venerdì 31 agosto 2012
I PENSIONATI PROCEDERANNO CONTRO UMBRIA MOBILITA' METTENDOLA IN MORA ?
AL 31 DICEMBRE 2011 SONO ANDATI IN PENSIONE AD UMBRIA MOBILITA' S.P.A. 38 AGENTI AI QUALI E' STATO CONCESSO UN BONUS DI BUONA USCITA . LA SOMMA CHE LA SOCIETA' DOVEVA PAGARE PER OGNI LAVORATORE ANDATO IN PENSIONE QUINDI ERA TFR ( TRATTAMENTO FINE RAPPORTO ) PIU' INCENTIVO PER UN TOTALE DI CIRCA 40 MILA EURO CADA UNO . FINO AD OGGI SEMBRA SIA STATA PAGATA LORO SOLO UNA PICCOLA PARTE ,RIUSCIRANNO HA PRENDERE TUTTI I SOLDI PRIMA DELLA FINE DELL'ANNO . PIOVE SUL BAGNATO CONSIDERANNO CHE OGGI AL TG 3 UMBRO L'ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI DEL LAZIO HA DICHIARATO CHE NON DEVE DARE SOLDI AD UMBRIA MOBILITA .
lunedì 27 agosto 2012
VERITA' SU UMBRIA MOBILITA' S.P.A.
DAL 1998 AD OGGI VI E' STATA UNA PROTEZIONE TOTALE DI ALCUNE AZIENDE PUBBLICHE DI TRASPORTO E PIU' PRECISAMENTE NEL PERUGINO.
LA PROTEZIONE E' STATA A TUTTI I LIVELLI E LE CONSEGUENZE ESCONO OGGI , DOVE UMBRIA MOBILITA' NON HA PAGATO LA QUATTORDICESIME AI LAVORATORI CON IL DIRE CHE ROMA NON PAGA E QUINDI CI SONO PROBLEMI DI LIQUIDITA'. DAL 1998 AD OGGI SONO STATE FATTE DENUNCE A TUTTI I LIVELLI , MA PURTROPPO NON E' SUCCESSO NIENTE , IN COMPENSO NON HO BECCATO NEANCHE UNA QUERELA . CHE COSA STRANA , CHISSA PERCHE' . SECONDO IL MIO MODESTO PARERE SE ENTRO DICEMBRE NON VERRANNO PAGATE LE RATE DEI MUTUI IN SCADENZA , CIFRA CHE ARRIVA QUASI AD € 64.459.521 , AVETE CAPITO BENE QUASI 65 MILIONI DI EURO, PROBABILMENTE I LAVORATORI NON PRENDERANNO NEANCHE LE TREDICESIME POICHE' NON PENSO CHE LE BANCHE DIANO CREDITO AD UNA SOCIETA' CHE NON RIESCE AD ONORARE LE SCADENZE DEI MUTUI , ANCHE SE DIETRO VI SONO AZIONISTI TUTTI PUBBLICI.
COMUNQUE MI AUGURO DI SBAGLIARE NEL DARE IL MIO GIUDIZIO E CHE NON SUCCEDA NIENTE NEANCHE L'AUMENTO DEL PREZZO DEL BIGLIETTO PREVISTO , SPERO CHE FINALMENTE CHI DI DOVERE FACCIA CHIAREZZA SU QUESTA BRUTTA SITUAZIONE CHE SI E' VENUTA A CREARE PERCHE' QUELLI CHE DOVEVANO FARE IL LORO HANNO GUARDATO DA UN'ALTRA PARTE .
ORA CITO PARTE DI UNA FRASE DEL BILANCIO CONSOLIDATO CHE CITA QUANTO SEGUE : Il Collegio Sindacale infine segnala che, a fronte di una attenta politica di contenimento dei costi, dal bilancio al 31 dicembre 2011 si evidenzia un risultato operativo netto negativo di 3.117.986 euro, oltre ad una sofferenza finanziaria. Il collegio prende atto delle problematiche, meglio evidenziate nella relazione sulla gestione, che hanno generato tali fattori di rischio, invitando, a porvi rimedio quanto prima. Tali incertezze, se reiterate nel tempo, potrebbero comportare dubbi sulla continuazione aziendale.
BASTERA' L'AUMENTO DI CAPITALE DI 20 MILIONI DI EURO PREVISTI DAGLI ENTI PROPRIETARI PER SCONGIURARE IL PEGGIO ?
LA PROTEZIONE E' STATA A TUTTI I LIVELLI E LE CONSEGUENZE ESCONO OGGI , DOVE UMBRIA MOBILITA' NON HA PAGATO LA QUATTORDICESIME AI LAVORATORI CON IL DIRE CHE ROMA NON PAGA E QUINDI CI SONO PROBLEMI DI LIQUIDITA'. DAL 1998 AD OGGI SONO STATE FATTE DENUNCE A TUTTI I LIVELLI , MA PURTROPPO NON E' SUCCESSO NIENTE , IN COMPENSO NON HO BECCATO NEANCHE UNA QUERELA . CHE COSA STRANA , CHISSA PERCHE' . SECONDO IL MIO MODESTO PARERE SE ENTRO DICEMBRE NON VERRANNO PAGATE LE RATE DEI MUTUI IN SCADENZA , CIFRA CHE ARRIVA QUASI AD € 64.459.521 , AVETE CAPITO BENE QUASI 65 MILIONI DI EURO, PROBABILMENTE I LAVORATORI NON PRENDERANNO NEANCHE LE TREDICESIME POICHE' NON PENSO CHE LE BANCHE DIANO CREDITO AD UNA SOCIETA' CHE NON RIESCE AD ONORARE LE SCADENZE DEI MUTUI , ANCHE SE DIETRO VI SONO AZIONISTI TUTTI PUBBLICI.
COMUNQUE MI AUGURO DI SBAGLIARE NEL DARE IL MIO GIUDIZIO E CHE NON SUCCEDA NIENTE NEANCHE L'AUMENTO DEL PREZZO DEL BIGLIETTO PREVISTO , SPERO CHE FINALMENTE CHI DI DOVERE FACCIA CHIAREZZA SU QUESTA BRUTTA SITUAZIONE CHE SI E' VENUTA A CREARE PERCHE' QUELLI CHE DOVEVANO FARE IL LORO HANNO GUARDATO DA UN'ALTRA PARTE .
ORA CITO PARTE DI UNA FRASE DEL BILANCIO CONSOLIDATO CHE CITA QUANTO SEGUE : Il Collegio Sindacale infine segnala che, a fronte di una attenta politica di contenimento dei costi, dal bilancio al 31 dicembre 2011 si evidenzia un risultato operativo netto negativo di 3.117.986 euro, oltre ad una sofferenza finanziaria. Il collegio prende atto delle problematiche, meglio evidenziate nella relazione sulla gestione, che hanno generato tali fattori di rischio, invitando, a porvi rimedio quanto prima. Tali incertezze, se reiterate nel tempo, potrebbero comportare dubbi sulla continuazione aziendale.
