giovedì 29 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
PERCHE' AUMENTA DEL 6% LA BOLLETTA DI UMBRA ACQUE ?
SE LEGGETE ATTENTAMENTE I DUE FOGLI CHE PUBBLICO QUI SOTTO CHE FANNO PARTE DEI BILANCIO 2010 NOTERETE CHE L'UTILE DI UMBRA ACQUE AMMONTA AD € 2.335.070 COME MAI SI PARLA DI UN AUMENTO DELLE BOLLETTE DELL'ACQUA DEL 6% ? MA HA QUANTO AMMONTA IL PREMIO ALL'AMMINISTARTORE UNICO PERCHE' SUPERA L'UTILE IL MILIONE DI EURO ? CHE MONTI INSEGNA PER CASO MA VISTO CHE SOCI SONO I COMUNI COSA FANNO LE FORSE POLITICHE TUTTI D'ACCORDO ? POVERI CITTADINI DOVE ARRIVEREMO ?
martedì 27 dicembre 2011
PER DOVERE DI CRONACA PUBBLICO QUANTO INVIATAMI
L'UOMO CHE PAREGGIO' IL BILANCIO DI STATO
IL 1 APRILE 1924 IL GOVERNO FASCISTA CON IL SUO MINISTRO DELLE FINANZE
DE STEFANI ANNUNCIO' IL PAREGGIO DEL BILANCIO
EPPURE IL GOVERNO FASCISTA NON AVEVA
• L'IRPFEF
• L'ICI
• LA TARSU
• L'IRAP
• L'IPEG
• ADDIZINALE REGIONALE
• ADDIZIONALE COMUNALE
• L'IVA AL 23%
• IMPOSTE CATASTALI
• IMPOSTE DI REGISTRO
• IMPOSTA DI SUCCESSIONE
• IMPOSTA IPOTECARIA
• IMPOSTA DI BOLLO
• IMPOSTA SULLE PUBBLICITA'
• ACCISA
• IMPOSTE E ADDIZIONALI SULL'ENERGIA ELETTRICA
BENITO MUSSOLINI RINUNCIO' AL SUO STIPENDIO DI CAPO DI STATO, DOVETTE RESTAURARE L'ECONOMICA ITALIA E FINANZIARE UNA GUERRA
ECCO COSA FECE PER L'ITALIA E GLI ITALIANI:
Opere sociali e sanitarie
1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184
2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158
3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841
4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653
5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277
6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798
7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055
8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312
9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n.
264
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro
(Confindustria e Confagricoltura); 1923
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130
orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159
sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai
3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512
25. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni
26. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia
28. Lotta contro la malaria
29. Colonie marine, montane e solari
30. Refezione scolastica
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni
32. Scuole professionali
33. Magistratura del Lavoro
34. Carta della Scuola
Opere architettoniche e infrastrutture
35. Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed
appoderamento del latifondo siciliano. Con la fondazione delle città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia,
Guidonia, Carbonia, Fertilia, Segezia, Alberese, Mussolinia (oggi Alborea), Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e
Pozzo Littorio e di 64 borghi rurali, 1933 – 1939
36. Parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo
37. Centrali Idroelettriche ed elettrificazione delle linee Ferroviarie
38. Roma: Viale della Conciliazione
39. Progetto della Metropolitana di Roma
40. Tutela paesaggistica ed idrologica
41. Impianti di illuminazione elettrica nelle città
42. Prosciugamento del Lago di Nemi (1931) per riportare alla luce navi romane
43. Creazione degli osservatori di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore
44. Palazzo della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di Provincia
45. Fondazione di 16 nuove Province
46. Creazione dello Stadio dei Marmi (di fronte allo stadio si trova ancora un enorme obelisco con scritto
“Mussolini Dux”)
47. Creazione quartiere dell’EUR
48. Ideazione dello stile architettonico “Impero”, ancora visibile nei palazzi pubblici delle città più grandi
49. Creazione del Centro sperimentale di Guidonia (ex Montecelio), dotata del più importante laboratorio
di galleria del vento di allora (distrutto nel 1944 dalle truppe tedesche che abbandonavano Roma)
50. Costruzione di numerose dighe
51. Fondò l’istituto delle ricerche, profondo stimatore di Marconi che mise a capo dello stesso istituto grazie
alla sua grandiosa invenzione della radio e dei primi esperimenti del radar, non finiti a causa della sua
morte
52. Costruzione di molte università tra cui la Città università di ROMA
53. Inaugurazione della Stazione Centrale di Milano nel 1931 e della Stazione di Santa Maria Novella di
Firenze
54. Costruzione del palazzo della Farnesina di Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri
55. Opere eseguite in Etiopia: 60.000 operai nazionali e 160.000 indigeni srotolarono sul territorio più di
5.000 km di strade asfaltate e 1.400 km di piste camionabili. Avevano trasformato non solo Addis Abeba,
ma anche oscuri villaggi in grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua). Alberghi, scuole,
fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono, porti,
stazioni radio, aeroporti, financo cinematografi e teatri. Crearono nuovi mercati, numerose scuole per
indigeni, e per gli indigeni crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro,
ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari. Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso
istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese di colonizzazione sotto forme di
cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici,
coltivando più di 75.000 ettari di terra.
56. Sviluppo aeronautico, navale, cantieristico
Opere politiche e diplomatiche
57. Patti Lateranensi, 11/02/1929
58. Tribunale del popolo
59. Tribunale speciale
60. Emanò il codice penale (1930), il codice di procedura penale (1933, sostituito nel 1989), il codice di
procedura civile (1940), il codice della navigazione (1940), il codice civile (1942) e numerose altre
disposizioni vigenti ancora oggi (il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il Codice della Strada,
le disposizioni relative a: polizia urbana, rurale, annonaria, edilizia, sanitaria, veterinaria, mortuaria,
tributaria, demaniale e metrica)
61. Conferenza di Losanna
62. Conferenza di Locarno
63. Conferenza di Stresa
64. Patto a quattro
65. Patto anti-Comintern
Opere espansionistiche
66. Riconquista della Libia
67. Conquista dell’Etiopia
68. Guerra di Spagna
Opere economiche e finanziarie
69. Istituto di Ricostruzione Industriale
(I.R.I.), 1932
70. Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I.), 1933
71. Casse Rurali ed Artigiane, R.D. 26 agosto 1937, n. 1706
72. Riforma bancaria: tra il 1936 e il 1938 la Banca d’Italia passò completamente in mano pubblica e il suo
Governatore assunse il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio
73. Socializzazione delle imprese. Legge della R.S.I., 1944
74. Parità aurea della lira
75. Battaglia del grano
76. 1929: crisi finanziaria mondiale. Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di
lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che
ospitano 215.000 persone, 3131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici,
ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in
2493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale
Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6
milioni e 663 mila k.w. e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche
per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e
comunali, 436 km di autostrade. Le prime autostrade in Italia furono la Milano-Laghi e la Serravalle-
Genova (al casello di Serravalle Scrivia si trova una scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di
inizio lavori 1930, ultimato lavori 1933”)
77. Salvò dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923-24)
78. Attacco al latifondo siciliano
79. Accordi commerciali con tutti gli Stati compreso l’Urss
80. Pareggio di bilancio già dal 1924
Opere sportive e culturali
81. Costruzione dell’Autodromo di Monza, 10/09/1923
82. Fondazione di CINECITTA’
83. Creazione dell’ente italiano audizione radiofoniche (EIAR), anno 1927
84. Primi esperimenti della televisione che risalgono all’anno 1929 per volere del Duce; nel dicembre del ’38
l’ufficio stampa dell’EIAR comunicò che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di
televisione. Il 4 giugno 1939 alla Mostra del Leonardo ci furono alcune trasmissione sperimentali, sul
Radiocorriere apparvero i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi.
Purtroppo il progetto venne abbandonato a causa dell’entrata in guerra
85. Istituzione della Mostra del Cinema di Venezia, prima manifestazione del genere al mondo, nata nel
1932 per opera del direttore dell’Istituto Luce, De Feo, e dell’ex ministro delle Finanze Giovanni Volpi di
Misurata
86. Creazione dell’albo dei giornalisti, anno 1928
87. Fondazione dell’istituto LUCE, anno 1925
88. Nel 1933 appoggiò la prima trasvolata atlantica compiuta da Italo Balbo (tra l’altro, fu in quella
occasione che venne inaugurata la “posta aerea”)
89. Accademia d’Italia (Marconi, Pirandello, Mascagni, ecc.)
90. Littoriali della cultura e dell’arte
Opere di utilità varie
91. Registro per armi da fuoco
92. Istituzione della guardia forestale
93. Istituzione dell’archivio statale, anno 1923
94. Fondazione della FAO
95. Fondazione dei consorzi agrari
96. Annessione della Guardia di Finanza nelle forze armate
97. Istituzione di treni popolari per la domenica con il 70% di sconto, anno 1932
98. Istituì il Corpo dei Vigili del Fuoco.
99. Ammodernò il Pubblico Catasto urbano e dei terreni
100.Mappò tutto il territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora oggi, e che non sono
mai state aggiornate da allora
CARI "DISONEREVOLI" IN 60 ANNI DI COSI' DETTA "DEMOCRAZIA"
AVETE SOLO
• AUMENTATO E MESSO NUOVE TASSE AGLI ITALIANI.
• AUMENTATO IN MODO SPROPORZIONATO IL VOSTRO STIPENDIO
• SVUOTATO LE CASSE DELLO STATO
domenica 25 dicembre 2011
giovedì 22 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
USCITA NARRATIVA
IN QUESTI GIORNI E' IN USCITA UN LIBRO DOVE VENGONO NARRATE VARIE STORIE AMBIENTATE AL TEMPO DELLE TRIBU INDIANE E RIGUARDANO IL FALLIMENTO DI UNA LORO SQUADRA DI CALCIO DI VENDITA DI TERRENI FRA INDIANI ECC..... IL COSTO E' DI € 12,50 CHI NE DESIDERA UNA COPIA PUO' LASCIARE UNA EMAIL E CI METTEREMO D'ACCORDO PER LA CONSEGNA
martedì 13 dicembre 2011
lunedì 12 dicembre 2011
LA CASTA LASCIO A VOI GIUDICARE
NON BISOGNAVA DARE IL BUON ESEMPIO ED INIZIARE DALL'ALTO A FARE I SACRIFICI SE SACRIFICI POI SI POSSONO CHIAMARE ?
mercoledì 7 dicembre 2011
venerdì 2 dicembre 2011
AIUTIAMO BRUNO
Care amiche, cari amici, conoscenti della Fondazione,
ci rivolgiamo a voi a nome di Bruno per poter avere un piccolo contributo
che sarà destinato alla sua assistenza in attesa del ricorso che è stato presentato.
Vi ringrazio per quanto potete e volete fare.
Con i miei migliori saluti.
Giuseppe Guccione
BRUNO “CONDANNATO A MORTE” IN ITALIA
Vittima della strada e della malasanità
Ieri Giornata Mondiale Lotta all'AIDS. 1 milione di morti a causa della malattia dal 1998. La moglie di Bruno una di queste vittime. Bruno ha 51 anni. Da 17 è sieropositivo, HIV conclamato C3. E’ in cura presso l’ospedale Spallanzani di Roma ma è conosciuto in molti nosocomi italiani essendo senza fissa dimora. Dorme per lo più all’interno delle stazioni ferroviarie.
Sua moglie Anna nel 1986 ha contratto l’HIV - a seguito di un incidente stradale – dopo aver subìto un intervento chirurgico ed una trasfusione di sangue nell’Ospedale ed è morta nel 1994. Era l’epoca di Poggiolini e delle “tresche” sul mercato del sangue infetto.
Bruno scopre alla morte della moglie di essere stato contagiato. Gli viene riconosciuta una pensione d’invalidità del 100% pari a 272 Euro mensili. Il giorno 11 settembre 2006 viene aggredito di notte a Villa Borghese a Roma da 4 persone che oltre a rubargli le poche cose che ha con se lo massacrano di botte. Subisce una ricostruzione maxillo - facciale e la perdita della vista all’occhio destro.
Il 5 maggio 2011 Bruno fa richiesta alla Commissione di Prima Istanza per l’accertamento degli stati di invalidità per l’ottenimento dell’assegno di accompagnamento per poter essere assistito in un monolocale ove passare il resto dei suoi giorni. Con lettera datata 29 settembre 2011 l’INPS di Roma comunica a Bruno anzicchè la concessione dell’assegno di accompagnamento la revoca della pensione di invalidità al 100% a suo tempo assegnato riducendola al 50% .
Sembra siano 4 casi a Roma di cui 2 già rivisti positivamente. E’ stato presentato ricorso.
Un sieropositivo costa circa 1200 euro al mese per i soli farmaci specifici, oltre alle spese per analisi di laboratorio, ricoveri e complicanze relative alla primaria malattia. La “fortuna” di Bruno è che non ha mai fatto uso di droghe e di alcol e questo ha fatto si di “rallentare” la malattia insieme alla costante assunzione di farmaci efficaci. Finora non si è abbandonato a se stesso e non ha commesso “sciocchezze” con la la legge.
Lui (come tutti gli altri sieropositivi) ci costano circa 30 mila euro all’anno e lo Stato - “sensibile” con chi trasgredisce la legge e nell’assegnare ricchi emolumenti ai soliti noti, nonostante la crisi - “condanna” Bruno e tanti come lui a morte anticipata.
E’ un risparmio sicuro sulla spesa sanitaria e sociale.
