PARTE DAL PRIVATO . POI NATURALMENTE IL MINIMETRO' E' STATO REALIZZATO E FINANZIATO DALLO STATO E DAL COMUNE DI PERUGIA POICHE' I PRIVATI HANNO DATO SOLO LE GARANZIE FINANZIARIE SUI MUTUI MENTRE NON HANNO MESSO SOLDI , ADDIRITTURA SI SONO RIFIUTATI DI RIMETTERE LA LORO PARTE DI SOLDI PER RIEQUILIBRARE LE QUOTE DENTRO LA METRO' PERUGIA SCARL , DOPO CHE PARTE DEL CAPITALE SOCIALE ERA SERVITO PER RIPIANARE IL DEBITO DI BILANCIO.
IL PROGETTO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA E' INIZIATO PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI E BLOCCATO DAL DICEMBRE 2005 POICHE' REALIZZATO SOLO UN PICCOLO TRONCO CHE PARTE DALLA PUNTA SCAMBI DI PERUGIA S. ANNA ED ARRIVA ALLA PALLOTTA MENTRE L'ALTRO PEZZO CHE DOVEVA COLLEGARE CON UN DOPPIO BIMARIO LA STAZIONE PALLOTTA A PONTE SAN GIOVANNI NON VERRA' MAI REALIZZATO GUARDATE IL VIDEO



NATURALMENTE FINO AD OGGI NON E' INTERVENUTO NESSUNO ANCHE SE E' EVIDENTE CHE SONO STATI SPESI MILIONI DI EURO SENZA RISULTATO E MOLTI ALTRI MILIONI , DOPO 7 ANNI DEVONO ANCORA ESSERE SPESI DOMANI ALTRA PUNTATA

LA STORIA VERA DI COME SI FANNO I SOLDI CHE NON BASTANO MAI

PENSIONI E CONSULENZE DI UN MANAGER E UN POLITICO FINISCONO NEL MIRINO DEI VERDI



PERUGIA- PENSIONE PIU' CONSULENZE E INCARICHI .CON QUESTA FORMULA C'E' QUALCHE SIGNORE CHE SI PORTA A CASA SINO A 700MILA EURO OGNI ANNO. A PUNTARE IL DITO E' LA FEDERAZIONE DEI VERDI , CHE ATTAVERSO IL COORDINATORE REMO GRANOCCHIA LAMENTANO COME, IN UN MOMENTO DI SACRIFICI ED AUMENTI DELLE TARIFFE , C'E' CHI RIESCE A PORTARE A CASA CIFRE DA CAPOGIRO PER GLI INCARICHI PUBBLICI ASSUNTI IN PASSATO O CHE ANCORA SVOLGE. NEL MIRINO DEI VERDI FINISCONO IN PARTICOLARE DUE CASI, IL PRIMO E' QUELLO DI UN MANAGER DELLA MOBILITA' CHE , SECONDO I VERDI, OLTRE ALLA PENDIONE DI UN CENTINAIO DI MILA EURO, PORTA A CASA ALTRI 500MILA EURO DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE DALL'AZZIENDA PER LA QUALE LAVORA ,IL POLITICO , SEMPRE SECONDO QUANTO DENUNCIATO DAI VERDI .OLTRE A DUE PENSIONI, ASSOMMA INCARICHI PER AZIENDE IN VARIE PARTI D'ITALIA CHE GLI FRUTTANO ULTERIORI 470 MILA EURO . LA RESPONSABILITA' NON è DEL SINGOLO , MA DEL SISTEMA CHE GLI PERMETTE IL VERIFICARIS DI QUESTE SITUAZIONI ORMAI FUORI CONTROLLO


C'ERA UNA VOLTA UN PENSIONATO A CUI NON BASTAVANO MAI I SOLDI E QUINDI PER INCREMENTARE I SUOI GUADAGNI SI INGEGNA DI FAR ENTRARE IN UNA SOCIETA' PRIVATA DI AUTOLINEE IL GENERO E LA MOGLIE . QUESTA SOCIETA' COSI FORTE RIESCE STRANAMENTE AD ENTRARE DENTRO UN CONSORSIO A ROMA PER GESTIRE LE LINEE DI DETTA CITTA' .GUARDA CASO IL PENSIONATO E' DIRIGENTE DELLA SOCIETA' CHE A VINTO LA GARA A ROMA . FORSE VI E' UN CONFLITTO DI INTERESSE ?


AD UN CERTO PUNTO ESCE DI SCENA IL GENERO E SUBENTRA LA FIGLIA , POI PER NON FARSI MANCARE NIENTE SI FANNO RIENTRARE DUE PULMAN GRAN TURISMO DALL'ESTERO SI FANNO METTERE A POSTO NELLA DITTA MADRE PER POI ESSERE RIVENDUTI ALLA DITTA DOVE SONO I PARENTI , SARA' STATO UN PREZZO ONESTO LA VENDITA? VIENE FATTA UNA INTERPELLANZA COMUNALE PER SAPERE SE ERA VERA LA STORIA E STRANAMENTE I FAMIGLIARI DEL PENSIONATO IL GIORNO SUCCESSIVO VANNO DAL NOTAIO ED ESCONO DALLA DITTA , PENSATE SIA FINITA COSI NOOOOOOOO