BASTERA' L'AUMENTO DI CAPITALE DI 20 MILIONI DI EURO PREVISTI DAGLI ENTI PROPRIETARI PER SCONGIURARE IL PEGGIO ?
mercoledì 22 agosto 2012
mercoledì 27 giugno 2012
SECONDA PARTE
DUNQUE SIAMO ALLA REALIZAZZIONE DI DUE PROGETTI E L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE SCIEGLIE COME PRIORITARIO LA REALIZAZZIONE DEL MINIMETRO' , PER NON PERDERE IL FINANZIAMENTO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA I SOGGETTI INTERESSATI FIRMANO UN ACCORDO DI PROGRAMMA DOVE DAL COLLEGAMENTO FERROVIARIO FRA LA STAZIONE DI PERUGIA S. ANNA CON LA STAZIONE FS DI FONTIVEGGE SI PASSA AL RADDOPPIO DELLA LINEA PERUGIA S. ANNA -- PONTE SAN GIOVANNI CON IL VINCOLO CHE SE NON BASTANO I SOLDI NON SARA' POSSIBILE COMPERARE I TRENI MINUETTO . DETTI TRENI VENGONO COMUNQUE COMPERATI E PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI SI INIZIANO I LAVORI PER IL RADDOPPIO E VIENE REALIZZATO IL PRIMO TRATTO PERUGIA S. ANNA -- PALLOTTA. QUI VIENE IL BELLO POICHE' VIENE APPROVATO SIA IL PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI SIA IL PIANO URBANO DELLA MOBILITA' DEL COMUNE DI PERUGIA , OGNUNO DI QUESTI DUE DICHIARA CHE IL RADDOPPIO DELLA LINEA FERROVIARIA PERUGIA S. ANNA -- PONTE SAN GIOVANNI SI REALIZZA PER EFFETTUARE UN TRENO OGNI DIECI MINUTI PER OGNI SENSO DI MARCIA , PECCATO CHE QUESTE DICHIARAZIONI FIRMATE VENGANO SMENTITE TUTTI GLI ANNI A PARTIRE DAL 2002 FINO A DOGGI LEGGERE IL VOLANTINO SOTTO FATTO APPOSITAMENTE PER LA MANIFESTAZIONE CHE SI SVOLGE TUTTI GLI ANNI
NATURALMENTE NESSUNO E' INTERVENUTO NONOSTANTE SIA EVIDENTE UNO SPERPERO DI DENARO PUBBLICO CON FALSE DICHIARAZIONI . MA PURTROPPO NON FINISCE QUI POICHE' IN QUEL TRATTO CHE SI VEDE NEL VIDEO NON PASSERA' MAI NESSUN TRENO ED IL RADDOPPIO, NONOSTANTE CHE OGNI ANNO ESCA UN ARTICOLO DI GIORNALE DOVE SI DICHIARA DI VOLERE REALIZZARE IL PROGETTO DEL RADDOPPIO QUESTO NON AVVIENE E NON AVERRA' MAI MA IN CHE MONDO VIVIAMO ? E NON FINISCE QUI PERCHE' QUESTE SCELTE POLITICHE POI NEL TEMPO HANNO INFLUITO SUI CITTADINI COME AGGRAVIO DI TASSE E SUI LAVORATORI DELL'AZIENDA CHE GESTISCE IL MINIMETRO' MA QUESTO E' UN ALTRO CAPITOLO CHE A SETTEMBRE SPIEGHEREMO
martedì 26 giugno 2012
POVERI CITTADINI E LAVORATORI
QUELLO CHE E' SUCCESSO DAL 1998 AD OGGI E' VERAMENTE UNA COSA VERGOGNOSA POICHE' HA FATTO SI CHE TUTTO FINISSE NEL DIMENTICATOIO A DISCAPITO DEGLI INTERESSI DEI CITTADINI E DEI LAVORATORI . IL TUTTO E' INIZIATO DA QUANDO SI E' INIZIATO A PARLARE DI DUE PROGETTI DA REALIZZARE UNO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA IL COLLEGAMENTO FERROVIARIO PERUGIA S. ANNA -- STAZIONE FS FONTIVEGGE ED UNO IL MINIMETRO' . IL PRIMO PROGETTO INTERAMENTE FINANZIATO DALLO STATO ED A COSTO ZERO PER I CITTADINI , MENTRE L'ALTRO DOVEVA ESSERE , INIZIALMENTE , UN PROJECT FINACING E CIOE' FINANZIATO PARTE DALLO STATO E PARTE DAL PRIVATO . POI NATURALMENTE IL MINIMETRO' E' STATO REALIZZATO E FINANZIATO DALLO STATO E DAL COMUNE DI PERUGIA POICHE' I PRIVATI HANNO DATO SOLO LE GARANZIE FINANZIARIE SUI MUTUI MENTRE NON HANNO MESSO SOLDI , ADDIRITTURA SI SONO RIFIUTATI DI RIMETTERE LA LORO PARTE DI SOLDI PER RIEQUILIBRARE LE QUOTE DENTRO LA METRO' PERUGIA SCARL , DOPO CHE PARTE DEL CAPITALE SOCIALE ERA SERVITO PER RIPIANARE IL DEBITO DI BILANCIO.