AIUTIAMO BRUNO
E’ possibile versare una donazione su PostePay - costa solo un euro in più - a favore di Bruno da qualsiasi Ufficio Postale o nei Tabaccai dove si gioca il Superenalotto. Il numero della carta della Fondazione Luigi Guccione Onlus su cui versare è: 4023 6006 1676 0742 (basta dare questo numero all'operatore). Le donazioni serviranno a coprire i costi per l’ospitalità di Bruno in una struttura adeguata a partire dal 5 dicembre 2011.
FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
Ente Morale (Decreto Ministero dell'Interno 27.01.2000)
Sede Operativa Roma Tel. 06.4695.9613 - Numero Verde 800.134.900
Sede Toscana Tel & Fax: 0578.228065
www.flg.it - www.decenniodazione.it - e-mail: flgonlus@gmail.com
Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565
ci rivolgiamo a voi a nome di Bruno per poter avere un piccolo contributo
che sarà destinato alla sua assistenza in attesa del ricorso che è stato presentato.
Vi ringrazio per quanto potete e volete fare.
Con i miei migliori saluti.
Giuseppe Guccione
BRUNO “CONDANNATO A MORTE” IN ITALIA
Vittima della strada e della malasanità
Ieri Giornata Mondiale Lotta all'AIDS. 1 milione di morti a causa della malattia dal 1998. La moglie di Bruno una di queste vittime. Bruno ha 51 anni. Da 17 è sieropositivo, HIV conclamato C3. E’ in cura presso l’ospedale Spallanzani di Roma ma è conosciuto in molti nosocomi italiani essendo senza fissa dimora. Dorme per lo più all’interno delle stazioni ferroviarie.
Sua moglie Anna nel 1986 ha contratto l’HIV - a seguito di un incidente stradale – dopo aver subìto un intervento chirurgico ed una trasfusione di sangue nell’Ospedale ed è morta nel 1994. Era l’epoca di Poggiolini e delle “tresche” sul mercato del sangue infetto.
Bruno scopre alla morte della moglie di essere stato contagiato. Gli viene riconosciuta una pensione d’invalidità del 100% pari a 272 Euro mensili. Il giorno 11 settembre 2006 viene aggredito di notte a Villa Borghese a Roma da 4 persone che oltre a rubargli le poche cose che ha con se lo massacrano di botte. Subisce una ricostruzione maxillo - facciale e la perdita della vista all’occhio destro.
Il 5 maggio 2011 Bruno fa richiesta alla Commissione di Prima Istanza per l’accertamento degli stati di invalidità per l’ottenimento dell’assegno di accompagnamento per poter essere assistito in un monolocale ove passare il resto dei suoi giorni. Con lettera datata 29 settembre 2011 l’INPS di Roma comunica a Bruno anzicchè la concessione dell’assegno di accompagnamento la revoca della pensione di invalidità al 100% a suo tempo assegnato riducendola al 50% .
Sembra siano 4 casi a Roma di cui 2 già rivisti positivamente. E’ stato presentato ricorso.
Un sieropositivo costa circa 1200 euro al mese per i soli farmaci specifici, oltre alle spese per analisi di laboratorio, ricoveri e complicanze relative alla primaria malattia. La “fortuna” di Bruno è che non ha mai fatto uso di droghe e di alcol e questo ha fatto si di “rallentare” la malattia insieme alla costante assunzione di farmaci efficaci. Finora non si è abbandonato a se stesso e non ha commesso “sciocchezze” con la la legge.
Lui (come tutti gli altri sieropositivi) ci costano circa 30 mila euro all’anno e lo Stato - “sensibile” con chi trasgredisce la legge e nell’assegnare ricchi emolumenti ai soliti noti, nonostante la crisi - “condanna” Bruno e tanti come lui a morte anticipata.
E’ un risparmio sicuro sulla spesa sanitaria e sociale.
AIUTIAMO BRUNO
E’ possibile versare una donazione su PostePay - costa solo un euro in più - a favore di Bruno da qualsiasi Ufficio Postale o nei Tabaccai dove si gioca il Superenalotto. Il numero della carta della Fondazione Luigi Guccione Onlus su cui versare è: 4023 6006 1676 0742 (basta dare questo numero all'operatore). Le donazioni serviranno a coprire i costi per l’ospitalità di Bruno in una struttura adeguata a partire dal 5 dicembre 2011.
FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
Ente Morale (Decreto Ministero dell'Interno 27.01.2000)
Sede Operativa Roma Tel. 06.4695.9613 - Numero Verde 800.134.900
Sede Toscana Tel & Fax: 0578.228065
www.flg.it - www.decenniodazione.it - e-mail: flgonlus@gmail.com
Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565
giovedì 1 dicembre 2011
BALLETTO VIAGGIATORI MINIMETRO
QUESTO QUI SOTTO E' QUELLO CHE PREVEDEVA IL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO MINIMETRO' DEL LUGLIO 2007
MENTRE QUESTA FA PARTE DEL BILANCIO 2010 SEMPRE DEL MINIMETRO'
COME POTETE NOTARE ALL'INIZIO SI PREVEDEVANO IN UN ANNO 5.615.000 VIAGGIATORI PER UN INCASSO DI € 2.593.600
NEL SUCCESSIVO PIANO ECONOMICO FINANZIARIO CON SOLI 3.290.129 VIAGGIATORI UN INCASSO DI € 2.230.000 PER FINIRE CON IL DATO UFFICIALE DEL BILANCIO MINIMETRO' 2010 CHE DICHIARA RICAVI DA BIGLIETTERIA PER € 1.567.641 MIRACOLO IL BILANCIO CHIUDE CON UN UTILE BISOGNA FARE I COMPLIMENTI A CHE HA FATTO QUESTI CONTI DA CONSIDERARE CHE NEL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO ESPOSTO SOTTO I VIAGGIATORI TRASPORTATI SONO ANNUI SONO 2.944.250 PER UN INCASSO DI € 2.845.436 FATE I VOSTRI CONTI
mercoledì 30 novembre 2011
PIANO ECONOMICO FINANZIARIO MINIMETRO' 2011 - 2013
DOMANI PUBBLICHERò LE PREVISIONI FATTE NEL 2007 E QUELLE DEL 2010 COSI VEDRETE LE DIFFERENZE BUON DIVERTIMENTO
venerdì 25 novembre 2011
PROBLEMATICHE MINIMETRO'
PROVENTI DALLE MULTE
COMUNICATO STAMPA 25 NOVEMBRE 2011
PROVENTI DELLE MULTE E CONTRIBUTO SANITARIO RCAuto
Presentate da FLG, IICA CILD due distinte istanze di accesso a 15 città (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Palermo, Torino, Trieste, Venezia, Verona) e al Ministero della Salute per chiedere conto rispettivamente della sorte dei proventi contravvenzionali e dei contributi dei premi assicurativi. La sicurezza delle strade inizia dal corretto impiego dei denari a ciò destinati tanto più se si tratta di soldi dei contribuenti.
Il tema della sicurezza stradale interroga con sempre maggiore urgenza la collettività, a fronte del crescere dei costi umani e sociali che le problematiche legate alla mobilità stradale portano con sé.
Come in moltissime altre situazioni, anche su questo versante nel nostro Paese non sono le norme che mancano: sono state introdotte nel tempo, infatti, misure dirette non solo a ridurre l’incidentalità stradale, ma a soddisfare esigenze di prevenzione e riabilitazione, come ad esempio specifici corsi sulla sicurezza stradale rivolti ai minori, percorsi riabilitativi per i soggetti coinvolti in incidenti gravi, ecc.
In particolare l’art. 208 del Codice della Strada statuisce che il 50% degli importi derivanti da sanzioni amministrative comminate per violazioni del codice della strada siano reinvestite dagli enti locali proprietari delle strade, per una puntuale serie di attività volte all’implementazione della sicurezza stradale; così del pari il legislatore ha statuito che i premi per l’assicurazione RC Auto vengano maggiorati di una percentuale aggiuntiva del 10,5 % a carico degli assicurati per il rimborso al SSN delle prestazioni erogate ai danneggiati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti.
Tutto bene dunque? Non tanto, perché il dubbio sull’impiego concreto che di tanto denaro viene fatto, sorge, come dire, spontaneo se è vero, come è sotto gli occhi di tutti, che le misure cui tali fondi sono destinate non sempre trovano riscontro nei fatti.
Con l’intento specifico di valutare l’aderenza della spesa al dettato normativo, le tre associazioni di cui sopra, rispondendo ai propri fini statutari, hanno presentato due istanze di accesso ex L. 241/90 rispettivamente alle 15 città metropolitane (per aver conto dell’impiego dei proventi delle multe) ed al Ministero della Salute (per aver conto dell’impiego dei contributi delle assicurazioni private).
FFOONNDDAAZZIIOONNEE LLUUIIGGII GGUUCCCCIIOONNEE,, ONLUS, Ente Morale (Decreto Ministero dell’Interno 27.01.2000)
Sede Operativa di Roma Tel 06.4695.9613 – fax 0578.228065 – NUMERO VERDE 800 134 900
e-mail: flgonlus@gmail.com - Presidente: Giuseppe Guccione - cell. 393.3322565
Tra titubanze e reticenze, sinora hanno risposto in maniera chiara i soli comuni di Trieste, Cagliari e Venezia, dando ampio conto (in particolare Trieste) di un impiego dei proventi contravvenzionali del tutto conforme al dettato normativo ed agli interessi dei cittadini.
Gli altri comuni interpellati, di contro, o hanno taciuto (Bari, Firenze, Messina, Milano, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Verona) o hanno rinviato la palla ad altri uffici o enti (Bologna, Genova, Napoli, Roma).
Last but not least anche il Ministero della Salute non ha ritenuto esimersi dal solito rimpiattino, rinviando per competenza alle singole regioni nonché al Ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui ora chiederemo risposte.
Resta inteso che di tutte le mancate risposte, Fondazione Luigi Guccione, I.I.C.A e CILD si riservano, come da specifica previsione normativa, di chiedere conto al T.A.R.
Qualora si dovesse appurare una omessa destinazione del denaro agli scopi stabiliti per legge, le tre associazioni si riservano di far ampio uso della propria legittimazione processuale chiedendo al giudice il sequestro conservativo delle somme da devolvere alla sicurezza stradale o intraprendendo altre iniziative giudiziarie.
La sicurezza stradale inizia dalla certezza del diritto.
FFOONNDDAAZZIIOONNEE
PROVENTI DELLE MULTE E CONTRIBUTO SANITARIO RCAuto
Presentate da FLG, IICA CILD due distinte istanze di accesso a 15 città (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Palermo, Torino, Trieste, Venezia, Verona) e al Ministero della Salute per chiedere conto rispettivamente della sorte dei proventi contravvenzionali e dei contributi dei premi assicurativi. La sicurezza delle strade inizia dal corretto impiego dei denari a ciò destinati tanto più se si tratta di soldi dei contribuenti.
Il tema della sicurezza stradale interroga con sempre maggiore urgenza la collettività, a fronte del crescere dei costi umani e sociali che le problematiche legate alla mobilità stradale portano con sé.
Come in moltissime altre situazioni, anche su questo versante nel nostro Paese non sono le norme che mancano: sono state introdotte nel tempo, infatti, misure dirette non solo a ridurre l’incidentalità stradale, ma a soddisfare esigenze di prevenzione e riabilitazione, come ad esempio specifici corsi sulla sicurezza stradale rivolti ai minori, percorsi riabilitativi per i soggetti coinvolti in incidenti gravi, ecc.
In particolare l’art. 208 del Codice della Strada statuisce che il 50% degli importi derivanti da sanzioni amministrative comminate per violazioni del codice della strada siano reinvestite dagli enti locali proprietari delle strade, per una puntuale serie di attività volte all’implementazione della sicurezza stradale; così del pari il legislatore ha statuito che i premi per l’assicurazione RC Auto vengano maggiorati di una percentuale aggiuntiva del 10,5 % a carico degli assicurati per il rimborso al SSN delle prestazioni erogate ai danneggiati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti.
Tutto bene dunque? Non tanto, perché il dubbio sull’impiego concreto che di tanto denaro viene fatto, sorge, come dire, spontaneo se è vero, come è sotto gli occhi di tutti, che le misure cui tali fondi sono destinate non sempre trovano riscontro nei fatti.
Con l’intento specifico di valutare l’aderenza della spesa al dettato normativo, le tre associazioni di cui sopra, rispondendo ai propri fini statutari, hanno presentato due istanze di accesso ex L. 241/90 rispettivamente alle 15 città metropolitane (per aver conto dell’impiego dei proventi delle multe) ed al Ministero della Salute (per aver conto dell’impiego dei contributi delle assicurazioni private).
FFOONNDDAAZZIIOONNEE LLUUIIGGII GGUUCCCCIIOONNEE,, ONLUS, Ente Morale (Decreto Ministero dell’Interno 27.01.2000)
Sede Operativa di Roma Tel 06.4695.9613 – fax 0578.228065 – NUMERO VERDE 800 134 900
e-mail: flgonlus@gmail.com - Presidente: Giuseppe Guccione - cell. 393.3322565
Tra titubanze e reticenze, sinora hanno risposto in maniera chiara i soli comuni di Trieste, Cagliari e Venezia, dando ampio conto (in particolare Trieste) di un impiego dei proventi contravvenzionali del tutto conforme al dettato normativo ed agli interessi dei cittadini.
Gli altri comuni interpellati, di contro, o hanno taciuto (Bari, Firenze, Messina, Milano, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Verona) o hanno rinviato la palla ad altri uffici o enti (Bologna, Genova, Napoli, Roma).
