lunedì 4 luglio 2011

DAL CORRIERE DELL'UMBRIA DEL 4 /07/ 2011

Metrò nella holding, si parte.
L’assessore Ciccone annuncia l’iter. L’amministratore Spinelli: “Puntare su risparmio e servizi”. Per il Comune 4,5 milioni in meno di spese ma c’è il rischio svalutazione.
PERUGIA03.07.2011
Novità in arrivo Il minimetrò verso la holding
Il minimetrò parte per il suo viaggio più importante, l'entrata nella holding regionale dei trasporti, la neonata Umbria mobilità. L'annuncio dell'assessore alla mobilità Roberto Ciccone è stato di un tempismo quasi perfetto, proprio nel giorno della conferenza stampa su un bilancio non proprio semplice per la nuova azienda che accorpa linee bus di tutta l'Umbria e si prefigge di diventare il contenitore di tutti i vettori trasportistici regionali. Senonché, stanti le dichiarazioni dell'amministratore delegato, oggi amministratore unico, Nello Spinelli, il minimetrò è tra le infrastrutture più efficienti, sul fronte del trasporto pubblico locale (tpl), per costi e numero di passeggeri paganti annui. Numeri a sei zeri, e in crescita, di viaggiatori l'anno, dicono le stime, con costi d'esercizio pari a circa 4,5 milioni di euro: e sarà proprio questa cifra che andrà a carico di tutta la comunità regionale attraverso l'annessione da parte di Umbria mobilità. Restano i capo al Comune i ratei dei mutui contratti per farlo il minimetrò: 110 milioni di euro, uno più uno meno, che costano anche questi per oltre 4 milioni ogni dodici mesi. Esborsi questi che Palazzo dei Priori dovrà continuare a garantire. Ma c’è un ma: il valore potenziale di quello che molti degradano dileggiando a “bruco mela”, per un’attitudine tutta perugina a svalutare quello che si possiede, rischia la svalutazione e l’errore di cui sopra in grande potrebbe essere imputato alla stessa amministrazione comunale. Il pericolo cioè di una fusione a freddo un po’ troppo affrettata, è di buttare nel mucchio delle pepite d’oro che poi vengono valutati al massimo come quarzo. Per l’assessore di turno è una questione di equità “Era un passaggio che il Comune di Perugia auspicava da tempo - spiega Ciccone - perché il minimetrò deve essere considerato alla stregua di tutti gli altri mezzi di trasporto regionali, visto che trasporta il triplo ad esempio dei passeggeri che può vantare la ferrovia centrale, senza considerare l’innovazione come mobilità alternativa che rappresenta in Italia e nel mondo”. I tempi per i primi atti? Entro la fine dell’anno. L’assessore regionale ai Trasporti, il “peruginissimo” Silvano Rometti, rimbalza il suo sì all’operazione. Nello Spinelli, neoamministratore unico della spa, è abituato a fare i conti. Ed è laconico come sempre. “L’obiettivo dell’azienda unica - dice - è condivisibile se orientato a economia di scala, a una riduzione dei costi, e miglioramento dei servizi”. Operazione della holding sino ad ora ha riguardato aziende pubbliche: tutto sommato facile sul fronte giuridico. Tuttavia la minimetrò è società per azioni dove c’è una “vera” componente privata, dunque il percorso si annuncia più complesso, sia sul fronte delle procedure che sul fronte economico-finanziario. I tempi saranno lunghi e complessi, da affrontare con oculatezza. Sino ad ora - per tradurre Spinelli - siamo alle enunciazioni politiche che non possono non mettere tutti d’accordo. Il varo nodo ancora da sciogliere è la giusta pesatura dell’ambaradan. Va valutato valore della società e il Comune ne è proprietario del 70%. C’è una convenzione fino al 2038 - alla fine navette e binari saranno di proprietà del Comune stesso - poi c’è un centro commerciale che idem, alla fine, diventerà di proprietà di Palazzo dei Priori. Cosa significa in termini di governace? Se Comune porta una quota così imponente nella società regionale, l’assetto di Umbria mobilità verrà rivoluzionato. Eppoi quanto sarà valutato fra trent’anni tutto questa “pòpò” di roba? Infine non sarà che dietro a tutto c’è quel volar tirare la cinghia a dispetto di tutto? Il diritto al contributo da parte della regione al Comune di Perugia per il minimetrò, è un diritto cosiddetto “inalienabile”, previsto dalla legge, che arriva come storno del fondo nazionale: che ne sarà di questi soldi, resteranno assegnati al capoluogo oppure verranno risparmiati da Palazzo Donini



Alessandro Antonini

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