IL PROGETTO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA E' INIZIATO PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI E BLOCCATO DAL DICEMBRE 2005 POICHE' REALIZZATO SOLO UN PICCOLO TRONCO CHE PARTE DALLA PUNTA SCAMBI DI PERUGIA S. ANNA ED ARRIVA ALLA PALLOTTA MENTRE L'ALTRO PEZZO CHE DOVEVA COLLEGARE CON UN DOPPIO BIMARIO LA STAZIONE PALLOTTA A PONTE SAN GIOVANNI NON VERRA' MAI REALIZZATO GUARDATE IL VIDEO
NATURALMENTE FINO AD OGGI NON E' INTERVENUTO NESSUNO ANCHE SE E' EVIDENTE CHE SONO STATI SPESI MILIONI DI EURO SENZA RISULTATO E MOLTI ALTRI MILIONI , DOPO 7 ANNI DEVONO ANCORA ESSERE SPESI DOMANI ALTRA PUNTATA
IL PROGETTO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA E' INIZIATO PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI E BLOCCATO DAL DICEMBRE 2005 POICHE' REALIZZATO SOLO UN PICCOLO TRONCO CHE PARTE DALLA PUNTA SCAMBI DI PERUGIA S. ANNA ED ARRIVA ALLA PALLOTTA MENTRE L'ALTRO PEZZO CHE DOVEVA COLLEGARE CON UN DOPPIO BIMARIO LA STAZIONE PALLOTTA A PONTE SAN GIOVANNI NON VERRA' MAI REALIZZATO GUARDATE IL VIDEO
NATURALMENTE FINO AD OGGI NON E' INTERVENUTO NESSUNO ANCHE SE E' EVIDENTE CHE SONO STATI SPESI MILIONI DI EURO SENZA RISULTATO E MOLTI ALTRI MILIONI , DOPO 7 ANNI DEVONO ANCORA ESSERE SPESI DOMANI ALTRA PUNTATA
LA STORIA VERA DI COME SI FANNO I SOLDI CHE NON BASTANO MAI
PENSIONI E CONSULENZE DI UN MANAGER E UN POLITICO FINISCONO NEL MIRINO DEI VERDI
PERUGIA- PENSIONE PIU' CONSULENZE E INCARICHI .CON QUESTA FORMULA C'E' QUALCHE SIGNORE CHE SI PORTA A CASA SINO A 700MILA EURO OGNI ANNO. A PUNTARE IL DITO E' LA FEDERAZIONE DEI VERDI , CHE ATTAVERSO IL COORDINATORE REMO GRANOCCHIA LAMENTANO COME, IN UN MOMENTO DI SACRIFICI ED AUMENTI DELLE TARIFFE , C'E' CHI RIESCE A PORTARE A CASA CIFRE DA CAPOGIRO PER GLI INCARICHI PUBBLICI ASSUNTI IN PASSATO O CHE ANCORA SVOLGE. NEL MIRINO DEI VERDI FINISCONO IN PARTICOLARE DUE CASI, IL PRIMO E' QUELLO DI UN MANAGER DELLA MOBILITA' CHE , SECONDO I VERDI, OLTRE ALLA PENDIONE DI UN CENTINAIO DI MILA EURO, PORTA A CASA ALTRI 500MILA EURO DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE DALL'AZZIENDA PER LA QUALE LAVORA ,IL POLITICO , SEMPRE SECONDO QUANTO DENUNCIATO DAI VERDI .OLTRE A DUE PENSIONI, ASSOMMA INCARICHI PER AZIENDE IN VARIE PARTI D'ITALIA CHE GLI FRUTTANO ULTERIORI 470 MILA EURO . LA RESPONSABILITA' NON è DEL SINGOLO , MA DEL SISTEMA CHE GLI PERMETTE IL VERIFICARIS DI QUESTE SITUAZIONI ORMAI FUORI CONTROLLO
C'ERA UNA VOLTA UN PENSIONATO A CUI NON BASTAVANO MAI I SOLDI E QUINDI PER INCREMENTARE I SUOI GUADAGNI SI INGEGNA DI FAR ENTRARE IN UNA SOCIETA' PRIVATA DI AUTOLINEE IL GENERO E LA MOGLIE . QUESTA SOCIETA' COSI FORTE RIESCE STRANAMENTE AD ENTRARE DENTRO UN CONSORSIO A ROMA PER GESTIRE LE LINEE DI DETTA CITTA' .GUARDA CASO IL PENSIONATO E' DIRIGENTE DELLA SOCIETA' CHE A VINTO LA GARA A ROMA . FORSE VI E' UN CONFLITTO DI INTERESSE ?
AD UN CERTO PUNTO ESCE DI SCENA IL GENERO E SUBENTRA LA FIGLIA , POI PER NON FARSI MANCARE NIENTE SI FANNO RIENTRARE DUE PULMAN GRAN TURISMO DALL'ESTERO SI FANNO METTERE A POSTO NELLA DITTA MADRE PER POI ESSERE RIVENDUTI ALLA DITTA DOVE SONO I PARENTI , SARA' STATO UN PREZZO ONESTO LA VENDITA? VIENE FATTA UNA INTERPELLANZA COMUNALE PER SAPERE SE ERA VERA LA STORIA E STRANAMENTE I FAMIGLIARI DEL PENSIONATO IL GIORNO SUCCESSIVO VANNO DAL NOTAIO ED ESCONO DALLA DITTA , PENSATE SIA FINITA COSI NOOOOOOOO
PERUGIA- PENSIONE PIU' CONSULENZE E INCARICHI .CON QUESTA FORMULA C'E' QUALCHE SIGNORE CHE SI PORTA A CASA SINO A 700MILA EURO OGNI ANNO. A PUNTARE IL DITO E' LA FEDERAZIONE DEI VERDI , CHE ATTAVERSO IL COORDINATORE REMO GRANOCCHIA LAMENTANO COME, IN UN MOMENTO DI SACRIFICI ED AUMENTI DELLE TARIFFE , C'E' CHI RIESCE A PORTARE A CASA CIFRE DA CAPOGIRO PER GLI INCARICHI PUBBLICI ASSUNTI IN PASSATO O CHE ANCORA SVOLGE. NEL MIRINO DEI VERDI FINISCONO IN PARTICOLARE DUE CASI, IL PRIMO E' QUELLO DI UN MANAGER DELLA MOBILITA' CHE , SECONDO I VERDI, OLTRE ALLA PENDIONE DI UN CENTINAIO DI MILA EURO, PORTA A CASA ALTRI 500MILA EURO DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE DALL'AZZIENDA PER LA QUALE LAVORA ,IL POLITICO , SEMPRE SECONDO QUANTO DENUNCIATO DAI VERDI .OLTRE A DUE PENSIONI, ASSOMMA INCARICHI PER AZIENDE IN VARIE PARTI D'ITALIA CHE GLI FRUTTANO ULTERIORI 470 MILA EURO . LA RESPONSABILITA' NON è DEL SINGOLO , MA DEL SISTEMA CHE GLI PERMETTE IL VERIFICARIS DI QUESTE SITUAZIONI ORMAI FUORI CONTROLLO
C'ERA UNA VOLTA UN PENSIONATO A CUI NON BASTAVANO MAI I SOLDI E QUINDI PER INCREMENTARE I SUOI GUADAGNI SI INGEGNA DI FAR ENTRARE IN UNA SOCIETA' PRIVATA DI AUTOLINEE IL GENERO E LA MOGLIE . QUESTA SOCIETA' COSI FORTE RIESCE STRANAMENTE AD ENTRARE DENTRO UN CONSORSIO A ROMA PER GESTIRE LE LINEE DI DETTA CITTA' .GUARDA CASO IL PENSIONATO E' DIRIGENTE DELLA SOCIETA' CHE A VINTO LA GARA A ROMA . FORSE VI E' UN CONFLITTO DI INTERESSE ?