Last but not least anche il Ministero della Salute non ha ritenuto esimersi dal solito rimpiattino, rinviando per competenza alle singole regioni nonché al Ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui ora chiederemo risposte.
Resta inteso che di tutte le mancate risposte, Fondazione Luigi Guccione, I.I.C.A e CILD si riservano, come da specifica previsione normativa, di chiedere conto al T.A.R.
Qualora si dovesse appurare una omessa destinazione del denaro agli scopi stabiliti per legge, le tre associazioni si riservano di far ampio uso della propria legittimazione processuale chiedendo al giudice il sequestro conservativo delle somme da devolvere alla sicurezza stradale o intraprendendo altre iniziative giudiziarie.
La sicurezza stradale inizia dalla certezza del diritto.
FFOONNDDAAZZIIOONNEE
lunedì 7 novembre 2011
BILANCIO CONSOLIDATO UMBRIA TPL
Questi sono alcuni documenti del bilancio consolidato di Umbria tpl purtroppo non è un bilancio per cosi dire chiarificatore nel suo complesso e probabilmente sarebbe stato opportuno che sia chi compila il bilancio che i revisori dei conti , che lo controllano avessero fatto chiarezza delle varie cifre esposte in bilancio e più precisamente : quando si dice che i debiti verso banche per € 115.398.858 dovevano essere specificato presso quali banche i mutui sono stati presi ed il motivo per cui servono quei soldi ; quando si parla di altri debiti per € 196.200.357 , anche qui bisognerebbe specificare come sopra . Facendo chiarezza sarebbe più facile leggere i bilanci senza tirare conclusioni affrettate . Forse la legge prevede che i bilanci non siano chiari nella loro disamina ?
lunedì 12 settembre 2011
TRASPORTO REGIONALE
LA DOMANDA CHE SORGE SPONTANEA E' LA COLPA DI TUTTI QUESTI DEBITI E' SOLO DELLA FERROVIA CENTRALE UMBRA OPPURE .... PROSSIMAMENTE PUBBLICHEREMO PARTE DEI BILANCI DELLE ALTRE AZIENDE AL DICEMBRE 2009 COSI' SI VEDRA' VERAMENTE COSA E' SUCCESSO
lunedì 5 settembre 2011
A PROPOSITO DELLA E 45 il nostro doveroso punto di vista

A questo punto vorrei fare alcune doverose precisazioni.
Fui intervistata in merito proprio qualche mese fa da neogiornalisti della Scuola di Giornalismo di Perugia per un articolo pubblicato nel loro freepress, riprendo in sintesi:
Premesso: la E45 è la Strada Europea 45 che parte dalla Finlandia (Koresavanti) arriva a Gela in Sicilia attraversa 6 Stati Finlandia, Svezia, Germania, Austria, Italia. Con una lunghezza complessiva di 4.920 km.
In tutti gli Stati è composta da pezzi di strade nazionali.
La E45 che attraversa l'Umbria, Lazio, Toscana, L'Emilia Romagna, rappresenta un valido collegamento tra il centro tirrenico e la zona Nord - Est del Paese. Scorre nel territorio per complessivi km 250,565 (Terni Ravenna).
Questa premessa è obbligatoria poichè nelle strade transeuropee vigono norme e direttive europee che inducono gli Stati e gli Enti preposti ad una omogeneità di messa in sicurezza su precisi standard, priorità e fondi naturalmente dettate dall'incidentalità.
La "nostra" E45 è composta da due "pezzi", la prima dalla SS765 ORTE/TERNI di km 34 questo pezzo di strada avvengono 1/3 dei 5,4 morti ogni 100 km cioè c.ca 2 morti/anno con un costo sociale a km di 243.000 euro che per il totale dei 34 km ha un costo sociale di 8.270.000/anno.
La seconda parte è la SS3 BIS -TERNI/CESENA di km 154 con un'incidentalità di 5,2 morti/anno ogni 100km, quasi 8 morti/anno, l'intera tratta Orte/Cesena ha un incidentalità di 10 morti/anno.
La prima tratta dell'E45- Orte/Terni - è al 4° posto in Umbria per gravità di incidentalità e al 240° posto in Italia
La seconda tratta dell'E45 - Terni/Cesena è al 6° posto in Umbria per gravità di incidentalità e al 270° in Italia. Rilevante quindi nella realtà Umbra per un costo sociale di 45.000.000/anno che a nostro avviso con un investimento di c.ca 200.000.000 complessivi può su un piano previsionale di investimento quinquennale essere ammortizato, abbattendo in maniera sostenuta i predetti costi sociali.
E' questa la programmazione reale e preventiva basata sui costi riferiti a numeri che non sono asettici ma che purtroppo hanno dei nomi e il prevenire perdite di vita è un dovere cui gli enti e le Amministrazioni tutte devono approcciare opere e manutenzione stradale in una cultura di prevenzione che da garanzia di taglio dei costi, degli sprechi, ma anche del clientelismo, dell'appaltopoli, dell'inefficienza ecc..con conseguenti disservizi oggi sotto gli occhi di tutti e sulle spalle dei soli contribuenti. Tali investimenti oltre che garantire un'innalzamento della qualità della rete viaria a tutela della vita sono di sicuro ritorno con ricadute positive sull'economia del territorio e turistiche e di un reale efficiente sistema amministrativo che è tenuto a metter la vita al centro. Questo è uno degli imput/doveri della prossima Consulta Regionale sulla Sicurezza Stradale da NOI voluta cui parteciperemo per il bene pubblico e per affiancare sollecitare la buona amministrazione e le Istituzioni preposte o denunciarne le inadeguatezze e strumentalizzazioni.
Mary Mancinelli
Presidente FISICO
www.flg.it
venerdì 26 agosto 2011
LA CASSAZIONE CONDANNA IL RESPONSABILE COMUNALE MANUTENZIONI

la Sicurezza Stradale passa attraverso la Responsabilizzazione del cittadino dei responsabili di enti amministrazioni e pubblici servizi a salvaguardia della vita per una comunità migliore.
PRESUPPOSTO CHE: con l'Art. 28.(Costituzione) I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Ciò determinato temo che la lista dei responsabili attribuibili a insolvenza in esercizio di funzioni pubbliche debba almeno includere tutti i soggeti preposti a controlli, segnalazione di rischio, prevenzione e valutazione costi/benefici degli investimenti e programmazione dei Comuni delle Province e della Regione parametrata (come previsto da norme) all'incidentalità e vittime della strada, nonchè ai risultati raggiunti.. Tuttavia col nostro impegno "scomodo", ma non accomodante e senza sconti a nessuno, rileviamo l'incalzare di un cambio di cultura sulla sicurezza stradale e possiamo rilevare che anche le sentenze finalmente si avviano sulla "giusta" strada.se pur ancora piena di "ombre e buche".
Ora confidiamo in un concreto lavoro che possa esser dato da una adeguata e funzionale attività della ormai prossimo avvio della Consulta ed Osservatorio umbro, che attendiamo osservi i principi le norme le leggi e le funzioni ad essa concernenti e per legge attribuita sia nelle modalità che nell'organizzazione nella "speranza" ed impegno non si tramuti in un ennesima "raccolta propagandistica" di facciata.
Mary Mancinelli
Fondazione FISICO
FLG-UmbriaSentinelleSicurezza Stradale
LA CASSAZIONE: L'Ente è responsabile Condanna per le buche-
Perugia- La Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi in materia di insidie e trabocchetti stradali, pericoli costantemente in agguato. I giudici hanno dato ragione al pedonane che ha riportato lesioni personali precipitando in un tombino scoperchiato, non delimitato o segnalato e in una strada poco illuminata. I giudici hanno confermato la pronuncia di colpevolezza a carico del responsabile dell'ufficio manutenzione di un Comune umbro, ribadendo come lo stesso "funzionario, avendo omesso di attivarsi per prevenire le situazioni di pericolo delle strade, si fosse reso colpevole del delitto di lesioni colpose in pregiudizio del pedone" . La Suprema Corte specifica "come la qualifica del responsabile dell'ufficio di manutenzione del Comune faceva si che all'imputato incombesse il dovere di intervenire per eliminare l'insidia, creatasi sulla strada, oltretutto priva di illuminazione a causa dell'assenza delle richiamate coperture. Nè il funzionario poteva pensare di eludere le responsabilità concesse con tale qualifica, adducendo di non aver avuto notizia di tale assenza; in realtà le funzioni affidategli e la posizione di garanzia che da esse per lui derivava, avrebbe dovuto indurlo, non ad attendere passivamente, la segnalazione di terzi, ma ad attivarsi in maniera autonoma per prevenire ogni possibile incidente".
Il fatto, bacchetta la Cassazione, che "il soggetto responsabile della manutenzione stradale fosse portatori di poteri, oltre che di organizzazione e di intervento anche di controllo, era idoneo a delineare un preciso profilo di colpa a carico del medesimo, poichè ne denuncia una gestione meramente passiva ed attendista dell'ufficio ricoperto un ben mirato servizio del territorio, al fine di verificare -e oltre che prevenire - eventuali situazioni di pericolo.
fonte: ilGiornaledellUmbria 22 agosto 2011
domenica 17 luglio 2011
SICUREZZA STRADALE FRA COMITATI D'AFFARI E COMITATI ELETTORALI AL CITTADINO CON MENZOGNE INSICUREZZA E IRRESPONSABILITA' GARANTITA......
La protesta di San Sisto nasceva il 1 febbraio 2011 più o meno così:"..... continua Graziano Micucci -. Ci vorrebbe qualcosa per alleggerire un po’ la situazione. Per il resto, a parte il passaggio a livello, la situazione è abbastanza tranquilla; ci sono i semafori e a parte il passaggio a livello la situazione è tranquilla... Ma i problemi non sono soltanto all’interno di San Sisto, ma anche fuori..la zona dell'ospedale,,,".coincidenza dopo nostro video report. Ben lieti comunque dato che uno dei nostri obbiettivi e missione:innalzare l'attenzione, diffondere cultura della sicurezza stradale partendo da precise denunce dal comportamento pericoloso dei conducenti ad un errato sviluppo urbano delle città, mancata manutenzione stradale e messa in sicurezza, come facemmo per altro proprio anche su San Sisto. Ma poi inevitabile lo stupore difronte alle affermazioni di qualcuno del "famoso" "direttivo" (autoproclamato) "comitato di San Sisto" dichiaratamente e orgogliosamente sottolineatomi durante nostro primo incontro, doveroso per noi Ente Morale Ministeriale legittimato alla rappresantanza in sedi Europee Nazionali Regionali nonchè partner ONU/OMS per le vittime della strada e la sicurezza stradale a causa dell'incidente costato la vita al povero ragazzo, in quel maledetto incrocio a rischio ove c'è voluta la vittima e nonostante tutto la "demolizione" delle insostenibili scuse dell'Assessore Ciccone da parte nostra. Tornando alle "strane" (non per questi) dicharazioni del "direttivo comitato San Sisto" al "lavoro" per le prossime elezioni come proprio da uno dei" massimi esponenti" illustratomi quale strategia e programma del "comitato" stesso. Mi parrebbe giusto e più appropriato a questo punto definirlo "Comitato elettorale" visto che un nome dietro già c'è. Di qui emergerebbe chiara la motivazione di sottacere e nascondere le gravi responsabilità amministrative da me esplicitate, e delle "celate" comunicazioni intercorse con l'Amministrazione nonchè la mancata spedizione del documento stilato e deciso insieme agli organismi di competenza per la richiesta ufficiale da noi sottoscritta, per l'immediata accensione del semaforo come TEMPORANEO PROVVEDIMENTO, ma probabilmente utilizzato come "spauracchio" ingrediente necessario per chi usa tali "strategie" un "DO UT DES". Così appropriandosi di alcuni ragguagli tecnici da noi illustrati e diffusi indirizzati a suo tempo (scorso inverno) all'Assesore Liberati (con diffida di richiesta dimissioni nel caso di gravi incidenti per omessa manutenzione e messa in sicurezza di aree a rischio), e successivamente inviate anche al neo delegato alla sicurezza stradale, Assessore Ciccone, cui abbiamo messo a sua disposizione (e nn solo..) per un seminario, da noi organizzato (FLG/Sentinelle) tenutosi in Regione, il responsabile della segreteria tecnica della Consulta Nazionale per illustrare le Linee guida, le raccomandazioni e i provvedimenti urgenti da attuare nel centro urbano e le gravi conseguenze civili e penali in capo all'amministrazione inosservante. Per questo insieme al "direttivo del comitato" decidemmo di sottoscrivere il richiamo all'Amministrazione rinviando la mia decisione per giustificate richieste di dimissioni dei responsabili. Ma ecco che sprezzante di tutto questo in cambio del "momento di gloria" tanto atteso "il comitato" o meglio sempre e solo il "direttivo" senza avvisare alcuno per le decisioni prima concordate omettendo di informare sulle comunicazioni intercorse con l'amministrazione (noi non soffriamo di protagonismo e visto ci tenevano tanto a condurle..ma capiamo col senno del poi le reali motivazioni) ecco che la strada della visibilità mediatica primeggia su tutto e a discapito del fine comune che pare ora evidente esser diverso e non compatibile (infondo per certi scopi una trasmissione tv è prioritaria all'ottenere le messa in sicurezza e il diritto alla buona