mercoledì 13 giugno 2012

PER FORTUNA VI E' LA CRISI

OGGI PARECCHIE FAMIGLIA HANNO PROBLEMI A PAGARE LE TASSE E MOLTI HANNO PROBLEMI SOLO PER MANGIARE NON MI SEMBRA QUESTO IL MOMENTO PER DEI CONSIGLIERI COMUNALI FAR PASSARE UN SIMILE MESSAGGIO ANCHE SE PREVISTO PER LEGGE


giovedì 24 maggio 2012

Venerdì 25 maggio 2012, ore 9,30 - 13,00

Camera dei Deputati - Via Poli, 19 - Roma

TUTELA DELLE VITTIME e DEMOCRAZIA PARTECIPATA
FLG sottoscrive una convenzione nazionale con legali di tutta Italia per difendere le vittime nei tribunali e nei confronti delle Istituzioni. Istanza di accesso agli atti per Regioni, Ministero della Salute e dell’Economia: che fine fanno i proventi del 10,50% RCAuto (2 miliari di euro all’anno) destinati all’assistenza alle vittime? Sarà presentata una proposta di legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada e sui luoghi di lavoro. Linee guida per una legge quadro per l’assistenza alle vittime di reato della circolazione stradale e sui luoghi di lavoro. Intervengono la Rete legale di FLG-IICA e competenze tecniche e sociali interdisciplinari. Cinque gruppi di lavoro: Modifiche del Codice Penale ( anche Art. 111 Costituzione), Conferenza socio-sanitaria nazionale per l’assistenza alle vittime di reato stradale. Riforma Fondo di Garanzia delle vittime della strada. Radicale modifica dell’intervento sul teatro dell’incidente e scheda statistica incidenti. Apertura di centri di assistenza alle vittime di reato stradale nelle città.
I soldi della RCAuto. Al Premier Monti e alle Regioni: mollate i soldi delle vittime della strada! Dal 1982 il 10,50% della RCAuto va al Ministero dell’Economia e poi alle Regioni. Ma non sappiamo come vengono impiegati.
Legge Regionale assistenza Vittime. Verrà illustrata una proposta di Legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada che sarà inviata ai Presidenti ed ai Gruppi consiliari delle 19 Regioni e della Provincia Autonoma di Trento e Bolzano.
Giustizia Ambientale. Avvocati sentinella, “difensori” della Giustizia ambientale (tema importante per noi) non solo da un punto di vista della mobilità/sicurezza stradale (la circolazione stradale, ad esempio, nelle città produce direttamente per ogni morto da incidente d’auto 4 morti per decessi da inquinamento da idrocarburi e polveri sottili).
democrazia partecipata. La nostra rete funzionerà attraverso il Liquid FeedBack una piattaforma di e-democracy con il pieno coinvolgimento di tutti alle decisioni e, prima ancora, alla possibilità di proposta e modifiche su proposte altrui. Il sistema democratico attuale non garantisce più possibilità di riforme.
Legge quadro nazionale Vittime di Reato. Di legge di vittime di reato se ne parla (concretamente, dicono) dal 1997 (Proposta di legge Ministero Giustizia, Ministro Piero Fassino). Promuovemmo un Convegno a Firenze (2 giorni, 55 relatori) con tutte le organizzazioni di Vittime di reato. Quindici anni di chiacchiere a seguire da parte di almeno 6 Governi.
Assistenza. psicologica, psichiatrica, legale, medico-legale, socio-sanitaria, anche domiciliare, alle vittime della strada.
Omicidio stradale. Non si può non considerare la prevedibilità dell’evento ed il dolo even­tuale solo sui comportamenti ma anche in ordine alla manutenzione delle strade e dei veicoli.
Rilevamento dati Istat. Una modifica radicale sulle modalità d’intervento delle forze dell’ordine sul “teatro” dell’incidente stradale.
Fondo di Garanzia. Riforma rapida del Fondo e coinvolgimento diretto delle organizzazioni delle vittime più rappresentative.

FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS


Ente Morale (Decreto Ministero dell'Interno 27.01.2000)