AD UN CERTO PUNTO ESCE DI SCENA IL GENERO E SUBENTRA LA FIGLIA , POI PER NON FARSI MANCARE NIENTE SI FANNO RIENTRARE DUE PULMAN GRAN TURISMO DALL'ESTERO SI FANNO METTERE A POSTO NELLA DITTA MADRE PER POI ESSERE RIVENDUTI ALLA DITTA DOVE SONO I PARENTI , SARA' STATO UN PREZZO ONESTO LA VENDITA? VIENE FATTA UNA INTERPELLANZA COMUNALE PER SAPERE SE ERA VERA LA STORIA E STRANAMENTE I FAMIGLIARI DEL PENSIONATO IL GIORNO SUCCESSIVO VANNO DAL NOTAIO ED ESCONO DALLA DITTA , PENSATE SIA FINITA COSI NOOOOOOOO
lunedì 25 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
PER FORTUNA VI E' LA CRISI
OGGI PARECCHIE FAMIGLIA HANNO PROBLEMI A PAGARE LE TASSE E MOLTI HANNO PROBLEMI SOLO PER MANGIARE NON MI SEMBRA QUESTO IL MOMENTO PER DEI CONSIGLIERI COMUNALI FAR PASSARE UN SIMILE MESSAGGIO ANCHE SE PREVISTO PER LEGGE
giovedì 24 maggio 2012
Venerdì 25 maggio 2012, ore 9,30 - 13,00
Camera dei Deputati - Via Poli, 19 - Roma
TUTELA DELLE VITTIME e DEMOCRAZIA PARTECIPATA
FLG sottoscrive una convenzione nazionale con legali di tutta Italia per difendere le vittime nei tribunali e nei confronti delle Istituzioni. Istanza di accesso agli atti per Regioni, Ministero della Salute e dell’Economia: che fine fanno i proventi del 10,50% RCAuto (2 miliari di euro all’anno) destinati all’assistenza alle vittime? Sarà presentata una proposta di legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada e sui luoghi di lavoro. Linee guida per una legge quadro per l’assistenza alle vittime di reato della circolazione stradale e sui luoghi di lavoro. Intervengono la Rete legale di FLG-IICA e competenze tecniche e sociali interdisciplinari. Cinque gruppi di lavoro: Modifiche del Codice Penale ( anche Art. 111 Costituzione), Conferenza socio-sanitaria nazionale per l’assistenza alle vittime di reato stradale. Riforma Fondo di Garanzia delle vittime della strada. Radicale modifica dell’intervento sul teatro dell’incidente e scheda statistica incidenti. Apertura di centri di assistenza alle vittime di reato stradale nelle città.
I soldi della RCAuto. Al Premier Monti e alle Regioni: mollate i soldi delle vittime della strada! Dal 1982 il 10,50% della RCAuto va al Ministero dell’Economia e poi alle Regioni. Ma non sappiamo come vengono impiegati.
Legge Regionale assistenza Vittime. Verrà illustrata una proposta di Legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada che sarà inviata ai Presidenti ed ai Gruppi consiliari delle 19 Regioni e della Provincia Autonoma di Trento e Bolzano.
Giustizia Ambientale. Avvocati sentinella, “difensori” della Giustizia ambientale (tema importante per noi) non solo da un punto di vista della mobilità/sicurezza stradale (la circolazione stradale, ad esempio, nelle città produce direttamente per ogni morto da incidente d’auto 4 morti per decessi da inquinamento da idrocarburi e polveri sottili).
democrazia partecipata. La nostra rete funzionerà attraverso il Liquid FeedBack una piattaforma di e-democracy con il pieno coinvolgimento di tutti alle decisioni e, prima ancora, alla possibilità di proposta e modifiche su proposte altrui. Il sistema democratico attuale non garantisce più possibilità di riforme.
Legge quadro nazionale Vittime di Reato. Di legge di vittime di reato se ne parla (concretamente, dicono) dal 1997 (Proposta di legge Ministero Giustizia, Ministro Piero Fassino). Promuovemmo un Convegno a Firenze (2 giorni, 55 relatori) con tutte le organizzazioni di Vittime di reato. Quindici anni di chiacchiere a seguire da parte di almeno 6 Governi.
Assistenza. psicologica, psichiatrica, legale, medico-legale, socio-sanitaria, anche domiciliare, alle vittime della strada.
Omicidio stradale. Non si può non considerare la prevedibilità dell’evento ed il dolo eventuale solo sui comportamenti ma anche in ordine alla manutenzione delle strade e dei veicoli.
Rilevamento dati Istat. Una modifica radicale sulle modalità d’intervento delle forze dell’ordine sul “teatro” dell’incidente stradale.
Fondo di Garanzia. Riforma rapida del Fondo e coinvolgimento diretto delle organizzazioni delle vittime più rappresentative.
FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
Ente Morale (Decreto Ministero dell'Interno 27.01.2000)
Sede Operativa Roma Tel. 06.4695.3125 - Numero Verde 800.134.900
Sede Toscana Tel & Fax: 0578.228065
www.flg.it - www.decenniodazione.it - e-mail: flgonlus@gmail.com
Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565
Camera dei Deputati - Via Poli, 19 - Roma
TUTELA DELLE VITTIME e DEMOCRAZIA PARTECIPATA
FLG sottoscrive una convenzione nazionale con legali di tutta Italia per difendere le vittime nei tribunali e nei confronti delle Istituzioni. Istanza di accesso agli atti per Regioni, Ministero della Salute e dell’Economia: che fine fanno i proventi del 10,50% RCAuto (2 miliari di euro all’anno) destinati all’assistenza alle vittime? Sarà presentata una proposta di legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada e sui luoghi di lavoro. Linee guida per una legge quadro per l’assistenza alle vittime di reato della circolazione stradale e sui luoghi di lavoro. Intervengono la Rete legale di FLG-IICA e competenze tecniche e sociali interdisciplinari. Cinque gruppi di lavoro: Modifiche del Codice Penale ( anche Art. 111 Costituzione), Conferenza socio-sanitaria nazionale per l’assistenza alle vittime di reato stradale. Riforma Fondo di Garanzia delle vittime della strada. Radicale modifica dell’intervento sul teatro dell’incidente e scheda statistica incidenti. Apertura di centri di assistenza alle vittime di reato stradale nelle città.
I soldi della RCAuto. Al Premier Monti e alle Regioni: mollate i soldi delle vittime della strada! Dal 1982 il 10,50% della RCAuto va al Ministero dell’Economia e poi alle Regioni. Ma non sappiamo come vengono impiegati.
Legge Regionale assistenza Vittime. Verrà illustrata una proposta di Legge regionale per l’assistenza alle vittime della strada che sarà inviata ai Presidenti ed ai Gruppi consiliari delle 19 Regioni e della Provincia Autonoma di Trento e Bolzano.
Giustizia Ambientale. Avvocati sentinella, “difensori” della Giustizia ambientale (tema importante per noi) non solo da un punto di vista della mobilità/sicurezza stradale (la circolazione stradale, ad esempio, nelle città produce direttamente per ogni morto da incidente d’auto 4 morti per decessi da inquinamento da idrocarburi e polveri sottili).
democrazia partecipata. La nostra rete funzionerà attraverso il Liquid FeedBack una piattaforma di e-democracy con il pieno coinvolgimento di tutti alle decisioni e, prima ancora, alla possibilità di proposta e modifiche su proposte altrui. Il sistema democratico attuale non garantisce più possibilità di riforme.