amministrazione nonostante un 18enne avesse già perso la vita). Così portati in trasmissione Tv quei pochi elementi di conoscenza "carpiti" qua e là, ma se pur con tanta boria ed autoreferenzialità mal "contestualizzati" poichè incoerente allo "scopo" (strategia dichiarata) del "direttivo del comitato elettorale"(in quanto ha già scelto il suo referente che chissà se scelta già fatta e sostenuta dai "sottoboschi politici perugini") cui naturalmente capeggia come in tutti questi casi la regola aurea "DO UT DES", "consumata"sulla pelle degli altri, Chiamata via diplomatica. Ed eccoci al "gran giorno" dichiaratamente sicuri che per trattare di sicurezza stradale basti cercare on line risposte tecniche. Peccato che in un vis à vis non sia possibile consultare il web (ammesso e non concesso sia sufficiente) e cercare di evitare/negare gravi responsabilità amministrative è per il "direttivo" del sedicente "comitato" priorità assoluta, sprezzanti delle argomentazioni del caso (non riferite al territorio) fin arrivare ad ignorare e rinnegare qualsivoglia interesse a norme leggi e sentenze. Certo è che driblare in questo campo di piaggeria sussurratae l'indignazione popolare abbia lasciato gravi vuoti di corretta informazione lungi quand'anche fosse dal controbattere adeguatamente per mancanza di specifiche conoscenze del vasto argomento, fortunatamente salvati dal "cul de sac" del dire e non saper/voler dire dal bravo conduttore della trasmissione Tv di cui era ospite il convinto "referente del direttivo" il quale fierissimo del suo operato è cresciuto di una spanna per tale momento di gloria cui puntava da tempo. Certo è che il conduttore ha, guarda caso, "premuto" sulla morte del povero ragazzo per strappare la promessa all'Assesore Ciccone di tener acceso il famoso semaforo in causa anche di notte !! Ma non finisce qui, sempre la "cricchetta" che parla a "nome" delle 3.300 firme raccolte ricordo a causa della disgrazia che ovvio esser ben più consapevoli ed indignati nel dubbio annacquato proprio dal "direttivo" che tale tragedia si sarebbe potuta evitare, tant'è sempre il "portavoce" borioso e soddisfatto del "suo" operato durante il successivo nostro incontro dichiara che per lui NON c'è alcuna responsabilità amministrativa, nessun interesse del comitato riferirsi a leggi e norme ecc ...ma allora, una riflessione alquanto sciocca se la dovrebbe porre lo stesso "personaggio" in cerca di un "posto a sole", perchè la necessità di richiedere all'amministrazione di tener acceso il semaforo e mettere in sicurezza l'incrocio e non solo appellandosi ad una norma? è normale procedura venga fatto da un comitato? Non dovrebbero esser fatte sistematicamente ed omogeneamente tali interventi?a già...ma le norme le regole le leggi a suddetti "tipini" non interessano.... Bhè..certo è che "Lui" si ritiene un genio, un precursore della "Democrazia Diretta Intuitiva": peccato che aborri (dichiaratamente non di suo interesse..) ogni norma, Legge e responsabilità...più che di "Democrazia Diretta" trattasi del solito "furbetto di quartierino &C." che della vita degli altri poco importa, e ben più che semplice sospetto che si stia già "lavorando" (una volta lo facevano le circoscrizioni) al candidato sostituto del Sindaco, ora fà tanto"nuova politica" la "partecipazione" e ben vengano per costoro le strumentalizzazioni sulla sicurezza stradale...vittime? Alzano la partecipazione e rendono più facile la manipolazione popolare!....A seguire poi discussione dell'incontro con Sindaco naturalmente però siccome di democrazia "diretta" trattasi: l'incontro viene deciso arbitrariamente dai soliti 6 "blindato" dunque fra i soli 6 del "direttivo" (ma chi li ha eletti?) del "comitato (elettorale) di quartiere" Com'è andata? Bhè tutti felici e contenti ...Curiosità il "politico" cui stanno "spianando la strada" anche questo dichiarato come fosse "cosa e niente.." fu fra coloro che pur avendo responsabilità e delega in merito alla sicur stradale/giovani rifutò in malo modo di adoperarsi per quanto da me sollecitatogli (per lui doveroso!). Che sia stato perchè non avevo da proporgli supporto di propaganda politica e di "cricche"? Che non avesse ancora mire a fare il Sindaco della città? Alla fine della "fiera" la propaganda a favore dei così detti sempre dal "direttivo di comitato territoriale/elettorale" "buoni amministratori" grazie anche al supporto dei media che "annacquano" (come bravi servitori) ogni argomentazione nonostante come rilevato da indagine ACI 2009 sia stato dichiarato che con le doverose (per Legge) adozioni di messa in sicurezza dei centri urbani e manutenzioni a regola d'arte, 1 incidente mortale su 3 sia evitabile. E nonostante i numeri spaventosi che ci pongono fra le maglie nere a livello nazionale (decessi da incidentalità stradale avvenuti a Perugia), e udite udite nonostante i 30 indagati del Comune per l'uso dei fondi per la sicurezza stradale, nonostante la richiesta di accusa di omicidio colposo per il Comune per l'incidente mortale "evitabile", NONOSTANTE TUTTO QUESTO TUTTA LA STAMPA TACE e peggio ancora continuiamo a leggere "elogi" ai responsabili di tutto ciò la quale stessa Delibera urgente quanto tardiva (post incidente) per l'adozione immediata di tener accesi i semafori in alcuni incroci pericolosi della città, và da sè esser un'ammissione di colpa....eppure il famoso "Direttivo Comitato/Elettorale" si loda ed imbroda, pur essendo lo stesso reo di aver nascosto importanti informazioni, ma la stampa gli ha ritagliato quel posto al sole...vicini vicini agli amministratori irresponsabili- eppure "qualcuno" glielo disse già che queste "strategie" sono vecchie e implose poichè oltre ad essere gravemente "irregolari" sono quell'humus di cultura della corrutela e scambio che ha portato all'attuale degrado sociale e politico.Che si traduce in "numeri" di disagio, disservizio, costi economici ed in VITE!! Qualcuno gli dirà che fra i principi di Legge per la messa in sicurezza vige la garanzia di omogeneità sul territorio mettendo al centro la VITA dei cittadini e non il politico sponsorizzato nè il proprio "orto" corredato da personalismi e ascensore sociale? che tra l'altro il politico "scelto" fu fra coloro dei peggiori che NON fece ! (come a dire...dalla padella alla brace)....e la chiamano Democrazia Partecipata..sì..compartecipazione alla partitocrazia amorale ed eticamente scorretta ed oltre...poveri noi..poveri Angeli che non ci sono più...cosa non si fà per mèro profitto e potere!
Mary Mancinelli
umbria.sentinelle@gmail.com
www.flg.it
Mary Mancinelli
umbria.sentinelle@gmail.com
www.flg.it
giovedì 7 luglio 2011
TRAPPOLE PEDONALI DA MALA MANUTENZIONE SEGNALETICA- il caso"Pedone, dove vai se le strisce non ce l'hai?"

Per tutto questo, nemmeno con il consistente aiuto della pesante crisi (forte calo di consumo carburante denunciato dai petrolieri nostrani) abbiamo raggiunto l'obiettivo della riduzione del 50% dei morti nel 2010 rispetto al dato del 2001: ci siamo fermati al 44%. Ben 12 Stati della UE hanno registrato un risultato migliore del nostro: n. 8 sopra o pari al 50% e n. 4 tra il 46% ed il 49,4%. Perugia è purtroppo una delle 4 città da noi (FLG/SENTINELLE) segnalate per grave (assurda) situazione della manutenzione stradale ed in particolare degli attraversamenti pedonali ove non esistenti spesso descriverei come "fantasiosi" (in mezzo a curve, doppie triple strisce, interrotte al centro della strada....e oltre ogni fantasia) e spesso a due passi da Polizia e Questura. Ma è lecito chiedersi ....con tale verbale di incidente non si dovrebbe procedere d'ufficio come già da sentenze di cassazione emesse, per corresponsabilità degli Enti preposti per mancata manutezione stradale?(!) VIGILI URBANI: non è forse loro compito e dovere di servizio segnalare il rischio determinato da segnaletica inadeguata (come per le buche..) ? E non è compito delle procure accertare tali dinamiche o omissione sistematica? Certo...poi il verbale stilato dagli stessi sà di sorta di lavaggio delle mani alla Ponzio Pilato...peccato che sembrano lavarsele quando già sono sporche di sangue!
Mary Mancinelli
presidente FISICO e-mail: umbria.sentinelle@gmail.com
lunedì 4 luglio 2011
DAL CORRIERE DELL'UMBRIA DEL 4 /07/ 2011
Metrò nella holding, si parte.
L’assessore Ciccone annuncia l’iter. L’amministratore Spinelli: “Puntare su risparmio e servizi”. Per il Comune 4,5 milioni in meno di spese ma c’è il rischio svalutazione.
PERUGIA03.07.2011
Novità in arrivo Il minimetrò verso la holding
Il minimetrò parte per il suo viaggio più importante, l'entrata nella holding regionale dei trasporti, la neonata Umbria mobilità. L'annuncio dell'assessore alla mobilità Roberto Ciccone è stato di un tempismo quasi perfetto, proprio nel giorno della conferenza stampa su un bilancio non proprio semplice per la nuova azienda che accorpa linee bus di tutta l'Umbria e si prefigge di diventare il contenitore di tutti i vettori trasportistici regionali. Senonché, stanti le dichiarazioni dell'amministratore delegato, oggi amministratore unico, Nello Spinelli, il minimetrò è tra le infrastrutture più efficienti, sul fronte del trasporto pubblico locale (tpl), per costi e numero di passeggeri paganti annui. Numeri a sei zeri, e in crescita, di viaggiatori l'anno, dicono le stime, con costi d'esercizio pari a circa 4,5 milioni di euro: e sarà proprio questa cifra che andrà a carico di tutta la comunità regionale attraverso l'annessione da parte di Umbria mobilità. Restano i capo al Comune i ratei dei mutui contratti per farlo il minimetrò: 110 milioni di euro, uno più uno meno, che costano anche questi per oltre 4 milioni ogni dodici mesi. Esborsi questi che Palazzo dei Priori dovrà continuare a garantire. Ma c’è un ma: il valore potenziale di quello che molti degradano dileggiando a “bruco mela”, per un’attitudine tutta perugina a svalutare quello che si possiede, rischia la svalutazione e l’errore di cui sopra in grande potrebbe essere imputato alla stessa amministrazione comunale. Il pericolo cioè di una fusione a freddo un po’ troppo affrettata, è di buttare nel mucchio delle pepite d’oro che poi vengono valutati al massimo come quarzo. Per l’assessore di turno è una questione di equità “Era un passaggio che il Comune di Perugia auspicava da tempo - spiega Ciccone - perché il minimetrò deve essere considerato alla stregua di tutti gli altri mezzi di trasporto regionali, visto che trasporta il triplo ad esempio dei passeggeri che può vantare la ferrovia centrale, senza considerare l’innovazione come mobilità alternativa che rappresenta in Italia e nel mondo”. I tempi per i primi atti? Entro la fine dell’anno. L’assessore regionale ai Trasporti, il “peruginissimo” Silvano Rometti, rimbalza il suo sì all’operazione. Nello Spinelli, neoamministratore unico della spa, è abituato a fare i conti. Ed è laconico come sempre. “L’obiettivo dell’azienda unica - dice - è condivisibile se orientato a economia di scala, a una riduzione dei costi, e miglioramento dei servizi”. Operazione della holding sino ad ora ha riguardato aziende pubbliche: tutto sommato facile sul fronte giuridico. Tuttavia la minimetrò è società per azioni dove c’è una “vera” componente privata, dunque il percorso si annuncia più complesso, sia sul fronte delle procedure che sul fronte economico-finanziario. I tempi saranno lunghi e complessi, da affrontare con oculatezza. Sino ad ora - per tradurre Spinelli - siamo alle enunciazioni politiche che non possono non mettere tutti d’accordo. Il varo nodo ancora da sciogliere è la giusta pesatura dell’ambaradan. Va valutato valore della società e il Comune ne è proprietario del 70%. C’è una convenzione fino al 2038 - alla fine navette e binari saranno di proprietà del Comune stesso - poi c’è un centro commerciale che idem, alla fine, diventerà di proprietà di Palazzo dei Priori. Cosa significa in termini di governace? Se Comune porta una quota così imponente nella società regionale, l’assetto di Umbria mobilità verrà rivoluzionato. Eppoi quanto sarà valutato fra trent’anni tutto questa “pòpò” di roba? Infine non sarà che dietro a tutto c’è quel volar tirare la cinghia a dispetto di tutto? Il diritto al contributo da parte della regione al Comune di Perugia per il minimetrò, è un diritto cosiddetto “inalienabile”, previsto dalla legge, che arriva come storno del fondo nazionale: che ne sarà di questi soldi, resteranno assegnati al capoluogo oppure verranno risparmiati da Palazzo Donini
Alessandro Antonini
L’assessore Ciccone annuncia l’iter. L’amministratore Spinelli: “Puntare su risparmio e servizi”. Per il Comune 4,5 milioni in meno di spese ma c’è il rischio svalutazione.