Sede Operativa Roma Tel. 06.4695.3125 - Numero Verde 800.134.900


Sede Toscana Tel & Fax: 0578.228065


www.flg.it - www.decenniodazione.it - e-mail: flgonlus@gmail.com


Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565



giovedì 26 aprile 2012

l governo a caccia di auto blu. Ma in giro ce ne sono già 60mila



Giovedì, 26 aprile 2012 - 08:40:00
Altro che tagli alla politica, il governo vuole ancora 400 auto blu da sommare alle 60 mila già circolanti a disposizione di ministri e dirigenti più altre 50mila per un costo di quasi 2 miliardi di euro. Se si clicca sul link del bando pubblicato sul sito del ministero dell’Economia appare la "gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed opzionali per le Pubbliche Amministrazioni". Il governo dunque cera auto blu e la spesa prevista per acquistarle si aggira sui 10 milioni di euro. A sorprendere è il parere del Centro servizi per l'ammodernamento della Pubblica Amministrazione, secondo cui di queste 60mila auto, 800 sarebbero inutilizzate.
In Parlamento intanto è incominciata la battaglia politica. Antonio Borghesi, deputato dell’Italia dei Valori, in un interrogazione parlamentare ha chiesto al viceministro dell’Economia Vittorio Grilli di chiarire in Aula. Interrogazione in cui il parlamentare ricorda anche che un decreto del 2011 prevede "razionalizzazione e trasparenza in merito all'utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni”. I decreti legge del 2010 hanno inoltre introdotto l'obbligo di non effettuare spese superiori all'80% della spesa sostenuta nel 2009 per “l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio delle autovetture”. Viene da chiedersi se la spesa di 10 milioni di euro per le nuove auto blu sia compatibile
Il ministro Patroni Griffi aveva dichiarato riguardo alle auto blu che “in un momento di grandi sacrifici per decine di milioni di cittadini italiani ed europei” erano previste "disposizioni per accertare che le riduzioni previste si traducano in effettivo risparmio permanente e contributo al risanamento dei conti pubblici”. E aveva aggiunto: “sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l'Italia può diventare un esempio virtuoso per tutta l'Unione europea, dove raramente esiste un monitoraggio continuo e così dettagliato”. La trasparenza non manca e ha permesso di poter individuare il bando. Ci s'interroga sull'opportunità della cosa visti i tempi che corrono e l'antipolitica montante



mercoledì 18 aprile 2012

E I POVERI ITALIANI PAGANO E FANNO SACRIFICI

Spese pazze al Senato,950mila euro in agende



E la Camera ne spende oltre 3 milioni


Ogni deputato avrà più di 50 rubriche a testa, mentre i senatori ne hanno circa 70 ciascuno. Ecco quanto la Casta, in tempo di crisi, continua a spendere


09:53 - Gli italiani tirano la cinghia, tra Imu e accise. Ma loro, i parlamentari, ancora spendono e spandono. L'ultima "spesa pazza" è per le loro agendine. Quelle con il logo di Camera e Senato, da regalare urbi et orbi come strenna natalizia. Il bando in questione, per la fornitura di rubriche a Palazzo Madama, pubblicato ieri, è di 950mila euro (più Iva) in due anni.
La cifra si commenta da sé. I soldi del bando "da aggiudicare con il criterio del prezzo più basso" sarà usata per produrre ben 5.200 agende da tavolo e 16.800 di quelle tascabili per i 315 senatori. Praticamente ogni eletto ne avrà a disposizione circa 70 in tutto.
A questo si aggiunge il bando triennale, che si è concluso a dicembre, per produrre le agende degli onorevoli seduti a Montecitorio: oltre 3 milioni di euro (più Iva) per produrre 32.800 agende per i 630 deputati (circa 52 a testa) in tre anni.
Le cifre, rilanciate in prima pagina dal quotidiano Libero, non possono che far indignare i cittadini-elettori a cui ogni giorno vengono chiesti sacrifici per "salvare l'Italia".
Certo non saranno le agendine a salvare i bilanci dello Stato, ma se la "Casta" cominciasse sul serio a ridurre i suoi costi, dando il buon esempio, potrebbe almeno tornare a riconquistarsi più fiducia dai cittadini. E poi ci si lamenta dell'antipolitica.





lunedì 16 aprile 2012

SOLDI AI PARTITI DAL 1994 AL2012

ROMA – Dal 1994 al 2012 lo Stato, tutti noi, abbiamo versato ai partiti politici l’astronomica cifra di 2 miliardi 253 milioni 612 mila 233 euro. Loro, i partiti, nello stesso lasso di tempo ne hanno spesi 579 milioni 4 mila 383. Ergo, 1 miliardo 674 milioni 607 mila euro, li hanno incassati senza un perché. Già, perché i soldi pubblici li hanno incassati alla voce “rimborsi elettorali”, ma il rimborso è, per definizione stessa, la restituzione di una somma spesa. Quello che eccede quella somma lo si può chiamare in molti altri modi, ad esempio finanziamento, ma non certo rimborso. Basta quindi la semplice operazione aritmetica di sottrazione di quanto speso dai partiti da quanto dai cittadini loro elargito, per capire che quello che serve ora, per dare un minimo di credibilità alla politica, non è una riforma, soft e lenta, dei controlli su come i partiti spendono, ma un taglio netto degli euro che loro incassano. Non è tempo di mezze misure né di rimandi. Quei soldi vanno diminuiti, da subito, a partire dalla prossima tranche di “rimborsi”, oltre 100 milioni di euro, che i partiti incasseranno a fine luglio.


Questo pomeriggio (11 aprile) i tecnici della maggioranza, Rocco Crimi e Massimo Corsaro per il Pdl, Benedetto Della Vedova per Fli, Giampiero D’Alia per l’Udc, Antonio Misiani e Gianclaudio Bressa per il Pd, si incontreranno per affrontare il nodo dei soldi pubblici ai partiti, divenuto irrimandabile dopo gli scandali in casa Margherita e Lega. Nel tentativo di chiudere in fretta su un testo di massima. Un testo che però si prevede “al ribasso”. Solo in futuro infatti dovrebbe essere affrontata la questione della democrazia interna, chi e come decide come spendere, e della quantità dei rimborsi elettorali. Per ora non sembra esserci alcuna intenzione di decurtare l’entità dei finanziamenti, piuttosto si penserà a chi e come affidare il controllo dei bilanci dei partiti. Bilanci che ora sono di fatto senza controllo alcuno, cosa evidentemente insostenibile, anche se prima di controllare come vengono spesi, bisognerebbe prima occuparsi di quanti soldi vengono ai partiti elargiti. I partiti vogliono fare da soli, l’idea del decreto non gli piace, anche se in questo caso l’urgenza sembra esserci tutta. Non gli piace perché li esproprierebbe del loro ruolo e, soprattutto, dei loro soldi. A loro non piace, ai cittadini piacerebbe.