Legge quadro nazionale Vittime di Reato. Di legge di vittime di reato se ne parla (concretamente, dicono) dal 1997 (Proposta di legge Ministero Giustizia, Ministro Piero Fassino). Promuovemmo un Convegno a Firenze (2 giorni, 55 relatori) con tutte le organizzazioni di Vittime di reato. Quindici anni di chiacchiere a seguire da parte di almeno 6 Governi.
Assistenza. psicologica, psichiatrica, legale, medico-legale, socio-sanitaria, anche domiciliare, alle vittime della strada.
Omicidio stradale. Non si può non considerare la prevedibilità dell’evento ed il dolo eventuale solo sui comportamenti ma anche in ordine alla manutenzione delle strade e dei veicoli.
Rilevamento dati Istat. Una modifica radicale sulle modalità d’intervento delle forze dell’ordine sul “teatro” dell’incidente stradale.
Fondo di Garanzia. Riforma rapida del Fondo e coinvolgimento diretto delle organizzazioni delle vittime più rappresentative.
FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
Ente Morale (Decreto Ministero dell'Interno 27.01.2000)
Sede Operativa Roma Tel. 06.4695.3125 - Numero Verde 800.134.900
Sede Toscana Tel & Fax: 0578.228065
www.flg.it - www.decenniodazione.it - e-mail: flgonlus@gmail.com
Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565
mercoledì 16 maggio 2012
lunedì 7 maggio 2012
INCARICHI REGIONE UMBRIA 2011
SE CLICCATE SULLA BARRA QUI SOTTO LEGGERETE LE 395 PAGINE DI INCARICHI
http://www.funzionepubblica.gov.it/media/958727/umbria.pdf
http://www.funzionepubblica.gov.it/media/958727/umbria.pdf
giovedì 26 aprile 2012
l governo a caccia di auto blu. Ma in giro ce ne sono già 60mila
Giovedì, 26 aprile 2012 - 08:40:00
Altro che tagli alla politica, il governo vuole ancora 400 auto blu da sommare alle 60 mila già circolanti a disposizione di ministri e dirigenti più altre 50mila per un costo di quasi 2 miliardi di euro. Se si clicca sul link del bando pubblicato sul sito del ministero dell’Economia appare la "gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed opzionali per le Pubbliche Amministrazioni". Il governo dunque cera auto blu e la spesa prevista per acquistarle si aggira sui 10 milioni di euro. A sorprendere è il parere del Centro servizi per l'ammodernamento della Pubblica Amministrazione, secondo cui di queste 60mila auto, 800 sarebbero inutilizzate.
In Parlamento intanto è incominciata la battaglia politica. Antonio Borghesi, deputato dell’Italia dei Valori, in un interrogazione parlamentare ha chiesto al viceministro dell’Economia Vittorio Grilli di chiarire in Aula. Interrogazione in cui il parlamentare ricorda anche che un decreto del 2011 prevede "razionalizzazione e trasparenza in merito all'utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni”. I decreti legge del 2010 hanno inoltre introdotto l'obbligo di non effettuare spese superiori all'80% della spesa sostenuta nel 2009 per “l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio delle autovetture”. Viene da chiedersi se la spesa di 10 milioni di euro per le nuove auto blu sia compatibile
Il ministro Patroni Griffi aveva dichiarato riguardo alle auto blu che “in un momento di grandi sacrifici per decine di milioni di cittadini italiani ed europei” erano previste "disposizioni per accertare che le riduzioni previste si traducano in effettivo risparmio permanente e contributo al risanamento dei conti pubblici”. E aveva aggiunto: “sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l'Italia può diventare un esempio virtuoso per tutta l'Unione europea, dove raramente esiste un monitoraggio continuo e così dettagliato”. La trasparenza non manca e ha permesso di poter individuare il bando. Ci s'interroga sull'opportunità della cosa visti i tempi che corrono e l'antipolitica montante
Giovedì, 26 aprile 2012 - 08:40:00
Altro che tagli alla politica, il governo vuole ancora 400 auto blu da sommare alle 60 mila già circolanti a disposizione di ministri e dirigenti più altre 50mila per un costo di quasi 2 miliardi di euro. Se si clicca sul link del bando pubblicato sul sito del ministero dell’Economia appare la "gara per fornitura in acquisto di berline medie con cilindrata non superiore a 1600 cc e dei servizi connessi ed opzionali per le Pubbliche Amministrazioni". Il governo dunque cera auto blu e la spesa prevista per acquistarle si aggira sui 10 milioni di euro. A sorprendere è il parere del Centro servizi per l'ammodernamento della Pubblica Amministrazione, secondo cui di queste 60mila auto, 800 sarebbero inutilizzate.
In Parlamento intanto è incominciata la battaglia politica. Antonio Borghesi, deputato dell’Italia dei Valori, in un interrogazione parlamentare ha chiesto al viceministro dell’Economia Vittorio Grilli di chiarire in Aula. Interrogazione in cui il parlamentare ricorda anche che un decreto del 2011 prevede "razionalizzazione e trasparenza in merito all'utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni”. I decreti legge del 2010 hanno inoltre introdotto l'obbligo di non effettuare spese superiori all'80% della spesa sostenuta nel 2009 per “l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio delle autovetture”. Viene da chiedersi se la spesa di 10 milioni di euro per le nuove auto blu sia compatibile
Il ministro Patroni Griffi aveva dichiarato riguardo alle auto blu che “in un momento di grandi sacrifici per decine di milioni di cittadini italiani ed europei” erano previste "disposizioni per accertare che le riduzioni previste si traducano in effettivo risparmio permanente e contributo al risanamento dei conti pubblici”. E aveva aggiunto: “sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l'Italia può diventare un esempio virtuoso per tutta l'Unione europea, dove raramente esiste un monitoraggio continuo e così dettagliato”. La trasparenza non manca e ha permesso di poter individuare il bando. Ci s'interroga sull'opportunità della cosa visti i tempi che corrono e l'antipolitica montante
mercoledì 18 aprile 2012
E I POVERI ITALIANI PAGANO E FANNO SACRIFICI
Spese pazze al Senato,950mila euro in agende
E la Camera ne spende oltre 3 milioni
Ogni deputato avrà più di 50 rubriche a testa, mentre i senatori ne hanno circa 70 ciascuno. Ecco quanto la Casta, in tempo di crisi, continua a spendere
09:53 - Gli italiani tirano la cinghia, tra Imu e accise. Ma loro, i parlamentari, ancora spendono e spandono. L'ultima "spesa pazza" è per le loro agendine. Quelle con il logo di Camera e Senato, da regalare urbi et orbi come strenna natalizia. Il bando in questione, per la fornitura di rubriche a Palazzo Madama, pubblicato ieri, è di 950mila euro (più Iva) in due anni.