PERUGIA03.07.2011
Novità in arrivo Il minimetrò verso la holding
Il minimetrò parte per il suo viaggio più importante, l'entrata nella holding regionale dei trasporti, la neonata Umbria mobilità. L'annuncio dell'assessore alla mobilità Roberto Ciccone è stato di un tempismo quasi perfetto, proprio nel giorno della conferenza stampa su un bilancio non proprio semplice per la nuova azienda che accorpa linee bus di tutta l'Umbria e si prefigge di diventare il contenitore di tutti i vettori trasportistici regionali. Senonché, stanti le dichiarazioni dell'amministratore delegato, oggi amministratore unico, Nello Spinelli, il minimetrò è tra le infrastrutture più efficienti, sul fronte del trasporto pubblico locale (tpl), per costi e numero di passeggeri paganti annui. Numeri a sei zeri, e in crescita, di viaggiatori l'anno, dicono le stime, con costi d'esercizio pari a circa 4,5 milioni di euro: e sarà proprio questa cifra che andrà a carico di tutta la comunità regionale attraverso l'annessione da parte di Umbria mobilità. Restano i capo al Comune i ratei dei mutui contratti per farlo il minimetrò: 110 milioni di euro, uno più uno meno, che costano anche questi per oltre 4 milioni ogni dodici mesi. Esborsi questi che Palazzo dei Priori dovrà continuare a garantire. Ma c’è un ma: il valore potenziale di quello che molti degradano dileggiando a “bruco mela”, per un’attitudine tutta perugina a svalutare quello che si possiede, rischia la svalutazione e l’errore di cui sopra in grande potrebbe essere imputato alla stessa amministrazione comunale. Il pericolo cioè di una fusione a freddo un po’ troppo affrettata, è di buttare nel mucchio delle pepite d’oro che poi vengono valutati al massimo come quarzo. Per l’assessore di turno è una questione di equità “Era un passaggio che il Comune di Perugia auspicava da tempo - spiega Ciccone - perché il minimetrò deve essere considerato alla stregua di tutti gli altri mezzi di trasporto regionali, visto che trasporta il triplo ad esempio dei passeggeri che può vantare la ferrovia centrale, senza considerare l’innovazione come mobilità alternativa che rappresenta in Italia e nel mondo”. I tempi per i primi atti? Entro la fine dell’anno. L’assessore regionale ai Trasporti, il “peruginissimo” Silvano Rometti, rimbalza il suo sì all’operazione. Nello Spinelli, neoamministratore unico della spa, è abituato a fare i conti. Ed è laconico come sempre. “L’obiettivo dell’azienda unica - dice - è condivisibile se orientato a economia di scala, a una riduzione dei costi, e miglioramento dei servizi”. Operazione della holding sino ad ora ha riguardato aziende pubbliche: tutto sommato facile sul fronte giuridico. Tuttavia la minimetrò è società per azioni dove c’è una “vera” componente privata, dunque il percorso si annuncia più complesso, sia sul fronte delle procedure che sul fronte economico-finanziario. I tempi saranno lunghi e complessi, da affrontare con oculatezza. Sino ad ora - per tradurre Spinelli - siamo alle enunciazioni politiche che non possono non mettere tutti d’accordo. Il varo nodo ancora da sciogliere è la giusta pesatura dell’ambaradan. Va valutato valore della società e il Comune ne è proprietario del 70%. C’è una convenzione fino al 2038 - alla fine navette e binari saranno di proprietà del Comune stesso - poi c’è un centro commerciale che idem, alla fine, diventerà di proprietà di Palazzo dei Priori. Cosa significa in termini di governace? Se Comune porta una quota così imponente nella società regionale, l’assetto di Umbria mobilità verrà rivoluzionato. Eppoi quanto sarà valutato fra trent’anni tutto questa “pòpò” di roba? Infine non sarà che dietro a tutto c’è quel volar tirare la cinghia a dispetto di tutto? Il diritto al contributo da parte della regione al Comune di Perugia per il minimetrò, è un diritto cosiddetto “inalienabile”, previsto dalla legge, che arriva come storno del fondo nazionale: che ne sarà di questi soldi, resteranno assegnati al capoluogo oppure verranno risparmiati da Palazzo Donini
Alessandro Antonini
venerdì 24 giugno 2011
UTILE UMBRIA ACQUE
QUESTO E' L'UTILE FATTO DA UMBRIA ACQUE PER L'AMMO 2010 PER FORTUNA CHE SI VANNO A CHIEDERE SEMPRE PIU' SOLDI E SE L'AZIENDA ERA IN PERDITA QUANTO AVREMMO DOVUTO PAGARE ?
Anonimo (Zeta) ha detto...
allora diciamola tutta: il "caso Umbriacque" e modalità di gestione e spartizione utili in un paese normale si ravviserebbero subito "azioni di apologia di reato"..abuso d'ufficio e svariate "cosucce"...sicuramente contrario al "Diritto alla Buona Amministrazione Pubblica" valore di Legge in tutti gli Stati apparteneti all'EU oltre al diritto di uguaglianza di cittadinanza, qua è purtroppo percepita come "cosa e niente", al massimo entra nelle discussioni politiche e la si chiama sminuendo così di fatto il problema (come da pratica mafiosa), questione morale? (!) Oltre andare in netta contrapposizione al recente referendum che ha riconosciuto in sostanza l'acqua bene pubblico e quindi di gestione pubblica ma se poi proprio il "pubblico" adotta sistemi ben più pesanti disomogenei e indemocratici dei privati, di "cosa si tratta"? diZeta
mercoledì 15 giugno 2011
LETTERA APERTA ALL'ASS CICCONE A PROPOSITO DELL'INCIDENTE MORTALE A SAN SISTO DEL RAGAZZO 18 ENNE (M Mancinelli resp FLG- SENTINELLE)
Egregio Ass. Ciccone,come già sinteticamente illustratole durante il nostro seminario/convegno tenutosi in Regione cui Lei gentilmente partecipò introducendoci quello che in sostanza và in più sedi divulgando (ANCI) quale grandioso progetto tecnologico, promuovendolo come soluzione miracolosa all'insicurezza stradale della ns città e addirittura progetto sperimentale a livello nazionale (a ns.avviso dispendioso, tardivo nei riscontri e pertanto non rientrante nei parametri di scelta progetti del PNSS costi/benefici). Colgo l'occasione per ricordarLe quel che fù già detto al convegno stesso fra cui alcune nozioni di principio e modalità attuativa della sicurezza stradale e doveri degli enti e amministratori pubblici sinteticamente illustrate dal capo Tecnico della Consulta Nazionale sulla Sicurezza Stradale dr.Coppo: ricordando lo stesso che esiste un principio (di Legge) per la sicurezza stradale, che vale in modo particolare nell’ambito urbano che recita: "Metti in sicurezza lo spazio stradale per l’utente più vulnerabile: pedoni e due ruote e tutti gli altri viaggeranno più sicuri". Ora se pur concordando della realtà che ci pone di fronte ad una manovra finanziaria che penalizza fortemente gli enti locali, l’Amministrazione comunale è tenuta compatibilmente con le risorse di bilancio, a lavorare su una scala di priorità programmatiche, ormai imprescindibile proprio per la riduzione delle risorse, ma le scelte di spesa per quanto concerne gli interventi sulla messa in sicurezza sono già normate da modalità d'intervento conformi a quanto previsto per la messa in sicurezza delle strade urbane e periurbane quali: il realizzare marciapiedi e piste ciclabili, rafforzare gli attraversamenti pedonali e ciclabili, mettere in sicurezza le intersezioni con rotatorie e minirotatorie, migliorare l’illuminazione stradale, rafforzare la segnaletica stradale e tecnologie a supporto quali possano essere gli speed check, o semaforo attivo compreso,(ove già esistente), ma in sostanza se l'intervento è limitato ad uno solo di essi e peggio a quest'ultimi (speed check) ove mancano requisiti di base della sicurezza stradale ed in pratica insufficienti e nel caso di San Sisto un aggravio di spesa inutile visto il semaforo già preesistente. L'alternativa doverosa a questi quale la poposta dal comitato di quartiere (tenere in funzione il semaforo fino tarda notte) si rivela quindi non solo intelligente deduzione, ma giusta, in alternativa restava eseguire (da tempo) la minirotatoria.
Evidenziando che molti dei requisiti/interventi sopra citati sono in sostanza ignorati quali "modalità" nella messa in sicurezza e prevenzione incidentalità nelle nostre strade, raccomandate e prioritarie invece proprio nelle zone urbane e periurbane in cui l'incidentalità e il disagio pedonale è più elevato come più volte da noi denunciato anche all'assessore Liberati (un es per tutti via S Girolamo), auspichiamo che preso atto della grave situazione e inspiegabili ritardi, gli interventi che verrano adottati nella città e zone limitrofe siano eseguiti tempestivamente ed efficacemente come le norme comandano, senza abusare dei spesso "inutili" o almeno insufficienti all'attuazione delle norme e alla vivibilità urbana (soprattutto dei pedoni ma non solo) quali gli "speed checK".
Per quanto concerne le "ZONE30" anche questa da Lei prospettata come soluzione alla messa in sicurezza (progetto tra l'altro da noi divulgato e richesto 4 anni fà) ricordiamo che il criterio della sicurezza nelle "ZONE 30"può essere sinteticamente espresso nei seguenti termini: disegnare la strada in modo che il conducente di un veicolo motorizzato sia indotto a mantenere costantemente la velocità di sicurezza. Questo criterio si basa sulla constatazione che il comportamento di guida è fortemente condizionato dal disegno della strada1, per cui la progettazione della "zona 30" fa leva sul disegno stradale, tramite opportune misure di moderazione del traffico, per indurre il conducente a mantenere costantemente la velocità di sicurezza, la quale è variabile da luogo a luogo. Le misure di moderazione vengono dunque adottate solo là dove si valuti che la velocità di percorrenza supera quella di sicurezza.
Il progettista della "zona 30" deve essere un attento osservatore del comportamento di guida e come questo sia influenzato dal modo in cui la strada è disegnata
In proposito vi sono alcune correlazioni importanti che il progettista deve tenere sempre presenti:
longitudinalità della strada/velocità. La longitudinalità accentua il carattere di canale di traffico della strada ed invoglia alla velocità; pertanto bisogna interrompere le lunghe linee di convergenza orizzontale (quali i fili dei marciapiedi), riducendo la longitudinalità in modo tanto più accentuato quanto più si vuole ridurre la velocità: la moderazione del traffico predilige l’andamento sinuoso evitando il lungo rettifilo;
• ampiezza della sezione stradale/velocità. Le corsie veicolari ampie favoriscono la velocità; pertanto bisogna ridurre la larghezza della corsia al minimo strettamente necessario, tenendo conto dell’ingombro dinamico dei veicoli;
• orizzontalità del piano stradale/velocità. L’orizzontalità del piano stradale e l’assenza di ogni elemento che, emergendo in verticale, possa apparire come un potenziale ostacolo, favoriscono la velocità; pertanto, l’adozione di misure verticali contribuisce a moderare la velocità;
tipo di paesaggio stradale/velocità. Il paesaggio tipico della strada come canale di traffico induce alla velocità; un paesaggio dove prevalga l’aspetto del cortile-giardino per il gioco dei bambini o per la sosta e l’incontro delle persone induce ad adottare un regime di guida prudente; pertanto occorre, tutto dove ciò è possibile, trasformare il paesaggio stradale in modo da fargli assumere l’aspetto di un luogo poco adatto alla circolazione veicolare;
visibilità/velocità. La buona visibilità di pedoni e ciclisti nei punti di potenziale impatto, come sono le intersezioni, consente ai conducenti di regolare tempestivamente la velocità riportandola nei margini di sicurezza; pertanto occorre che i punti di potenziale impatto con gli utenti deboli siano dotati di alta visibilità.
Le migliori pratiche di disegno sono quelle che esercitano il giusto effetto di moderazione della velocità, senza rendere troppo disagevole la guida del veicolo: una buona progettazione induce a moderazione il traffico motorizzato, senza provocare disagi al percorso dei mezzi di emergenza, quali l’ambulanza o i vigili del fuoco. Nella progettazione delle misure di moderazione bisogna tener sempre presente il vincolo di non rendere disagevole il transito dei mezzi che svolgono servizi pubblici. (vedi dossi ).
A fronte di ciò appare ovvio anche ad un non esperto che non è certo "lo stradone" di San Sisto idoneo a divenire "ZONA30" e gradiremmo incontrare i tecnici che suggeriscono tali interventi per conoscere quali zone prevedono destinarli offrendo loro consulenza gratuita.!
Ricordando che in caso di infortunio stradale (alla pari degli incidenti sul lavoro) l’Ente è riconosciuto per legge come soggetto corresponsabile dell' incidente stradale con sentenza di Cassazione
14 marzo 2006, n. 5445. Cause in atto localmente stanno perseguendo la stessa linea poichè sussiste motivazione ingiustificata ma costituisce aggravante qualora venga richiesta dall'Ente per ricorso, qualsivoglia motivo alla mancanta manutenzione (e messa in sicurezza) stradale.
Pertanto è di fatto in obbligo l’attuazione delle stesse norme di messa in sicurezza stradale non solo come atto di buon governo nell’interesse generale della città e dagli indici dell’elevato numero di incidentalità (parametro determinante programmazione del Pnss) -per tanto gli enunciati provvedimenti sono a ns avviso inadeguati. Una vita è un costo sociale ed economico elevato, quindi di dovoresa attenzione da parte degli amministratori, ma auspichiamo in seno ad una nuova visione politica anche e soprattutto in coscienza.