Se non bastasse l’aritmetica poi, anche l’Europa ha sentito la necessità di sottolineare come la nostra legislazione in materia di soldi ai partiti politici sia poco seria. La situazione, secondo il Consiglio d’Europa, è grave ed è “urgente” porre rimedio. Il documento è stato elaborato e reso noto dalla commissione Greco (Groupe d’Etats Contre la Corruptione, il braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea) e sottolinea che “la maggiore debolezza” del sistema sta nei controlli. Il ruolo che i cittadini possono svolgere è “molto limitato” – si legge – e quello esercitato dalle autorità pubbliche è “molto frammentato, più formale che sostanziale”. Così frammentato che, come scrive Luigi La Spina su La Stampa, “per oltre due terzi, i partiti incassano soldi che non hanno una documentazione, verificata e credibile, valida a confermare lo scopo di effettivo rimborso elettorale. Anzi, per la stragrande maggioranza dei casi, non esiste alcuna documentazione. Insomma, prendono dai contribuenti italiani 100 e ne spendono correttamente solo circa 33”. E la stima fatta da La Spina è persino per difetto, i dati pubblicati da Repubblica parlano di un 75% del totale dei soldi incassati privo di documentazione.

Il giudizio europeo non tiene poi conto di un aspetto peculiare della nostra storia politica e fondamentale, ed è giusto che non lo faccia visto che si deve limitare per ovvi motivi ad un commento “tecnico”: la vera e propria truffa propinata agli italiani che, con un referendum, avevano bocciato e cancellato il finanziamento pubblico dei partiti. Votazione ottenuta sull’onda emotiva di Mani Pulite, vero. Come è vero che i partiti non possono vivere senza denaro pubblico (anche se altrove lo fanno). Le forze politiche così, con un espediente meschino e tanto sfacciato da apparire persino provocatorio nei confronti del rispetto che si dovrebbe avere per i cittadini in una democrazia, l’hanno, di fatto, ripristinato. Neanche a dirlo in forma molto più generosa che in passato. E l’hanno ripristinato definendolo “rimborso elettorale”, peccato che non sia un rimborso e peccato che non sia assolutamente legato a quanto i singoli partiti hanno speso per le campagne elettorali. La legge prevede che ogni forza politica incassi tot euro per ogni voto ricevuto. In altre parole chiunque di noi potrebbe candidarsi e non fare campagna elettorale, tanto riceverebbe comunque i soldi dei rimborsi.

Scrive ancora La Spina: “Il rispetto per la volontà popolare imporrebbe l’ossequio al risultato del referendum, cioè l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ma pretenderlo, in Italia, sarebbe come pretendere l’impossibile. Si può chiedere, invece, come minimo risarcimento ai cittadini, almeno il dimezzamento di questa “imposta forzosa”, con il controllo, da parte di una autorità estranea a qualsiasi influenza politica, di come questi soldi vengano usati. I partiti devono uscire da una condizione unica tra le associazioni italiane, quella dell’assoluta imperscrutabilità dei loro bilanci e dell’assoluta insindacabilità dei loro statuti e delle regole di democrazia interna. Prima di cambiare la Costituzione, sarebbe meglio applicarla, perché su questo tema la nostra Carta fondamentale è del tutto disattesa”.

Prima ancora del controllo e della Costituzione si dovrebbe rispettare in verità la lingua italiana, e parlare di rimborsi quando di questi si tratta, usare il termine “rimborso” per descrivere le astronomiche cifre che i partiti incassano, viene definito in italiano “raggiro”.

Repubblica si è presa la briga di andare a vedere quel po’ di cifre che la Corte dei Conti ha in mano, poche perché, come detto, per lo più i soldi vengono girati ai partiti senza documentazione che ne giustifichi la ragione. Ed ha preso in considerazione i cinque principali partiti – Pdl, Pd, Idv, Udc, Lega Nord – e quanto hanno speso e incassato per le ultime politiche, quelle dell’aprile 2008.

“Al partito di Silvio Berlusconi, in base ai voti ottenuti, spettano per quell’unica tornata elettorale oltre 19 milioni di euro per la Camera e quasi 22 milioni per il Senato: il totale, da corrispondere in cinque rate annuali, è di 206 milioni 518 mila euro. A pagina 70 della sua relazione la Corte dei Conti dice che le spese dichiarate per quelle elezioni, e controllate dai magistrati, ammontano a 68 milioni 475 mila euro. Da aggiungersi ai 437mila spesi per la circoscrizione estero. Quindi, è stato speso poco più di un quarto di quello che viene incassato. Le cose non cambiano per il Pd. Al Partito democratico spettano, dal 2008 al 2013, 180 milioni 231 mila euro. Il partito di Pier Luigi Bersani ne ha spesi, per le elezioni, molti di meno: 18 milioni 418 mila. Francesco Belsito, per la Lega Nord, aveva a disposizione 41 milioni e 384 mila euro per le politiche del 2008, avendo speso solo (questo ha potuto verificare la Corte) 3 milioni 476 mila euro. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ha diritto a 2l milioni 658 mila euro avendone spesi 4 milioni 451 mila. L’Udc prende in cinque anni 25 milioni 895 mila euro. Ne ha spesi – è il partito per cui c’è meno differenza – 20 milioni 864 mila. (…) Di tutti questi soldi, l’ultima rata è ancora da versare e dovrebbe arrivare alla fine di luglio. Sono poco più di 100 milioni per le politiche del 2008, cui però bisogna sommare i soldi che i partiti prenderanno anche perle ultime regionali ed europee. Solo i cinque maggiori incasseranno così 166 milioni e 436 mila euro. Il Pdl attende 68 milioni, il Pd quasi 58, l’Udc e l’Italia dei Valori poco più di 11 milioni, la Lega quasi 18”.

