mercoledì 17 ottobre 2012


La legge di stabilità approvata dal governo cambierà nettamente la pressione fiscale sulle famiglie italiane. L'intento è quello di alleggerire le fasce di contribuenti più deboli con la riduzione delle aliquote Irpef per i primi due scaglioni di reddito. Ma allo tempo stesso le esigenze di bilancio obbligano a recuperare questa perdita di getto da altre parti. Rimanendo alla tassazione diretta, questo recupero avverrà con il taglio degli sgravi fiscali: un tetto massimo complessivo di 3mila euro a cui concorrono molte detrazioni e una franchigia di 250 euro che si applica anche ad alcune deduzioni.
Per avere un idea di quale sarà l'effetto combinato di tagli di segno opposto - alla tassazione e alle agevolazioni - facciamo alcune simulazioni con diversi scaglioni di reddito.

L'alleggerimento dell'Irpef
Prendiamo tre contribuenti con redditi imponibili annui diversi:
• famiglia A: 12.000 euro,
• famiglia B: 30.000 euro,
• famiglia C: 80.000 euro.
Ecco come cambierà la loro Irpef con le due nuove aliquote del 22%, fino a 15mila euro di reddito, e del 26% fino a 28mila euro (entrambe ridotte di un punto percentuale):

Reddito Irpef prima

Irpef dopo Differenza

A) € 12.000 € 2.760 € 2.640 - € 120 (- 4,35%)

B) € 30.000 € 7.720 € 7.440 - € 280 (- 3,63%)

C) € 80.000 € 27.570 € 27.290 - € 280 (- 1,01%)

La perdita delle agevolazioni
Ipotizziamo ora alcuni oneri detraibili di importo diverso in base ai diversi tenori di vita delle tre famiglie. Una delle principali voci di spesa per molti contribuenti è il mutuo sulla prima casa. La manovra stabilisce che gli interessi passivi possono essere detratti per un massimo di 3mila euro e con una franchigia di 250 euro. Le limitazioni valgono solo per le famiglie con redditi superiori ai 15mila euro. La percentuale detraibile è sempre del 19%.

Mutuo (interessi passivi) Detrazione prima Detrazione dopo Differenza

A) € 3.000 € 570 € 570 --

B) € 3.000 € 570 € 522,50 (*) - € 47,50

C) € 5.000 € 760 (**) € 570 (**) - € 190

(*) Per la famiglia B (reddito € 30.000) agisce la franchigia di 250 euro.

(**) Abbassamento del tetto massimo da € 4.000 a € 3.000. La franchigia qui è irrilevante perché l'importo è comunque superiore a 3.000 euro.
Supponiamo che le famiglie abbiano anche un'assicurazione sulla vita, di importo diverso, che può essere detratta sempre al 19% e per un importo massimo (riferito solo a questo onere), di 1.291,14 euro:

Polizza vita Detrazione prima Detrazione dopo Con la detrazione del mutuo

A) € 800 € 152 € 152 € 0

B) € 1.200 € 228 € 180,50 (*) € 0

C) € 2.000 € 245,31 € 245,31 (**) € 0


(*) Agisce la franchigia di 250 euro.

(**) La franchigia qui è irrilevante perché l'importo è comunque superiore a 1.291,14 euro.

Come si vede, in tutti e tre i casi il mutuo "si mangia" tutta la capacità di detrazione (tetto di 3mila euro già raggiunto) e le famiglie perdono l'intera detraibilità della polizza.

Limitandosi a questo esempio elementare, ecco il saldo delle tre famiglie tra minore Irpef e minori detrazioni:

A) 120 (risparmio Irpef) - 152 (perdita detraz. polizza) = - € 32

B) 280 (risparmio Irpef) - 47,50 (perdita detraz. mutuo) - 228 (perdita detraz. polizza) = + € 52

C) 280 (risparmio Irpef) - 190 (perdita detraz. mutuo) - 245,31 (perdita detraz. polizza) = - € 155,31.

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