Mary Mancinelli
resp FLG- Sentinelle Umbria
in calce Art. da "Il Giornale dell'Umbria" del 8 giugno 2011 pag 8:
"Incidente a San Sisto, Ciccone: soluzioni in arrivo per tutte le criticità"
:...a San Sisto è ancora polemica sulla sicurezza di quell’incrocio (con semafori lampeggianti dalle 23) e degli altri per la cui sistemazione si sta battendo un comitato di cittadini. Roberto Ciccone, assessore alla mobilità del Comune di Perugia, ha voluto esprimere il suo "più sincero cordoglio alla famiglia della vittima. I fatti e le responsabilità verranno accertati dagli organi di polizia, ma sarà mia premura verificare la messa in sicurezza dell’incrocio in viale San Sisto e di altre strade che giornalmente ci vengono segnalate dai cittadini come pericolose"."Erano già stati fatti dei sopralluoghi da parte dell’ufficio segnaletica subito dopo la notifica della lettera firmata dal Coordinamento di San Sisto – prosegue Ciccone facendo riferimento alla richiesta consegnatagli lo scorso 3 marzo – ma non possiamo lasciare il semaforo acceso per tutta la notte. Si può fare solo In casi di incroci particolarmente brutti, con visualità ridotta, o molto transitati, in città grandi come Roma o Milano. Quello di San Sisto non rientra in queste casistiche e quindi dobbiamo trovare i giusti mezzi tecnici per cercare di metterlo in sicurezza. Probabilmente saranno installati dei speed check. Contiamo di effettuare a breve un sopralluogo finale per decidere come metterli". "Questo tipo di lavoro – con clude Ciccone – lo stiamo facendo anche in altre zone della città, non solo su quelle che ci sono state segnalate come pericolose. Stiamo predisponendo un piano per ridurre la velocità anche a 30 km orari, soprattutto per il centro, per migliorare la sicurezza delle strade".
Evidenziando che molti dei requisiti/interventi sopra citati sono in sostanza ignorati quali "modalità" nella messa in sicurezza e prevenzione incidentalità nelle nostre strade, raccomandate e prioritarie invece proprio nelle zone urbane e periurbane in cui l'incidentalità e il disagio pedonale è più elevato come più volte da noi denunciato anche all'assessore Liberati (un es per tutti via S Girolamo), auspichiamo che preso atto della grave situazione e inspiegabili ritardi, gli interventi che verrano adottati nella città e zone limitrofe siano eseguiti tempestivamente ed efficacemente come le norme comandano, senza abusare dei spesso "inutili" o almeno insufficienti all'attuazione delle norme e alla vivibilità urbana (soprattutto dei pedoni ma non solo) quali gli "speed checK".
Per quanto concerne le "ZONE30" anche questa da Lei prospettata come soluzione alla messa in sicurezza (progetto tra l'altro da noi divulgato e richesto 4 anni fà) ricordiamo che il criterio della sicurezza nelle "ZONE 30"può essere sinteticamente espresso nei seguenti termini: disegnare la strada in modo che il conducente di un veicolo motorizzato sia indotto a mantenere costantemente la velocità di sicurezza. Questo criterio si basa sulla constatazione che il comportamento di guida è fortemente condizionato dal disegno della strada1, per cui la progettazione della "zona 30" fa leva sul disegno stradale, tramite opportune misure di moderazione del traffico, per indurre il conducente a mantenere costantemente la velocità di sicurezza, la quale è variabile da luogo a luogo. Le misure di moderazione vengono dunque adottate solo là dove si valuti che la velocità di percorrenza supera quella di sicurezza.
Il progettista della "zona 30" deve essere un attento osservatore del comportamento di guida e come questo sia influenzato dal modo in cui la strada è disegnata
In proposito vi sono alcune correlazioni importanti che il progettista deve tenere sempre presenti:
longitudinalità della strada/velocità. La longitudinalità accentua il carattere di canale di traffico della strada ed invoglia alla velocità; pertanto bisogna interrompere le lunghe linee di convergenza orizzontale (quali i fili dei marciapiedi), riducendo la longitudinalità in modo tanto più accentuato quanto più si vuole ridurre la velocità: la moderazione del traffico predilige l’andamento sinuoso evitando il lungo rettifilo;
• ampiezza della sezione stradale/velocità. Le corsie veicolari ampie favoriscono la velocità; pertanto bisogna ridurre la larghezza della corsia al minimo strettamente necessario, tenendo conto dell’ingombro dinamico dei veicoli;
• orizzontalità del piano stradale/velocità. L’orizzontalità del piano stradale e l’assenza di ogni elemento che, emergendo in verticale, possa apparire come un potenziale ostacolo, favoriscono la velocità; pertanto, l’adozione di misure verticali contribuisce a moderare la velocità;
tipo di paesaggio stradale/velocità. Il paesaggio tipico della strada come canale di traffico induce alla velocità; un paesaggio dove prevalga l’aspetto del cortile-giardino per il gioco dei bambini o per la sosta e l’incontro delle persone induce ad adottare un regime di guida prudente; pertanto occorre, tutto dove ciò è possibile, trasformare il paesaggio stradale in modo da fargli assumere l’aspetto di un luogo poco adatto alla circolazione veicolare;
visibilità/velocità. La buona visibilità di pedoni e ciclisti nei punti di potenziale impatto, come sono le intersezioni, consente ai conducenti di regolare tempestivamente la velocità riportandola nei margini di sicurezza; pertanto occorre che i punti di potenziale impatto con gli utenti deboli siano dotati di alta visibilità.
Le migliori pratiche di disegno sono quelle che esercitano il giusto effetto di moderazione della velocità, senza rendere troppo disagevole la guida del veicolo: una buona progettazione induce a moderazione il traffico motorizzato, senza provocare disagi al percorso dei mezzi di emergenza, quali l’ambulanza o i vigili del fuoco. Nella progettazione delle misure di moderazione bisogna tener sempre presente il vincolo di non rendere disagevole il transito dei mezzi che svolgono servizi pubblici. (vedi dossi ).
A fronte di ciò appare ovvio anche ad un non esperto che non è certo "lo stradone" di San Sisto idoneo a divenire "ZONA30" e gradiremmo incontrare i tecnici che suggeriscono tali interventi per conoscere quali zone prevedono destinarli offrendo loro consulenza gratuita.!
Ricordando che in caso di infortunio stradale (alla pari degli incidenti sul lavoro) l’Ente è riconosciuto per legge come soggetto corresponsabile dell' incidente stradale con sentenza di Cassazione
14 marzo 2006, n. 5445. Cause in atto localmente stanno perseguendo la stessa linea poichè sussiste motivazione ingiustificata ma costituisce aggravante qualora venga richiesta dall'Ente per ricorso, qualsivoglia motivo alla mancanta manutenzione (e messa in sicurezza) stradale.
Pertanto è di fatto in obbligo l’attuazione delle stesse norme di messa in sicurezza stradale non solo come atto di buon governo nell’interesse generale della città e dagli indici dell’elevato numero di incidentalità (parametro determinante programmazione del Pnss) -per tanto gli enunciati provvedimenti sono a ns avviso inadeguati. Una vita è un costo sociale ed economico elevato, quindi di dovoresa attenzione da parte degli amministratori, ma auspichiamo in seno ad una nuova visione politica anche e soprattutto in coscienza.
Mary Mancinelli
resp FLG- Sentinelle Umbria
in calce Art. da "Il Giornale dell'Umbria" del 8 giugno 2011 pag 8:
"Incidente a San Sisto, Ciccone: soluzioni in arrivo per tutte le criticità"
:...a San Sisto è ancora polemica sulla sicurezza di quell’incrocio (con semafori lampeggianti dalle 23) e degli altri per la cui sistemazione si sta battendo un comitato di cittadini. Roberto Ciccone, assessore alla mobilità del Comune di Perugia, ha voluto esprimere il suo "più sincero cordoglio alla famiglia della vittima. I fatti e le responsabilità verranno accertati dagli organi di polizia, ma sarà mia premura verificare la messa in sicurezza dell’incrocio in viale San Sisto e di altre strade che giornalmente ci vengono segnalate dai cittadini come pericolose"."Erano già stati fatti dei sopralluoghi da parte dell’ufficio segnaletica subito dopo la notifica della lettera firmata dal Coordinamento di San Sisto – prosegue Ciccone facendo riferimento alla richiesta consegnatagli lo scorso 3 marzo – ma non possiamo lasciare il semaforo acceso per tutta la notte. Si può fare solo In casi di incroci particolarmente brutti, con visualità ridotta, o molto transitati, in città grandi come Roma o Milano. Quello di San Sisto non rientra in queste casistiche e quindi dobbiamo trovare i giusti mezzi tecnici per cercare di metterlo in sicurezza. Probabilmente saranno installati dei speed check. Contiamo di effettuare a breve un sopralluogo finale per decidere come metterli". "Questo tipo di lavoro – con clude Ciccone – lo stiamo facendo anche in altre zone della città, non solo su quelle che ci sono state segnalate come pericolose. Stiamo predisponendo un piano per ridurre la velocità anche a 30 km orari, soprattutto per il centro, per migliorare la sicurezza delle strade".
mercoledì 8 giugno 2011
UN ALTRO INCIDENTE MORTALE A PERUGIA
http://www.agi.it/perugia/notizie/201106081028-cro-rpg1001-incidenti_stradali_muore_a_perugia_imprenditore_mecenate_boxe#
10:28 08 GIU 2011
(AGI) - Perugia, 8 giu. - Un imprenditore edile di 76 anni, Alvaro Chiabolotti, e' morto questa mattina in un incidente stradale tra Ellera di Corciano e Solomeo, in provincia di Perugia. L'uomo, alla guida di un furgone, e' finito contro il muro di un sottopasso. Sull'esatta dinamica sono al lavoro polizia stradale di Perugia e polizia municipale, intervenuti sul posto insieme al 118. Non e' escluso che l'imprenditore sia stato colto da malore. Chiabolotti era molto conosciuto a Perugia negli ambienti della boxe, sport che amava e di cui e' considerato un 'mecenate'. Tra i pugili che ha sponsorizzato l'ex campione del mondo Gianfranco Rosi. (AGI) Pg17Sep
e ancora.....:
L’incidente ieri mattina sullo svincolo dell’uscita di Ferro di Cavallo del raccordo Perugia-Bettolle. Sbanda e vola contro il guardrail, grave 39enne
Il guardrail danneggiato è stato immediatamente sostituito dagli operai dell’Anas. Un altro incidente si era verficato nella tarda serata di lunedì a Fontignano, lungo la Pievaiola. Nel sinistro sono rimasti coinvolti due veicoli. Feriti,in maniera non grave, i conducenti delle autovetture e un passeggero. A originare lo scontro, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe stato il mancato rispetto di una precedenza in corrispondenza di un incrocio.. Ma l’esatta dinamica dell’incidente deve essere ancora definita (fonte: IlGiornale dell'Umbria)Forse non sono questi i casi o forse che sì, una riflessione è comunque doverosa e senza esser degli esperti basterebbe andare verificare in pronto soccorso nel nostro ospedale di Perugia in giornate di pioggia, specialmente dopo un periodo di secca, per toccare con mano quanto aumentino i casi d'incidentalità più o meno gravi ed allora chiedersi (e verificare) quanto abbia concorso lo stato dell'asfalto, la mancanza di barriere adeguate, banchine, segnaletica..lunghezza della rampa o quanto adeguata sia l'angolo di curvatura (quest'ultimi rilevabili solo con tecnici onesti) al verificarsi di questa sistematica impennata anche se in corresponsabilità di comportamenti di guida errati (o meno) e nell'evidenziare poi che il ripetersi riguarda alcune tratte della città e dintorni non può che determinare le priorità di intervento della messa in sicurezza degli stessi, e tuttosommato è quanto leggi e norme già prevedono e quanto di responsabilità civile di Enti, tecnici, amministratori, e addetti al traffico. Noi lo sappiamo, e loro?
In prospettiva ci son faraonici costossimi progetti "tecnlogici" del comune che per rilevare ciò che da 10 anni non fà adeguatamente e sistematicamente (nonostante le Leggi) con i soggetti preposti alla tutela del bene comune e buona amministrazione. E visto che questa è possibile attuare a sistema solo con l'adottare con professionalità ed onestà morale ed intellettuale l'esercizio delle proprie funzioni, e adeguate capacità avulsa dal servilismo ai comitati d'affari dovremmo quindi dedurre che dal T-red alle gigantesche spropositate e spesso confuse rotatorie (o ben altro) vorrebbero ora spostarsi prontamente sulla tematica sicurezza stradale prima che questa, vista la rilevanza e modalità che innesca, se pur ignorate per anni a causa della innalzata odierna presa di coscienza collettiva e cambio di cultura nonostante la limitata strumentale distorta visione fino a qui imposta da poteri economici e politici (Ania, ACi ecc..) e grazie al supporto dei media servili, privi loro di capacità di perseguire antichi vizzi puntando quindi sulle tecnologie "sperimentali" favorevoli a nuove/vecchie speculazioni e cricche, confermando così la capacità di gestire interventi, progetti, fondi e di "soggettiva" programmazione di sviluppo urbano rilevando quel che per questi "è rilevabilmente innocuo"? Eppure a noi basta una telecamera e delle foto!
ps: partecipo al dolore di amici e parenti per la scomparsa di Alvaro Chiabolotti, migrò all'estero insieme a mio padre ove io nacqui.
Mary Mancinelli
FISICO (Fondazione Sicurezza Circolazione Onlus)
SentilleUmbre-FLG
10:28 08 GIU 2011
(AGI) - Perugia, 8 giu. - Un imprenditore edile di 76 anni, Alvaro Chiabolotti, e' morto questa mattina in un incidente stradale tra Ellera di Corciano e Solomeo, in provincia di Perugia. L'uomo, alla guida di un furgone, e' finito contro il muro di un sottopasso. Sull'esatta dinamica sono al lavoro polizia stradale di Perugia e polizia municipale, intervenuti sul posto insieme al 118. Non e' escluso che l'imprenditore sia stato colto da malore. Chiabolotti era molto conosciuto a Perugia negli ambienti della boxe, sport che amava e di cui e' considerato un 'mecenate'. Tra i pugili che ha sponsorizzato l'ex campione del mondo Gianfranco Rosi. (AGI) Pg17Sep
e ancora.....:
L’incidente ieri mattina sullo svincolo dell’uscita di Ferro di Cavallo del raccordo Perugia-Bettolle. Sbanda e vola contro il guardrail, grave 39enne
PERUGIA - Forse è stato tradito dall’asfalto bagnato che gli ha fatto perdere il controllo dell’auto. Forse una distrazione.