Bersani, segretario di quel Pd che si vanta di essere l’unico ad avere un controllo esterno sui propri conti, ha detto: “Noi siamo disponibilissimi e intenzionati a rivedere il sistema del rimborso elettorale ma questa discussione richiede dei tempi e io non accetterei che in attesa di questi tempi ci si possa ristrutturare casa coi soldi del partito. Io voglio immediate misure per il controllo”. Bloccate la tranche di luglio.

Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo Pd in Senato, facendo riferimento al modello all’americana voluto dal Pdl per i contributi dei privati, con tanto di detrazioni fiscali, ha avvertito: “stiamo attenti perché i partiti devono poter contare su risorse certe, altrimenti la politica resterà esclusiva dei Paperoni”. Gli ultimi 20 anni di Berlusconi dovevano essere evidentemente l’eccezione che conferma la regola



TARIFFA BONARIA ACQUA

sabato 7 aprile 2012

GLI SPRECHI DEL COMUNE DI PERUGIA

DA UNA PARTE CI SI LAMENTA CHE NON CI SONO I SOLDI PER SISTEMARE LE STRADE DALL'ALTRA SI BUTTANO VIA I SOLDI PER ERRORI GROSSOLANI SPERIAMO CHE LA CORTE DI CONTI PRENDA PROVVEDIMENTI CONTRO QUESTI SPRECHI

giovedì 29 marzo 2012

QUELLO CHE NON PENSERESTE MAI SIA SUCCESSO A PERUGIA

Da domani inizierò a spiegare come noi cittadini ci dobbiamo preoccupare per quello che è successo e sta succedendo a Perugia senza che nessuna testata giornalistica Nazionale ne voglia prendere atto per il semplice motivo che l'Umbria è un piccolo quartiere di Roma e figurarsi Perugia.
Non interessa ne Striscia la Notizia ne i Direttori di Giornali Nazionali che a Perugia esiste uno spreco di 60 MILIONI di euro per un progetto in piedi da 14 anni e che non vedrà mai la fine nonostante le numerose dichiarazioni alla stampa fatte dall'assessore competente di fine lavori , ultimamente l'ultima data fissata è quella del 2014 . Da precisare che comunque vada non verrà rispettato l'accordo di programma firmato a suo tempo

venerdì 2 marzo 2012

SPERIAMO BENE CON L'AMIANTO

Speriamo bene ll 7 luglio 1949 la "Società per Azioni Eternit Pietra Artificiale. filiale di Roma, via Tbrme di Diocîeziqno- I 3 , in risposta alla: (...) nota 4 c.m. n. Ió548 ('. )" dell ufficio Tecnico (del comune di Perugía e a firma del sindaco della nostra città , con oggetto richiedente l'invio di ult: (...) listino prezzi dei tubi in cemento amianto dei vari diametri ed alle varie pressioni dei Giunti Gibault, dei Giunti'simplex e pezzi speciali (...)": nonché chiese'anche la specifica di: (...) quali sconti può Praticare Per l’amministrazione pubblica(... ) "' La suddetta società , a breve giro di posta, il listino in corso (listino 1949), ricordando che i pezzi iniziali dovevano essere in ghisa: (. ') é perciò. su distinta potremo fare un offerta indicando anche il peso di ciascun pezzo'


Per le tubazioni Eternit al Comune di Perugia accordiamo uno sconto 20aA sui prezzi del listino giugno 1949. 'Rimaniamo a disposizione per qualsiasi occorrenze. lieti se il nostro Direttore Ing. Mombelli potrà essere invitato a verifica per quegli utili contatti e sviluppi degli acquedotti. In plico a partecipare inviamo al comune Prescrizioni normali Per 'accettazione dei tubi Eternit per condotte forzate per acquedotti" con alcune biografie e volantini ( ) A il serio problema che si pone è quello di riuscire a sapere se I'acquisto di questo materiale (:.-) Ora chi si pone quello t'obbligo morale di dare una risposta al la comunità perugina .

riuscire a capire se l’acquisto del materiale in Eternit da parte del comune di Perugia avvenne realmente; se fu immediato ed eventualmente in quali segmenti deII'acquedotto venne collocato e quando i "tubi Eternit per condotte forzate per acquedotti" furono messi a 'dimora: se sono stati rimossi ed, in tal cosa, quali precauzioni vennero adattate; per questo materiale potenzialmente cancerogeno, quindi 'decisamente pericoloso per la salute, è stato smaltito, chi s'incaricò di tale