La cifra si commenta da sé. I soldi del bando "da aggiudicare con il criterio del prezzo più basso" sarà usata per produrre ben 5.200 agende da tavolo e 16.800 di quelle tascabili per i 315 senatori. Praticamente ogni eletto ne avrà a disposizione circa 70 in tutto.
A questo si aggiunge il bando triennale, che si è concluso a dicembre, per produrre le agende degli onorevoli seduti a Montecitorio: oltre 3 milioni di euro (più Iva) per produrre 32.800 agende per i 630 deputati (circa 52 a testa) in tre anni.
Le cifre, rilanciate in prima pagina dal quotidiano Libero, non possono che far indignare i cittadini-elettori a cui ogni giorno vengono chiesti sacrifici per "salvare l'Italia".
Certo non saranno le agendine a salvare i bilanci dello Stato, ma se la "Casta" cominciasse sul serio a ridurre i suoi costi, dando il buon esempio, potrebbe almeno tornare a riconquistarsi più fiducia dai cittadini. E poi ci si lamenta dell'antipolitica.
E la Camera ne spende oltre 3 milioni
Ogni deputato avrà più di 50 rubriche a testa, mentre i senatori ne hanno circa 70 ciascuno. Ecco quanto la Casta, in tempo di crisi, continua a spendere
09:53 - Gli italiani tirano la cinghia, tra Imu e accise. Ma loro, i parlamentari, ancora spendono e spandono. L'ultima "spesa pazza" è per le loro agendine. Quelle con il logo di Camera e Senato, da regalare urbi et orbi come strenna natalizia. Il bando in questione, per la fornitura di rubriche a Palazzo Madama, pubblicato ieri, è di 950mila euro (più Iva) in due anni.
La cifra si commenta da sé. I soldi del bando "da aggiudicare con il criterio del prezzo più basso" sarà usata per produrre ben 5.200 agende da tavolo e 16.800 di quelle tascabili per i 315 senatori. Praticamente ogni eletto ne avrà a disposizione circa 70 in tutto.
A questo si aggiunge il bando triennale, che si è concluso a dicembre, per produrre le agende degli onorevoli seduti a Montecitorio: oltre 3 milioni di euro (più Iva) per produrre 32.800 agende per i 630 deputati (circa 52 a testa) in tre anni.
Le cifre, rilanciate in prima pagina dal quotidiano Libero, non possono che far indignare i cittadini-elettori a cui ogni giorno vengono chiesti sacrifici per "salvare l'Italia".
Certo non saranno le agendine a salvare i bilanci dello Stato, ma se la "Casta" cominciasse sul serio a ridurre i suoi costi, dando il buon esempio, potrebbe almeno tornare a riconquistarsi più fiducia dai cittadini. E poi ci si lamenta dell'antipolitica.
lunedì 16 aprile 2012
SOLDI AI PARTITI DAL 1994 AL2012
ROMA – Dal 1994 al 2012 lo Stato, tutti noi, abbiamo versato ai partiti politici l’astronomica cifra di 2 miliardi 253 milioni 612 mila 233 euro. Loro, i partiti, nello stesso lasso di tempo ne hanno spesi 579 milioni 4 mila 383. Ergo, 1 miliardo 674 milioni 607 mila euro, li hanno incassati senza un perché. Già, perché i soldi pubblici li hanno incassati alla voce “rimborsi elettorali”, ma il rimborso è, per definizione stessa, la restituzione di una somma spesa. Quello che eccede quella somma lo si può chiamare in molti altri modi, ad esempio finanziamento, ma non certo rimborso. Basta quindi la semplice operazione aritmetica di sottrazione di quanto speso dai partiti da quanto dai cittadini loro elargito, per capire che quello che serve ora, per dare un minimo di credibilità alla politica, non è una riforma, soft e lenta, dei controlli su come i partiti spendono, ma un taglio netto degli euro che loro incassano. Non è tempo di mezze misure né di rimandi. Quei soldi vanno diminuiti, da subito, a partire dalla prossima tranche di “rimborsi”, oltre 100 milioni di euro, che i partiti incasseranno a fine luglio.
Questo pomeriggio (11 aprile) i tecnici della maggioranza, Rocco Crimi e Massimo Corsaro per il Pdl, Benedetto Della Vedova per Fli, Giampiero D’Alia per l’Udc, Antonio Misiani e Gianclaudio Bressa per il Pd, si incontreranno per affrontare il nodo dei soldi pubblici ai partiti, divenuto irrimandabile dopo gli scandali in casa Margherita e Lega. Nel tentativo di chiudere in fretta su un testo di massima. Un testo che però si prevede “al ribasso”. Solo in futuro infatti dovrebbe essere affrontata la questione della democrazia interna, chi e come decide come spendere, e della quantità dei rimborsi elettorali. Per ora non sembra esserci alcuna intenzione di decurtare l’entità dei finanziamenti, piuttosto si penserà a chi e come affidare il controllo dei bilanci dei partiti. Bilanci che ora sono di fatto senza controllo alcuno, cosa evidentemente insostenibile, anche se prima di controllare come vengono spesi, bisognerebbe prima occuparsi di quanti soldi vengono ai partiti elargiti. I partiti vogliono fare da soli, l’idea del decreto non gli piace, anche se in questo caso l’urgenza sembra esserci tutta. Non gli piace perché li esproprierebbe del loro ruolo e, soprattutto, dei loro soldi. A loro non piace, ai cittadini piacerebbe.
Se non bastasse l’aritmetica poi, anche l’Europa ha sentito la necessità di sottolineare come la nostra legislazione in materia di soldi ai partiti politici sia poco seria. La situazione, secondo il Consiglio d’Europa, è grave ed è “urgente” porre rimedio. Il documento è stato elaborato e reso noto dalla commissione Greco (Groupe d’Etats Contre la Corruptione, il braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea) e sottolinea che “la maggiore debolezza” del sistema sta nei controlli. Il ruolo che i cittadini possono svolgere è “molto limitato” – si legge – e quello esercitato dalle autorità pubbliche è “molto frammentato, più formale che sostanziale”. Così frammentato che, come scrive Luigi La Spina su La Stampa, “per oltre due terzi, i partiti incassano soldi che non hanno una documentazione, verificata e credibile, valida a confermare lo scopo di effettivo rimborso elettorale. Anzi, per la stragrande maggioranza dei casi, non esiste alcuna documentazione. Insomma, prendono dai contribuenti italiani 100 e ne spendono correttamente solo circa 33”. E la stima fatta da La Spina è persino per difetto, i dati pubblicati da Repubblica parlano di un 75% del totale dei soldi incassati privo di documentazione.
