mercoledì 17 aprile 2013

Alessandro Campi


La mia Perugia (a prova di querela)

Perugia è una cittadina ridente e tranquilla, serena e pacifica, di cui tutti in Italia parlano alla stregua di un modello, di un esempio da seguire, di un luogo dove vivere o dove trascorrere le vacanze o dove mandare i figli a studiare. Le sue strade sono pulite e ben curate, i suoi marciapiedi sono perfetti, mai una buca o una sconnessione, mai un residuo organico lasciato in terra che l'ignaro passeggiatore possa improvvidamente calpestare. Chi ha un cane, gli impedisce di fare i suoi bisogni per strada. Non è come in certe città dove sei costretto a fare lo slalom quando cammini. Perugia tiene molto all'ambiente. C'è un sistema di raccolta differenziata molto ben congegnato, che consiste nell'accumulare le buste con la spazzatura davanti al portone della propria abitazione o direttamente sul marciapiede. Ogni sera cambia il colore delle buste e dunque è uno spettacolo per gli occhi quando passeggi per le strade e vedi questi cumuli o cataste di plastica con i cani che vi saltellano allegri intorno e le persone che si divertono a scansarli. Perugia è una città sicura, specie per gli anziani e le donne. Se cammini dopo il tramonto per le sue strade, in particolare nel centro storico, le trovi ben illuminate, e sempre piene di persone che sciamano frettolose ma ridenti, spostandosi da un locale all'altro, e puoi stare tranquillo che non ti accadrà nulla di sgradevole, figuriamoci uno scippo o un furto, cose che qui non esistono. Per i divertimenti, specie se sei giovane e vivi entro le sue storica mura, non hai poi che l'imbarazzo della scelta. I ristoranti, che ogni sera propongono menu diversi, restano aperti sino a tardi, talvolta addirittura sino alle dieci di notte. Puoi assistere a prime visioni cinematografiche o a spettacoli teatrali a tua scelta, c'è musica dappertutto anche d'inverno, insomma c'è sempre qualcosa di interessante da fare. Perugia è anche famosa per la gentilezza dei suoi commercianti, sempre sorridenti e affabili, mai scontrosi con la clientela. Non è come in certe località turistiche dove entri per comprare una cosa in un negozio e ti guardano male, come se volessi rapinarli. No, qui con le persone ci sanno fare, le commesse sono spiritose, i venditori hanno sempre la battuta pronta, insomma i soldi li spendi volentieri. Perugia inoltre ha due grandi e prestigiose università, ambite e ricercate, i cui iscritti crescono di anno in anno. Vengono talmente tanti studenti dal Sud e dall'estero che i figli dei notabili locali, per fare posto ai loro giovani colleghi, da tempo sono costretti ad andare a studiare fuori città. La cosa veramente bella di queste due università è però il corpo docente, quasi tutto composto da studiosi che vengono dal resto d'Italia se non dall'estero. È raro trovare un professore che sia umbro. Non è come altri atenei italiani malati di provincialismo. A Perugia ogni tanto - negli uffici pubblici o nelle case private, di notte ma anche di giorno, in centro come in periferia - può capitare di sentire come dei colpi di pistola o delle urla, ma si tratta in realtà di botti e le urla sono di divertimento, perché qui la gente ama schiamazzare, e quello che certe volte sembra sangue è in realtà sugo di pomodoro, perché qui piace fare gli scherzi e prendere in giro il prossimo. Ed è curioso che i mezzi d'informazione non capiscano la differenza tra un omicidio vero e una burla tra amici. A Perugia fortunatamente non circola droga, ma questo lo sanno tutti e dunque è inutile insistere sull'argomento. E non c'è nemmeno criminalità. Pare invece che in altre città italiane un sacco di attività commerciali e di imprese siano state acquistate, approfittando di questa brutta crisi, coi soldi della camorra e della 'ndragheta. Ma qui no, mica siamo scemi che non ci accorgiamo se uno è un mafioso o uno spacciatore e magari gli affittiamo la casa o il capannone. Ma la cosa veramente fica di Perugia è che è una città dove puoi incontrare gente da tutto il mondo, un vero paradiso multiculturale, un posto dove non ci sono differenze etniche o sociali. Se vai nei bar del centro, proprio dinnanzi al duomo o al municipio, ma lo stesso ti capita se vai in quelli di Ponte San Giovanni, puoi incontrare ragazzi simpaticissimi che vengono da ogni dove, dal Marocco, dalla Tunisia, dal Camerun, dalla Nigeria, dall'Albania, pronti a parlarti del loro Paese e dei loro costumi, disposti a insegnarti la loro lingua, con i quali si possono fare scambi di ogni natura. Se gli dai qualche soldino, ti danno persino delle bustine con dentro dei simpatici e innocui souvenir. Un vero sballo! A Perugia, e anche questa è una bella cosa, tutto avviene alla luce del sole. È una città che non ama i segreti e il sotterfugio. Che ama il dibattito e il confronto. In altri posti, per esempio dove ha a lungo governato la Chiesa, o dove c'è una forte massoneria, o dove c'è stata una lunga egemonia comunista, non è così, c'è più conformismo, più chiusura. Qui invece la regola è dirsi tutto in faccia, nel rispetto dei ruoli, ma civilmente. E dunque non ci sono, per esempio, quegli strani intrecci tra politica e affari che si trovano in altre città italiane, tipo a Siena. Qui no, qui tutto è trasparente. Insomma, a Perugia tutto va magnificamente bene, e ho voluto scriverlo chiaro e forte. E se qualcuno si azzarda a dire che ho esagerato o che ho mentito giuro che lo querelo.



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