"bonifica' Ritengo che almeno in questo caso chi di dovere senta seriamente



di Enzo Marcaccioli

COSTI CIMITERIALI

COSTI CIMITERIALI: “SPROPOSITATI GLI AUMENTI DELLE CONCESSIONI. IN 30 ANNI SONO CRESCIUTI DI 90 VOLTE”/ COMUNICATO STAMPA ED INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE ROMIZI (PDL)




“Come direbbe Woody Allen: non so se questo sia il migliore dei mondi possibili, di certo è il più costoso. A dispetto delle promesse di invarianza fiscale, le concessioni cimiteriali della città continuano a crescere a tassi annui spropositati; i costi sono aumentati in 30 anni di circa 90 volte (+16% all’anno) passando dai circa 37 euro del 1981 ai 3200 euro del 2011”. Di fronte a tali dati, il consigliere del PdL Andrea Romizi ha presentato un’interrogazione, nella quale chiede all’Amministrazione di chiarire i motivi di questi aumenti. “Non capiamo – continua Romizi nel comunicato - le ragioni finanziarie e gestionali, tantomeno quelle sociali che possano legittimare detto aumento, di molto lontano dalla variazione degli indici Istat del costo della vita”. Romizi – riferisce lo stesso nella nota - si fa carico di rappresentare la disapprovazione espressa da molti cittadini, “costretti a sborsare cifre enormi in unica soluzione per rinnovare le concessioni cimiteriali per i propri cari defunti”, chiedendo alla Giunta di provvedere ad una più equilibrata definizione della tariffa in oggetto ed a concedere almeno la possibilità di rateizzazione del pagamento. Questo il testo integrale dell’interrogazione: “Premesso che: con delibera del Consiglio Comunale n. 1771 del 28/11/1977 e con delibera della Giunta Comunale n. 1802 del 18/8/1978, è stato previsto l’aggiornamento annuale delle tariffe dei servizi cimiteriali in relazione alla variazione degli indici Istat del costo della vita rilevati sulla piazza di Perugia che, oggi, in base ai valori risultanti al 30 novembre dello scorso anno, la suddetta variazione risulta pari all’1,6% circa; Considerato che: con deliberazione di G.C. n. 315 del 29/07/2010 è stato stabilito, tra l’altro, di incrementare le tariffe dei Servizi Cimiteriali in misura maggiore dell’ordinario aggiornamento Istat previsto dalle sopraccitate delibere, con riferimento a svariati servizi. Atteso che: le tariffe dei servizi cimiteriali di seguito elencati hanno subito un incremento di molto superiore all’aggiornamento Istat: tumulazione ed estumulazione: € 115,00 aumento del 5,5%; inumazioni di resti mortali: € 255,00; esumazione: € 255,00, aumento del 5,5%; la traslazione: € 230,00 aumentato del 5,5%. Considerato in particolare che: gli intestatari delle concessioni cimiteriali trentennali (pervenute a scadenza nel 2011), hanno provveduto alla stipula di una nuova concessione al costo di 3256.32 euro, registrando un incremento annuo percentuale spropositato rispetto al 1981 quando la stessa concessione fu stipulata al costo di circa euro 37. detto intervento tariffario comporterebbe, anche a quanto rappresentano molti cittadini, un aumento medio annuo del costo complessivo superiore al 16%, ovvero in 30 anni il costo è aumentato di circa 8000 volte; pare non essere ammessa la facoltà di rateizzazione dei pagamenti che vengono quindi richiesti in unica soluzione; detto aumento appare ingiustificato dal livello dei costi relativi, oltremodo gravoso e inopportuno anche in relazione delle finalità assolte dal servizio. Tutto ciò premesso si interroga la Giunta comunale 1) per conoscere l’entità dell’aumento percentuale annuo delle tariffe secondo i dati in possesso della Amministrazione; 2) affinché chiarisca i presupposti finanziari e/o gestionali, nonché sociali che possano legittimare detto aumento; 3) se ritiene, anche alla luce della disapprovazione espressa da molti cittadini e vista la funzione assolta dai servizi cimiteriali, di provvedere ad una più equilibrata definizione della tariffa in oggetto, nonché ad ammettere la facoltà di rateizzazione dei pagamenti”.





lunedì 27 febbraio 2012

STIPENDI ITALIANI I PIU' BASSI D' EUROPA


Roma, 27 feb. (TMNews) - Le retribuzioni lorde dei lavoratori italiani sono tra le più basse dell'eurozona: su livelli inferiori ci sono solo quelle relative a Malta, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. E' quanto emerge dall'ultima edizione di "Labour Market Statistics" stilata da Eurostat. Per migliorare la situazione, secondo il ministro Elsa Fornero, occorre "scardinare" questo meccanismo.


"Abbiamo salari bassi e un costo del lavoro troppo alto" dice la Fornero in un colloquio con i giornalisti a New York secondo quanto riferisce il quotidiano La Stampa. "Dalla riforma delle pensioni - afferma la Fornero - abbiamo fatto molta strada ed ora cerchiamo una soluzione condivisa sulla riforma del lavoro". Secondo il ministro, occorre arrivare a una riforma che preveda una "flessibilità positiva" che porti "i salari a salire e non a scendere". Poi, occorre una revisione degli ammortizzatori sociali senza stravolgimenti, da far entrare in vigore tra tre o cinque anni, in un momento in cui non ci sia, come ora, una crisi economica. Importante, secondo il ministro, mettere fine alle cosiddette "dimissioni in bianco", imposte al momento dell'assunzione alle dipendenti donne. E - è la risposta ai dati di Eurostat - occorre "scardinare gli stipendi troppo bassi".