Ha centrato il guardrail che delimita lo svincolo dell’uscita di Ferro di Cavallo, di fatto scavalcandolo, per poi arrestare la sua corsa nell’aiuola interna. Ora si trova ricoverato in ospedale, in prognosi riservata, ma non risulterebbe in pericolo di vita. L’incidente si è verificato ieri mattina lungo il raccordo Perugia-Bettolle. La station wagon, guidata da un 39enne di origini pugliesi, residente a Corciano, intorno alle 9, in prossimità dell’uscita, ha centrato la barriera che definisce lo svincolo, Un impatto frontale, che ha fatto balzare l’auto oltre la barriera stessa. Come detto, il conducente ha perso il controllo, forse a causa dell’asfalto bagnato. In quel momento, nella zona, stava piovendo. Nel violento urto, l’auto è andata completamente distrutta. I vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme a polizia stradale e carabinieri, hanno dovuto lavorare a lungo per riuscire a recuperare l’a u t o m o b i l ista, rimasto incastrato tra le lamiere contorte. Completato il soccorso, l’immediato trasferimento al Santa Maria della Misericordia, dove il 39enne si trova ricoverato. I primi accertamenti sul posto hanno permesso di escludere il coinvolgimento di altri veicoli. Sul tratto di quattro corsie si sono registrati inevitabilmente dei rallentamenti considerando anche l’ora di “punta”, proseguiti per la durata delle operazioni di soccorso e di recupero del veicolo incidentato.Il guardrail danneggiato è stato immediatamente sostituito dagli operai dell’Anas. Un altro incidente si era verficato nella tarda serata di lunedì a Fontignano, lungo la Pievaiola. Nel sinistro sono rimasti coinvolti due veicoli. Feriti,in maniera non grave, i conducenti delle autovetture e un passeggero. A originare lo scontro, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe stato il mancato rispetto di una precedenza in corrispondenza di un incrocio.. Ma l’esatta dinamica dell’incidente deve essere ancora definita (fonte: IlGiornale dell'Umbria)Forse non sono questi i casi o forse che sì, una riflessione è comunque doverosa e senza esser degli esperti basterebbe andare verificare in pronto soccorso nel nostro ospedale di Perugia in giornate di pioggia, specialmente dopo un periodo di secca, per toccare con mano quanto aumentino i casi d'incidentalità più o meno gravi ed allora chiedersi (e verificare) quanto abbia concorso lo stato dell'asfalto, la mancanza di barriere adeguate, banchine, segnaletica..lunghezza della rampa o quanto adeguata sia l'angolo di curvatura (quest'ultimi rilevabili solo con tecnici onesti) al verificarsi di questa sistematica impennata anche se in corresponsabilità di comportamenti di guida errati (o meno) e nell'evidenziare poi che il ripetersi riguarda alcune tratte della città e dintorni non può che determinare le priorità di intervento della messa in sicurezza degli stessi, e tuttosommato è quanto leggi e norme già prevedono e quanto di responsabilità civile di Enti, tecnici, amministratori, e addetti al traffico. Noi lo sappiamo, e loro?
In prospettiva ci son faraonici costossimi progetti "tecnlogici" del comune che per rilevare ciò che da 10 anni non fà adeguatamente e sistematicamente (nonostante le Leggi) con i soggetti preposti alla tutela del bene comune e buona amministrazione. E visto che questa è possibile attuare a sistema solo con l'adottare con professionalità ed onestà morale ed intellettuale l'esercizio delle proprie funzioni, e adeguate capacità avulsa dal servilismo ai comitati d'affari dovremmo quindi dedurre che dal T-red alle gigantesche spropositate e spesso confuse rotatorie (o ben altro) vorrebbero ora spostarsi prontamente sulla tematica sicurezza stradale prima che questa, vista la rilevanza e modalità che innesca, se pur ignorate per anni a causa della innalzata odierna presa di coscienza collettiva e cambio di cultura nonostante la limitata strumentale distorta visione fino a qui imposta da poteri economici e politici (Ania, ACi ecc..) e grazie al supporto dei media servili, privi loro di capacità di perseguire antichi vizzi puntando quindi sulle tecnologie "sperimentali" favorevoli a nuove/vecchie speculazioni e cricche, confermando così la capacità di gestire interventi, progetti, fondi e di "soggettiva" programmazione di sviluppo urbano rilevando quel che per questi "è rilevabilmente innocuo"? Eppure a noi basta una telecamera e delle foto!
ps: partecipo al dolore di amici e parenti per la scomparsa di Alvaro Chiabolotti, migrò all'estero insieme a mio padre ove io nacqui.
Mary Mancinelli
FISICO (Fondazione Sicurezza Circolazione Onlus)
SentilleUmbre-FLG
martedì 7 giugno 2011
INDIRIZZI GENERALI SICUREZZA STRADALE
Caro Direttore.
la prego giustificarmi se con il seguente articolo mi dilungherò un pò, ma ritengo doveroso meglio esplicitare la nota di ieri in risposta al comunicato stampa dell'Assesore Vinti a proposito della "covenzione" al Piano Sicurezza Nazionale e far chiarezza su alcuni elementi fondamentali riguardanti gli schemi dell'iter procedurali del Piano Nazionale Sicurezza Stradale esistente dal 99 La non conoscienza diffusa di tali norme e azioni doverose da attuare per la tutela della sicurezza, l'innalzamento della qualità di vita, l'abbattimento di costi sociali, l'ottimizzazione della spesa pubblica a salvaguardia della vita, rende strumentalizzabili le stesse soprattutto da una facile politica propagandistica e strumentale. La tematica attraversa l'intera società e pone al disopra di tutto la qualità della vita leva fondamentale e oppurtinità di revisione dei concetti e comportamenti non solo del singolo ma di tutti soggetti coinvolti ivi compresa la Politica che determinerebbe uno sviluppo sostenibile innalzando culturalmente un senso civico assai latente, il tutto purtroppo ostato da chiara inadeguatezza e inadempienze.
Gli indirizzi generali e le linee guida di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale
Obiettivi Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale fu istituito dalla legge del 17 luglio 1999, numero 144, che ne definisce anche gli obiettivi e le caratteristiche di base. La norma recepisce una esigenza segnalata nella Prima relazione al Parlamento sullo Stato della Sicurezza Stradale del 1998, che evidenziava ",,,l'opportunità di predisporre un piano nazionale per la sicurezza stradale consistente in un sistema articolato di indirizzi, di misure per la promozione e l'incentivazione di piani e strumenti per migliorare i livelli di sicurezza da parte degli enti proprietari e gestori di reti stradali, di interventi (infrastrutturali, di prevenzione e controllo, normativi e organizzativi), di strumenti per migliorare la conoscenza dello stato della sicurezza stradale e della sua evoluzione.
Il Piano fu finalizzato a creare le condizioni per una mobilità sicura e sostenibile, riducendo il drammatico tributo di vittime imposto quotidianamente dagli incidenti stradali e gli ingenti costi sostenuti dallo Stato, dal sistema delle imprese e dalle famiglie a causa degli stessi.
L'obiettivo di riferimento recepiva le indicazioni del secondo programma per la sicurezza stradale elaborato dalla Commissione europea: riduzione del 50% del numero dei morti e feriti entro il 2010- obiettivo non solo disatteso, ma ben lontano come possiamo constare dai dati che mettono oggi l'Umbria terza regione nella classifica nazionale.
I dati nazionali di oggi non discostano molto da quelli allarmanti del 97: oltre 6.500 morti-290.000 feriti-costi sociali stimati 42.000 miliardi determinarono l'impegno alla riduzione prevista con l'applicazione dei programmi di 12.000 miliardi/anno rispetto alle condizioni attuali e di 24.000 miliardi/anno rispetto ai livelli raggiunti se perseguisse la tendenze Si ribadiva già allora che: "il conseguimento di questi obiettivi consentirebbe di recuperare il pesante ritardo che il nostro paese ha accumulato rispetto alla evoluzione media europea a causa di tale ritardo l'Italia registra ogni anno circa 2.800 vittime "in più" rispetto alla media dei paesi europei più "attenti" (civili) alle problematiche sulla sicurezza stradale.
I contenuti di tali indicazioni si basano sui risultati delle Relazioni al Parlamento. La Relazione al Parlamento sullo Stato Stradale è prevista dal Art 1 del Codice della Strada che come dallo stesso previsto viene presentata al CNEL per acquisirne il parere.Passando successivamente al Consiglio dei Ministri delegando in genere il Ministro dei Lavori Pubblici alla trasmissione in Parlamento.
Tra i caratteri peculiari dei Principi Generali e Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, tre assumono particolare rilievo.
• Il primo riguarda la sistematicità dell'azione di contrasto ai fattori di rischio.
• Il secondo carattere peculiare del Piano è costituito dalla forte prevalenza di strumenti attuativi basati sulla concertazione, sul partenariato e sull'incentivazione.Tali strumenti mirano a creare una rete di interventi tra loro coordinati e convergenti. La Relazione al Parlamento evidenziò la forte influenza esercitata dalle condizioni infrastrutturali, urbanistiche e ambientali sui livelli di sicurezza stradale. Si configura quindi una condizione di responsabilità diffusa che riguarda non solo i conducenti indisciplinati ma anche le Amministrazioni locali, gli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto, il sistema delle imprese. Tutto ciò, recitano i Principi Generali, rende necessario costruire un Piano fortemente orientato a promuovere interventi per il miglioramento della sicurezza stradale da parte di tutti i soggetti sopra elencati.
• Il terzo Infine il piano tende a favorire lo sviluppo di una nuova cultura della sicurezza stradale sia per quanto riguarda i singoli cittadini, sia per quanto riguarda i tecnici che si occupano di reti e servizi di trasporto stradale (formazione professionale e rafforzamento delle strutture tecniche), sia per quanto riguarda i decisori.
LE LINEE DI AZIONE In relazione ai criteri sopra indicati-e ad altri che per brevità ho omesso- I Principi Generali e le Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale individuarono sette linee di azione.
1. Misure di indirizzo, coordinamento e incentivazione riguardanti progetti e interventi per migliorare la sicurezza stradale da parte dei Governi Regionali delle Amministrazioni locali degli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto.
2. Costruzione di una cultura della sicurezza stradale attraverso un'azione di informazione ed educazione dei cittadini e di sensibilizzazione e formazione dei tecnici e dei decisori.
3. Rafforzamento dell'azione di prevenzione, controllo e repressione,sia a livello centrale che a livello locale, prevedendo a tale fine un più stretto coordinamento tra le forze di polizia, l'evoluzione dei modelli operativi, una maggiore diffusione di nuove tecnologie.
4. Rafforzamento dell'azione sanitaria, sia per quanto riguarda la natura e la tempestività del primo e del pronto soccorso.
5. Miglioramento delle regole e dei controlli su veicoli, conducenti e servizi di trasporto sia attraverso accordi mirati a migliorare la sicurezza dei veicoli, sia attraverso il rafforzamento delle abilità di guida dei conducenti, sia attraverso un più capillare ed efficace controllo di veicoli e conducenti.
6. Miglioramento della organizzazione del traffico e della rete infrastrutture tramite predisposizione di nuovi strumenti di pianificazione del traffico, il miglioramento dei livelli di sicurezza della rete stradale, l'incentivazione di "Progetti per il miglioramento della sicurezza stradale". In questo quadro assume particolare rilievo l'azione mirata a creare condizioni di maggior equilibrio tra qualità urbana, condizioni ambientali, sicurezza dei pedoni, condizioni di vivibilità della città ed esigenze della circolazione dei veicoli.
7. Sviluppo dell'informazione agli utenti e delle campagne di sensibilizzazione.
I Principi Generali e le Linee Guida evidenziarono come per la definizione e l'attuazione del Piano Nazionale della Sicureza Stradale fosse opportuno costituire due strutture:
a) Il Comitato per la sicurezza strdale, quale sede di concertazione e coordinamento dei soggetti che contribuiscono direttamente alla definizione del Piano e alla sua attuazione (con particolare riferimento alla partecipazione dei Governi regionali e del sistema delle Amministrazioni locali) e come strumento di verifica della sua attuazione;
b) La Consulta della Sicurezza Stradale, come sede di confronto, proposta e valutazione sui contenuti, sui programmi attuativi e sui risultati del Piano, da parte delle associazioni di categoria, delle parti sociali, delle associazioni etc.
Attraverso queste strutture vengono assicurate le condizioni organizzative e i supporti tecnici necessari per promuovere e gestire la concertazione e il partenariato. Il Piano è inoltre dotato di strumenti tecnici (rete degli archivi dati statistici)
a)Il Sistema di misure per il monitoraggio cioè parametri, standard e indicatori che consentono a tutte le amministrazioni e agli Enti che partecipano all'attuazione del piano di analizzare lo stato e l'evoluzione dlla sicurezza stradale e soprattutto di individuare i fattori di rischio presenti in una determinata area o in un determinato comparto della mobilità.
b)Il repertorio degli interventi sulla sicurezza stradale(internet) di soluzioni e interventi misure e progetti per il miglioramento della sicurezza stradale corredato di dati sui costi, sui risultati raggiunti, sulle procedure adottate a servizio dei tecnici e dei decisori delle Amministrazioni locali e degli Enti gestori di reti e servizi di trasporto stradale.
c)Il Rapporto annuale sullo stato di attuazione del Piano e cioè l'illustrazione di ciò che è stato realizzato nell'anno e di come siano evolute le condizioni di sicurezza stradale.