Il giudizio europeo non tiene poi conto di un aspetto peculiare della nostra storia politica e fondamentale, ed è giusto che non lo faccia visto che si deve limitare per ovvi motivi ad un commento “tecnico”: la vera e propria truffa propinata agli italiani che, con un referendum, avevano bocciato e cancellato il finanziamento pubblico dei partiti. Votazione ottenuta sull’onda emotiva di Mani Pulite, vero. Come è vero che i partiti non possono vivere senza denaro pubblico (anche se altrove lo fanno). Le forze politiche così, con un espediente meschino e tanto sfacciato da apparire persino provocatorio nei confronti del rispetto che si dovrebbe avere per i cittadini in una democrazia, l’hanno, di fatto, ripristinato. Neanche a dirlo in forma molto più generosa che in passato. E l’hanno ripristinato definendolo “rimborso elettorale”, peccato che non sia un rimborso e peccato che non sia assolutamente legato a quanto i singoli partiti hanno speso per le campagne elettorali. La legge prevede che ogni forza politica incassi tot euro per ogni voto ricevuto. In altre parole chiunque di noi potrebbe candidarsi e non fare campagna elettorale, tanto riceverebbe comunque i soldi dei rimborsi.
Scrive ancora La Spina: “Il rispetto per la volontà popolare imporrebbe l’ossequio al risultato del referendum, cioè l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ma pretenderlo, in Italia, sarebbe come pretendere l’impossibile. Si può chiedere, invece, come minimo risarcimento ai cittadini, almeno il dimezzamento di questa “imposta forzosa”, con il controllo, da parte di una autorità estranea a qualsiasi influenza politica, di come questi soldi vengano usati. I partiti devono uscire da una condizione unica tra le associazioni italiane, quella dell’assoluta imperscrutabilità dei loro bilanci e dell’assoluta insindacabilità dei loro statuti e delle regole di democrazia interna. Prima di cambiare la Costituzione, sarebbe meglio applicarla, perché su questo tema la nostra Carta fondamentale è del tutto disattesa”.
Prima ancora del controllo e della Costituzione si dovrebbe rispettare in verità la lingua italiana, e parlare di rimborsi quando di questi si tratta, usare il termine “rimborso” per descrivere le astronomiche cifre che i partiti incassano, viene definito in italiano “raggiro”.
Repubblica si è presa la briga di andare a vedere quel po’ di cifre che la Corte dei Conti ha in mano, poche perché, come detto, per lo più i soldi vengono girati ai partiti senza documentazione che ne giustifichi la ragione. Ed ha preso in considerazione i cinque principali partiti – Pdl, Pd, Idv, Udc, Lega Nord – e quanto hanno speso e incassato per le ultime politiche, quelle dell’aprile 2008.
“Al partito di Silvio Berlusconi, in base ai voti ottenuti, spettano per quell’unica tornata elettorale oltre 19 milioni di euro per la Camera e quasi 22 milioni per il Senato: il totale, da corrispondere in cinque rate annuali, è di 206 milioni 518 mila euro. A pagina 70 della sua relazione la Corte dei Conti dice che le spese dichiarate per quelle elezioni, e controllate dai magistrati, ammontano a 68 milioni 475 mila euro. Da aggiungersi ai 437mila spesi per la circoscrizione estero. Quindi, è stato speso poco più di un quarto di quello che viene incassato. Le cose non cambiano per il Pd. Al Partito democratico spettano, dal 2008 al 2013, 180 milioni 231 mila euro. Il partito di Pier Luigi Bersani ne ha spesi, per le elezioni, molti di meno: 18 milioni 418 mila. Francesco Belsito, per la Lega Nord, aveva a disposizione 41 milioni e 384 mila euro per le politiche del 2008, avendo speso solo (questo ha potuto verificare la Corte) 3 milioni 476 mila euro. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ha diritto a 2l milioni 658 mila euro avendone spesi 4 milioni 451 mila. L’Udc prende in cinque anni 25 milioni 895 mila euro. Ne ha spesi – è il partito per cui c’è meno differenza – 20 milioni 864 mila. (…) Di tutti questi soldi, l’ultima rata è ancora da versare e dovrebbe arrivare alla fine di luglio. Sono poco più di 100 milioni per le politiche del 2008, cui però bisogna sommare i soldi che i partiti prenderanno anche perle ultime regionali ed europee. Solo i cinque maggiori incasseranno così 166 milioni e 436 mila euro. Il Pdl attende 68 milioni, il Pd quasi 58, l’Udc e l’Italia dei Valori poco più di 11 milioni, la Lega quasi 18”.
Bersani, segretario di quel Pd che si vanta di essere l’unico ad avere un controllo esterno sui propri conti, ha detto: “Noi siamo disponibilissimi e intenzionati a rivedere il sistema del rimborso elettorale ma questa discussione richiede dei tempi e io non accetterei che in attesa di questi tempi ci si possa ristrutturare casa coi soldi del partito. Io voglio immediate misure per il controllo”. Bloccate la tranche di luglio.
Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo Pd in Senato, facendo riferimento al modello all’americana voluto dal Pdl per i contributi dei privati, con tanto di detrazioni fiscali, ha avvertito: “stiamo attenti perché i partiti devono poter contare su risorse certe, altrimenti la politica resterà esclusiva dei Paperoni”. Gli ultimi 20 anni di Berlusconi dovevano essere evidentemente l’eccezione che conferma la regola
Questo pomeriggio (11 aprile) i tecnici della maggioranza, Rocco Crimi e Massimo Corsaro per il Pdl, Benedetto Della Vedova per Fli, Giampiero D’Alia per l’Udc, Antonio Misiani e Gianclaudio Bressa per il Pd, si incontreranno per affrontare il nodo dei soldi pubblici ai partiti, divenuto irrimandabile dopo gli scandali in casa Margherita e Lega. Nel tentativo di chiudere in fretta su un testo di massima. Un testo che però si prevede “al ribasso”. Solo in futuro infatti dovrebbe essere affrontata la questione della democrazia interna, chi e come decide come spendere, e della quantità dei rimborsi elettorali. Per ora non sembra esserci alcuna intenzione di decurtare l’entità dei finanziamenti, piuttosto si penserà a chi e come affidare il controllo dei bilanci dei partiti. Bilanci che ora sono di fatto senza controllo alcuno, cosa evidentemente insostenibile, anche se prima di controllare come vengono spesi, bisognerebbe prima occuparsi di quanti soldi vengono ai partiti elargiti. I partiti vogliono fare da soli, l’idea del decreto non gli piace, anche se in questo caso l’urgenza sembra esserci tutta. Non gli piace perché li esproprierebbe del loro ruolo e, soprattutto, dei loro soldi. A loro non piace, ai cittadini piacerebbe.