Secondo l'ufficio statistico dell'Unione Europea, nel 2009 -l'anno più recente per un confronto omogeneo - in Italia un dipendente di un'azienda con almeno 10 persone, ha guadagnato in media 23.406 euro lordi, il livello più basso non solo tra i grandi Paesi della moneta unica (la Germania si colloca a 41.100 euro, la Francia a 33.574, la Spagna a 26.316) ma anche rispetto alla maggior parte degli altri Paesi dell'euro. Con la sola eccezione di Malta (16.158), Portogallo (17.129), Slovenia (16.282) e Slovacchia (10.387).



domenica 26 febbraio 2012

MEDICI LA REGIONE FA CASSA

Sale la protesta contro la delibera che impone l'aumento del 29% sulle prestazioni effettuate dai professionisti in regime intramoenia


ARTICOLO
SAB, 25/02/2012 - 00:00
DI LARA PARTENZI

PERUGIA - Si pagava 100 euro? Da lunedì prossimo i pazienti sborseranno 129 euro per la medesima prestazione. E da 250 euro si sale in un sol colpo a 322,5 euro, ma neanche un centesimo della differenza, in soldoni 72,5 euro, andrà ai medici, per finire dritta dritta nelle casse della Regione.

Sconcerto e dissapore? C'è chi non esita a definirlo un vero e proprio "pizzo" e chi, con toni più diplomatici ma marcatamente alimentati dallo stesso sentiment, parla di una «vessazione» che andrà a pesare totalmente sulle tasche dei cittadini e che mette a repentaglio la competitività del sistema sanitario regionale.

I medici, gli ospedalieri così come gli universitari, fanno squadra parlano di una «delibera discriminatoria» e «piovuta dal cielo» con cui la Regione ha «imposto unilateralmente» l'aumento del 29% sul costo di tutte le prestazioni effettuate dai professionisti delle strutture sanitarie pubbliche che operano in regime intramoenia, ovvero visite ed interventi effettuati in regime libero professionale, e dunque fuori dall'orario di lavoro - sia all'interno delle strutture sanitarie stesse sia al di fuori, quando il servizio non può essere garantito internamente - attraverso una convenzione e tariffe rigorosamente concordate.

Aumento che, in Umbria, scatterà a partire da lunedì 27 ma che - ecco il j'accuse non solo al merito ma anche al metodo - è stato comunicato dalla Regione soltanto pochi giorni fa «neppure il tempo di aggiornare i tariffari», puntualizzano i medici.

Si sa, i sostanziosi tagli delle risorse destinate alla sanità richiedono meccanismi di compensazione e dunque, su questo punto, la Regione non è intenzionata a fare il benchè minimo passo in dietro. Dopotutto la misura «era talmente scontata», «invece di farlo tre mesi fa l'abbiamo fatto ora», «siamo l'ultima regione d'Italia che ha attivato questo ticket, frutto di un confronto con il ministero quando abbiamo rinunciato al ticket fisso di 10 euro e dovevamo dare alternative su cui calcolare ipotesi di rientro», spiega l'assessore di competenza, Franco Tomassoni, nell'ammettere, però, che era possibile «una modulazione diversa».

Ad esempio, la Toscana ha aumentato, ma in percentuale minore e solo su una parte della tariffa.

Ma tant'è, il Governo ha imposto di far quadrare i conti «ci sono ipotesi di entrate che devono essere rispettate», e poi, «il servizio intramoenia è una libera scelta del cittadino - precisa l'assessore -, che i medici si arrabbino ci può anche stare visto che devono lavorare, vorrà dire che possono sempre scegliere di applicare uno sconto».

A conti fatti, per i medici significherebbe ridurre ulteriormente la quota attualmente percepita attraverso le prestazioni intramoenia, quota che, come previsto dalla legge, non può superare il 49% del totale pagato dal paziente: «La struttura sanitaria, in caso di prestazione ambulatoriale interna in regime intramoenia, incassa i soldi che vengono pagati dai cittadini attraverso il Cup, trattiene per sè circa il 5%, ci paga le tasse e poi dà la quota netta della prestazione al singolo professionista, che è al di sotto del 50%», afferma il segretario regionale Cisl medici, Pino Giordano. Nel caso in cui, poi, le prestazioni vengano effettuate all'esterno, ad esempio in uno studio privato, perchè la struttura pubblica non può offrire l'assistenza prevista dalla legge - spazi, personale e strumentazione adeguata - i soldi incassati attraverso le prestazioni, sempre a tariffa concordata, vengono girati alla struttura (che trattiene la sua parte e paga le tasse) per il 60%, mentre il restante 40% resta al professionista. E dunque i medici puntualizzano: con il nuovo regime «noi non prendiamo neanche un centesimo in più».

Ma la prestazione intramoenia deve essere garantita in quanto prevista dalla Riforma Bindi, studiata «per mettere in competizione il servizio sanitario nazionale rispetto ai privati», mentre l'incremento delle tariffe deliberato dalla Regione va nella direzione opposta, perchè «si rischia la riduzione delle prestazioni e questo significa che lavoriamo di meno noi, ma anche le strutture», puntualizza ancora Pino Giordano, pronto a dare battaglia contro una decisione «non condivisa nè con gli interessati nè con i sindacati».