Pertanto in virtù di quanto sopra espresso,quale rsp territoriale FLG associazione facente parte della Consulta Nazionale essendomi prodigata già da qualche anno nel sollecitare Enti e Amministratori nel territorio le quali negate interazioni pongono dubbi sulla legalità sia delle procedure che dei progetti finanziati, nonchè responsabilità degli stessi sui risultati negativi cui l'Umbria vanta purtroppo una terza posizione nazionale, auspico si cambi direzione attivando nell'immediato le esatte e lecite procedure senza ulteriori speculazioni d'informazione e discutibili attività di autoreferenzialità politiche a cui spetterebbe invece il garantire il buon amministrare del bene pubblico.
Mancinelli Mary
resp FLG Umbria-sentinelle
presidente FISICO (Fondazione Italiana Sicurezza della Circolazione)
www.flg.it
la prego giustificarmi se con il seguente articolo mi dilungherò un pò, ma ritengo doveroso meglio esplicitare la nota di ieri in risposta al comunicato stampa dell'Assesore Vinti a proposito della "covenzione" al Piano Sicurezza Nazionale e far chiarezza su alcuni elementi fondamentali riguardanti gli schemi dell'iter procedurali del Piano Nazionale Sicurezza Stradale esistente dal 99 La non conoscienza diffusa di tali norme e azioni doverose da attuare per la tutela della sicurezza, l'innalzamento della qualità di vita, l'abbattimento di costi sociali, l'ottimizzazione della spesa pubblica a salvaguardia della vita, rende strumentalizzabili le stesse soprattutto da una facile politica propagandistica e strumentale. La tematica attraversa l'intera società e pone al disopra di tutto la qualità della vita leva fondamentale e oppurtinità di revisione dei concetti e comportamenti non solo del singolo ma di tutti soggetti coinvolti ivi compresa la Politica che determinerebbe uno sviluppo sostenibile innalzando culturalmente un senso civico assai latente, il tutto purtroppo ostato da chiara inadeguatezza e inadempienze.
Gli indirizzi generali e le linee guida di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale
Obiettivi Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale fu istituito dalla legge del 17 luglio 1999, numero 144, che ne definisce anche gli obiettivi e le caratteristiche di base. La norma recepisce una esigenza segnalata nella Prima relazione al Parlamento sullo Stato della Sicurezza Stradale del 1998, che evidenziava ",,,l'opportunità di predisporre un piano nazionale per la sicurezza stradale consistente in un sistema articolato di indirizzi, di misure per la promozione e l'incentivazione di piani e strumenti per migliorare i livelli di sicurezza da parte degli enti proprietari e gestori di reti stradali, di interventi (infrastrutturali, di prevenzione e controllo, normativi e organizzativi), di strumenti per migliorare la conoscenza dello stato della sicurezza stradale e della sua evoluzione.
Il Piano fu finalizzato a creare le condizioni per una mobilità sicura e sostenibile, riducendo il drammatico tributo di vittime imposto quotidianamente dagli incidenti stradali e gli ingenti costi sostenuti dallo Stato, dal sistema delle imprese e dalle famiglie a causa degli stessi.
L'obiettivo di riferimento recepiva le indicazioni del secondo programma per la sicurezza stradale elaborato dalla Commissione europea: riduzione del 50% del numero dei morti e feriti entro il 2010- obiettivo non solo disatteso, ma ben lontano come possiamo constare dai dati che mettono oggi l'Umbria terza regione nella classifica nazionale.
I dati nazionali di oggi non discostano molto da quelli allarmanti del 97: oltre 6.500 morti-290.000 feriti-costi sociali stimati 42.000 miliardi determinarono l'impegno alla riduzione prevista con l'applicazione dei programmi di 12.000 miliardi/anno rispetto alle condizioni attuali e di 24.000 miliardi/anno rispetto ai livelli raggiunti se perseguisse la tendenze Si ribadiva già allora che: "il conseguimento di questi obiettivi consentirebbe di recuperare il pesante ritardo che il nostro paese ha accumulato rispetto alla evoluzione media europea a causa di tale ritardo l'Italia registra ogni anno circa 2.800 vittime "in più" rispetto alla media dei paesi europei più "attenti" (civili) alle problematiche sulla sicurezza stradale.
I contenuti di tali indicazioni si basano sui risultati delle Relazioni al Parlamento. La Relazione al Parlamento sullo Stato Stradale è prevista dal Art 1 del Codice della Strada che come dallo stesso previsto viene presentata al CNEL per acquisirne il parere.Passando successivamente al Consiglio dei Ministri delegando in genere il Ministro dei Lavori Pubblici alla trasmissione in Parlamento.
Tra i caratteri peculiari dei Principi Generali e Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, tre assumono particolare rilievo.
• Il primo riguarda la sistematicità dell'azione di contrasto ai fattori di rischio.
• Il secondo carattere peculiare del Piano è costituito dalla forte prevalenza di strumenti attuativi basati sulla concertazione, sul partenariato e sull'incentivazione.Tali strumenti mirano a creare una rete di interventi tra loro coordinati e convergenti. La Relazione al Parlamento evidenziò la forte influenza esercitata dalle condizioni infrastrutturali, urbanistiche e ambientali sui livelli di sicurezza stradale. Si configura quindi una condizione di responsabilità diffusa che riguarda non solo i conducenti indisciplinati ma anche le Amministrazioni locali, gli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto, il sistema delle imprese. Tutto ciò, recitano i Principi Generali, rende necessario costruire un Piano fortemente orientato a promuovere interventi per il miglioramento della sicurezza stradale da parte di tutti i soggetti sopra elencati.
• Il terzo Infine il piano tende a favorire lo sviluppo di una nuova cultura della sicurezza stradale sia per quanto riguarda i singoli cittadini, sia per quanto riguarda i tecnici che si occupano di reti e servizi di trasporto stradale (formazione professionale e rafforzamento delle strutture tecniche), sia per quanto riguarda i decisori.
LE LINEE DI AZIONE In relazione ai criteri sopra indicati-e ad altri che per brevità ho omesso- I Principi Generali e le Linee Guida del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale individuarono sette linee di azione.
1. Misure di indirizzo, coordinamento e incentivazione riguardanti progetti e interventi per migliorare la sicurezza stradale da parte dei Governi Regionali delle Amministrazioni locali degli Enti gestori delle strade e dei servizi di trasporto.
2. Costruzione di una cultura della sicurezza stradale attraverso un'azione di informazione ed educazione dei cittadini e di sensibilizzazione e formazione dei tecnici e dei decisori.
3. Rafforzamento dell'azione di prevenzione, controllo e repressione,sia a livello centrale che a livello locale, prevedendo a tale fine un più stretto coordinamento tra le forze di polizia, l'evoluzione dei modelli operativi, una maggiore diffusione di nuove tecnologie.
4. Rafforzamento dell'azione sanitaria, sia per quanto riguarda la natura e la tempestività del primo e del pronto soccorso.
5. Miglioramento delle regole e dei controlli su veicoli, conducenti e servizi di trasporto sia attraverso accordi mirati a migliorare la sicurezza dei veicoli, sia attraverso il rafforzamento delle abilità di guida dei conducenti, sia attraverso un più capillare ed efficace controllo di veicoli e conducenti.
6. Miglioramento della organizzazione del traffico e della rete infrastrutture tramite predisposizione di nuovi strumenti di pianificazione del traffico, il miglioramento dei livelli di sicurezza della rete stradale, l'incentivazione di "Progetti per il miglioramento della sicurezza stradale". In questo quadro assume particolare rilievo l'azione mirata a creare condizioni di maggior equilibrio tra qualità urbana, condizioni ambientali, sicurezza dei pedoni, condizioni di vivibilità della città ed esigenze della circolazione dei veicoli.
7. Sviluppo dell'informazione agli utenti e delle campagne di sensibilizzazione.
I Principi Generali e le Linee Guida evidenziarono come per la definizione e l'attuazione del Piano Nazionale della Sicureza Stradale fosse opportuno costituire due strutture:
a) Il Comitato per la sicurezza strdale, quale sede di concertazione e coordinamento dei soggetti che contribuiscono direttamente alla definizione del Piano e alla sua attuazione (con particolare riferimento alla partecipazione dei Governi regionali e del sistema delle Amministrazioni locali) e come strumento di verifica della sua attuazione;
b) La Consulta della Sicurezza Stradale, come sede di confronto, proposta e valutazione sui contenuti, sui programmi attuativi e sui risultati del Piano, da parte delle associazioni di categoria, delle parti sociali, delle associazioni etc.
Attraverso queste strutture vengono assicurate le condizioni organizzative e i supporti tecnici necessari per promuovere e gestire la concertazione e il partenariato. Il Piano è inoltre dotato di strumenti tecnici (rete degli archivi dati statistici)
a)Il Sistema di misure per il monitoraggio cioè parametri, standard e indicatori che consentono a tutte le amministrazioni e agli Enti che partecipano all'attuazione del piano di analizzare lo stato e l'evoluzione dlla sicurezza stradale e soprattutto di individuare i fattori di rischio presenti in una determinata area o in un determinato comparto della mobilità.
b)Il repertorio degli interventi sulla sicurezza stradale(internet) di soluzioni e interventi misure e progetti per il miglioramento della sicurezza stradale corredato di dati sui costi, sui risultati raggiunti, sulle procedure adottate a servizio dei tecnici e dei decisori delle Amministrazioni locali e degli Enti gestori di reti e servizi di trasporto stradale.
c)Il Rapporto annuale sullo stato di attuazione del Piano e cioè l'illustrazione di ciò che è stato realizzato nell'anno e di come siano evolute le condizioni di sicurezza stradale.
Pertanto in virtù di quanto sopra espresso,quale rsp territoriale FLG associazione facente parte della Consulta Nazionale essendomi prodigata già da qualche anno nel sollecitare Enti e Amministratori nel territorio le quali negate interazioni pongono dubbi sulla legalità sia delle procedure che dei progetti finanziati, nonchè responsabilità degli stessi sui risultati negativi cui l'Umbria vanta purtroppo una terza posizione nazionale, auspico si cambi direzione attivando nell'immediato le esatte e lecite procedure senza ulteriori speculazioni d'informazione e discutibili attività di autoreferenzialità politiche a cui spetterebbe invece il garantire il buon amministrare del bene pubblico.
Mancinelli Mary
resp FLG Umbria-sentinelle
presidente FISICO (Fondazione Italiana Sicurezza della Circolazione)
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FLG -Sicurezza stradale: si annunciano alcune azioni legali

Nell’ambito delle azioni di programma organizzate dalla Fondazione Guccione sulla Sicurezza Stradale si comunica che grazie alla collaborazione con il Centro di Iniziative per la Legalità Democratica dell’IICA (Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente) l’avv. Giuseppe Lo Mastro, Presidente dell’IICA, ha preannunciato alcune azioni giudiziarie dirette a rendere effettiva la destinazione del 10,5% dei premi RC Auto alle terapie da prestare alle vittime della strada (con specifico riferimento alle cure riabilitative) e a vincolare i proventi delle contravvenzioni stradali alle finalità indicate dall’art. 208 CdS.
In particolare, per quanto riguarda il contributo del 10,5% pagato dagli assicurati in sede di stipula delle polizze Rc Auto e versato dalle Compagnie al SSN, l’IICA patrocinerà la richiesta di rimborso al SSN delle spese per cure di riabilitazione sostenute da un infortunato stradale e sempre nei confronti del SSN avanzerà richiesta di accesso per accertare quale sia stato l’effettivo utilizzo di detto contributo, ammontante a ben 2 miliardi circa di Euro l’anno.
Per quanto riguarda la garanzia che i proventi delle contravvenzioni stradali ricevano la destinazione prevista dalla legge, l’Istituto ritiene necessario accertare se le giunte regionali, comunali e provinciali abbiano, o meno, deliberato come previsto dall’art. 208 del CdS circa la destinazione di tali proventi. A tal fine procederà alla richiesta di accesso agli atti delle delibere suddette nei confronti di regioni, comuni e province. In caso di mancata adozione delle deliberazioni sarà inevitabile presentare presso le diverse Procure della Repubblica denunce per il reato di abuso di atti di ufficio, nonché denuncia alla Procura della Corte dei Conti nei confronti dei membri degli organi di governo degli enti suddetti e dei funzionari preposti ai dipartimenti di competenza.
Sulla base delle informazioni acquisite si potrà dar corso ad una class action, ovvero ad azioni individuali, per imporre, anche in via cautelare, che i proventi delle contravvenzioni stradali siano destinati soprattutto alla manutenzione e sicurezza delle strade.
Per quanto concerne infine il rispetto della norma (art. 191 CdS) che impone ai conducenti dei veicoli di dare sempre la precedenza ai pedoni che hanno iniziato l’attraversamento delle strisce pedonali, tenuto conto della sistematica violazione della norma suddetta anche in presenza di agenti della polizia locale, l’Istituto presenterà esposti per omissione di atti di ufficio nelle situazioni documentate attraverso filmati o altri strumenti probatori. Molta attenzione è rivolta anche all'Umbria fra le maglie nere a livello nazionale per quanto concerne incidentalità stradale.
Mary Mancinelli
resp FLG-Umbria Sentinellewww.flg.it
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