Se non bastasse l’aritmetica poi, anche l’Europa ha sentito la necessità di sottolineare come la nostra legislazione in materia di soldi ai partiti politici sia poco seria. La situazione, secondo il Consiglio d’Europa, è grave ed è “urgente” porre rimedio. Il documento è stato elaborato e reso noto dalla commissione Greco (Groupe d’Etats Contre la Corruptione, il braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea) e sottolinea che “la maggiore debolezza” del sistema sta nei controlli. Il ruolo che i cittadini possono svolgere è “molto limitato” – si legge – e quello esercitato dalle autorità pubbliche è “molto frammentato, più formale che sostanziale”. Così frammentato che, come scrive Luigi La Spina su La Stampa, “per oltre due terzi, i partiti incassano soldi che non hanno una documentazione, verificata e credibile, valida a confermare lo scopo di effettivo rimborso elettorale. Anzi, per la stragrande maggioranza dei casi, non esiste alcuna documentazione. Insomma, prendono dai contribuenti italiani 100 e ne spendono correttamente solo circa 33”. E la stima fatta da La Spina è persino per difetto, i dati pubblicati da Repubblica parlano di un 75% del totale dei soldi incassati privo di documentazione.
Il giudizio europeo non tiene poi conto di un aspetto peculiare della nostra storia politica e fondamentale, ed è giusto che non lo faccia visto che si deve limitare per ovvi motivi ad un commento “tecnico”: la vera e propria truffa propinata agli italiani che, con un referendum, avevano bocciato e cancellato il finanziamento pubblico dei partiti. Votazione ottenuta sull’onda emotiva di Mani Pulite, vero. Come è vero che i partiti non possono vivere senza denaro pubblico (anche se altrove lo fanno). Le forze politiche così, con un espediente meschino e tanto sfacciato da apparire persino provocatorio nei confronti del rispetto che si dovrebbe avere per i cittadini in una democrazia, l’hanno, di fatto, ripristinato. Neanche a dirlo in forma molto più generosa che in passato. E l’hanno ripristinato definendolo “rimborso elettorale”, peccato che non sia un rimborso e peccato che non sia assolutamente legato a quanto i singoli partiti hanno speso per le campagne elettorali. La legge prevede che ogni forza politica incassi tot euro per ogni voto ricevuto. In altre parole chiunque di noi potrebbe candidarsi e non fare campagna elettorale, tanto riceverebbe comunque i soldi dei rimborsi.
Scrive ancora La Spina: “Il rispetto per la volontà popolare imporrebbe l’ossequio al risultato del referendum, cioè l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Ma pretenderlo, in Italia, sarebbe come pretendere l’impossibile. Si può chiedere, invece, come minimo risarcimento ai cittadini, almeno il dimezzamento di questa “imposta forzosa”, con il controllo, da parte di una autorità estranea a qualsiasi influenza politica, di come questi soldi vengano usati. I partiti devono uscire da una condizione unica tra le associazioni italiane, quella dell’assoluta imperscrutabilità dei loro bilanci e dell’assoluta insindacabilità dei loro statuti e delle regole di democrazia interna. Prima di cambiare la Costituzione, sarebbe meglio applicarla, perché su questo tema la nostra Carta fondamentale è del tutto disattesa”.
Prima ancora del controllo e della Costituzione si dovrebbe rispettare in verità la lingua italiana, e parlare di rimborsi quando di questi si tratta, usare il termine “rimborso” per descrivere le astronomiche cifre che i partiti incassano, viene definito in italiano “raggiro”.
Repubblica si è presa la briga di andare a vedere quel po’ di cifre che la Corte dei Conti ha in mano, poche perché, come detto, per lo più i soldi vengono girati ai partiti senza documentazione che ne giustifichi la ragione. Ed ha preso in considerazione i cinque principali partiti – Pdl, Pd, Idv, Udc, Lega Nord – e quanto hanno speso e incassato per le ultime politiche, quelle dell’aprile 2008.
“Al partito di Silvio Berlusconi, in base ai voti ottenuti, spettano per quell’unica tornata elettorale oltre 19 milioni di euro per la Camera e quasi 22 milioni per il Senato: il totale, da corrispondere in cinque rate annuali, è di 206 milioni 518 mila euro. A pagina 70 della sua relazione la Corte dei Conti dice che le spese dichiarate per quelle elezioni, e controllate dai magistrati, ammontano a 68 milioni 475 mila euro. Da aggiungersi ai 437mila spesi per la circoscrizione estero. Quindi, è stato speso poco più di un quarto di quello che viene incassato. Le cose non cambiano per il Pd. Al Partito democratico spettano, dal 2008 al 2013, 180 milioni 231 mila euro. Il partito di Pier Luigi Bersani ne ha spesi, per le elezioni, molti di meno: 18 milioni 418 mila. Francesco Belsito, per la Lega Nord, aveva a disposizione 41 milioni e 384 mila euro per le politiche del 2008, avendo speso solo (questo ha potuto verificare la Corte) 3 milioni 476 mila euro. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ha diritto a 2l milioni 658 mila euro avendone spesi 4 milioni 451 mila. L’Udc prende in cinque anni 25 milioni 895 mila euro. Ne ha spesi – è il partito per cui c’è meno differenza – 20 milioni 864 mila. (…) Di tutti questi soldi, l’ultima rata è ancora da versare e dovrebbe arrivare alla fine di luglio. Sono poco più di 100 milioni per le politiche del 2008, cui però bisogna sommare i soldi che i partiti prenderanno anche perle ultime regionali ed europee. Solo i cinque maggiori incasseranno così 166 milioni e 436 mila euro. Il Pdl attende 68 milioni, il Pd quasi 58, l’Udc e l’Italia dei Valori poco più di 11 milioni, la Lega quasi 18”.
Bersani, segretario di quel Pd che si vanta di essere l’unico ad avere un controllo esterno sui propri conti, ha detto: “Noi siamo disponibilissimi e intenzionati a rivedere il sistema del rimborso elettorale ma questa discussione richiede dei tempi e io non accetterei che in attesa di questi tempi ci si possa ristrutturare casa coi soldi del partito. Io voglio immediate misure per il controllo”. Bloccate la tranche di luglio.
Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo Pd in Senato, facendo riferimento al modello all’americana voluto dal Pdl per i contributi dei privati, con tanto di detrazioni fiscali, ha avvertito: “stiamo attenti perché i partiti devono poter contare su risorse certe, altrimenti la politica resterà esclusiva dei Paperoni”. Gli ultimi 20 anni di Berlusconi dovevano essere evidentemente l’eccezione che conferma la regola
sabato 7 aprile 2012
GLI SPRECHI DEL COMUNE DI PERUGIA
DA UNA PARTE CI SI LAMENTA CHE NON CI SONO I SOLDI PER SISTEMARE LE STRADE DALL'ALTRA SI BUTTANO VIA I SOLDI PER ERRORI GROSSOLANI SPERIAMO CHE LA CORTE DI CONTI PRENDA PROVVEDIMENTI CONTRO QUESTI SPRECHI
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