Molto malumore anche tra la componente universitaria con il professor Elmo Mannarino che, in veste di presidente, annuncia una riunione del Collegio dei clinici - l'associazione costituitasi nell'ambito della facoltà di medicina dell'Università degli studi di Perugia che raggruppa i medici universitari convenzionati con l'azienda ospedaliera - per invitare la Regione a togliere la «delibera discriminatoria, perchè non riguarda tutte le prestazioni erogate ma solo quelle private».

Per la Regione la misura era «scontata», per i cittadini un po' meno.



venerdì 24 febbraio 2012

REDDITI MANAGER PUBBLICI

I redditi dei manager pubblici: più ricchi di tutti i poliziotti


Online gli stipendi dei dirigenti. Il Capo della Polizia Manganelli primo: 621mila €. Gli ufficiali dominano la classifica
Dopo i ministri i manager pubblici. Nuova tappa dell'operazione trasparenza portata avanti da Mario Monti: ecco online i redditi dei dirigenti. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha consegnato alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera i dati relativi alle retribuzioni superiori ai 294mila euro (lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, che sale fino a 304.951,95 euro se si tiene conto dell'indennità del Consiglio superiore della magistratura). Leggendo i dati si evince che, in Italia, fare il poliziotto conviene. Al primo posto della classifica il capo della Polizia, Antonio Manganelli, che ha guadagnato 621.253,75 euro. E a completare il podio il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562.331,86 euro e il Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Franco Ionta con 543.954,42 euro.
Mancano i cumuli - Patrioni Griffi, lasciando l'incontro con i giornalisti che ha seguito la presentazione dei dati, ha spiegato che nell'elenco "non ci sono i nomi di coloro che hanno uno stipendio più basso2 a quello del primo presidente della Corte di Cassazione. Il trattamento, ha aggiunto, "è riferito ad oggi e mancano i cumuli", che si ottengono con eventuali altri incarichi. In ogni caso, ha sottolineato Patroni Griffi, nel dpcm che introduce il tetto agli stipendi dei manager è previsto che questi ultimi informino l'amministrazione di appartenenza dell'esistenza di altri incarichi assunti. Il titolare di palazzo Vidoni ha continuato spiegando di aver voluto iniziare consegnando subito questi primi dati, dopo le richieste giunte dal Parlamento: "Era meglio cominciiare, in tre giorni non avrei potuto avere di più". Le commissioni Affari costituzionali e Lavoro formuleranno il parere sullo schema di decreto del Governo il prossimo 29 febbraio.
La top-ten - Al quarto posto della classifica dei manager pubblici-paperoni ecco il capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia, Vincenzo Fortunato, che ha ricevuto 536.906,98 euro. La quinta retribuzione più alta è quella del Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Biagio Ambrate Abrate, con 482.019,26 euro, che precede il direttore dei Monopoli di Stato Raffaele Ferrara, con 481.214,86 euro, il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Giuseppe Valotto, con 481.021,78 euro, e il Capo di Stato maggiore della Marina, Bruno Branciforte, con 481.006,65 euro. Ex aequo al nono posto Corrado Calabrò, presidente dell’AgCom, e Giovanni Pitruzzella, numero uno dell’Antitrust, con 475.643,38 euro. Chiude la top ten, a pochi centesimi di distanza, il presidente dell’Autorità dell’Energia, Pier Paolo Bortoni, che ha ricevuto 475.643 euro. Nelle prime posizioni molti ufficiali: fare il poliziotto conviene.
Dominano le divise - Undicesimo è il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, con 462.642,56 euro. Dodicesimo Giuseppe Bernardis, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, con 460.052,83 euro e tredicesimo il segretario generale della Difesa, Claudio de Bertolis con 471.072,44 euro. Seguono Giampiero Massolo, Segretario generale del Ministero degli Affari esteri (412.560 euro) e i componenti dell’autorità dell’energia (Valeria Termini, Luigi Carbone, Rocco Colicchio e Alberto Biancardi) con una retribuzione di 396.379 euro. A dieci euro di distanza ci sono i membri dell’Antitrust e dell’AgCom con 396.369,44 euro, e poi il direttore generale della Consob, Antonio Rosati, con 395mila euro ("più la gratifica annuale") e i componenti dell’autorità di vigilanza sulla Borsa con 322 euro.
Protezione Civile - Scorrendo in ordine sparso l’elenco dei manager della pubblica amministrazione più pagati si trova il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che ha ottenuto una retribuzione di 364.196 euro, la direttrice dell’Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, con 307.211 euro ("al netto del contributo di solidarietà"), il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, con 304.000 euro, il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, 300mila euro e il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, 216.711,67 euro. Riguardo agli stipendi annui lordi del collegio dell’Antitrust si ricorda che sono stati già adeguati dal 1 gennaio e portati sotto il tetto previsto per i manager pubblici. Il presidente, Giovanni Pitruzzella e gli altri membri del collegio, Piero Barucci, Carla Rabitti Bedogni e Salvatore Rebecchini guadagnano 304.951,95 euro lordi. (AGI) Rm8/Fri 231603 FEB 12